A differenza di una partita di calcio – che dura solo novanta minuti – il calciomercato spesso riesce a tenere banco più di molti match giocati in campo. Le news e i vari rumor si susseguono – anche al di fuori delle sessioni, a orari disparati – una dopo l’altra, e si diffondono in maniera virale. Anche un dettaglio minimo può fare notizia, in uno scenario sempre attivo in cui le squadre si danno da fare per migliorarsi.
Com’è cambiato il calciomercato negli ultimi dieci anni?
Prima del fenomeno cinese, a dominare il calciomercato erano le squadre con proprietà araba – Manchester City e Paris Saint Germain su tutte – più l’eccezione del Chelsea, con proprietà russa di Roman Abramovich. Ultimamente le news di trasferimenti di giocatori riguardano spesso trattative che coinvolgono squadre europee che ricevono offerte pazzesche da squadre della Cina: le compagini cinesi, da qualche anno a questa parte, sono entrate prepotentemente a prelevare giocatori affermati dalle squadre dei migliori campionati europei.
Non solo le squadre cinesi prelevano calciatori da squadre di Premier League, Liga e Serie A, ma hanno comprato quote societarie di alcuni club: l’esempio più lampante è l’Inter, che, dopo essere stata prelevata da Erick Thohir, è stata acquistata a sua volta dal gruppo Suning come azionista di maggioranza. È quasi curioso, perciò, provare a ripensare come le situazioni di calciomercato potessero essere dieci anni fa, in una stagione come quella del 2006/2007, che ha visto – per la prima volta – la Juventus in Serie B in seguito allo scandalo di Calciopoli, oltre ai primi tasselli del quinquennio vincente interista e la vittoria in Champions League del Milan, ad Atene, contro il Liverpool di Benitez. Uno scenario, quello del calciomercato, che è radicalmente cambiato: la disponibilità economica – oltre al fenomeno cinese – ha consacrato nuove big del calcio, spesso avvantaggiate dalla loro enorme ricchezza.
L’articolo completo è disponibile sul nostro magazine alle pagine 32-35.