Davanti a una telecamera, una ragazza si riprende mentre tocca la superficie del microfono binaurale nuovo di pacca. Un’altra sussurra a chi la guarda ciò che sta facendo: una simulazione di un intervento cranico; un gioco di ruolo. Un’altra guarda lo schermo e mangia una banana, un’altra ancora ha le unghie di dieci centimetri e le strofina contro superfici di marmo e tavolette di cioccolato. Ma non sono solo donne: anche gli uomini si danno da fare, strofinandosi le mani o picchiettando i polpastrelli dove capita. Questi video, caricati su YouTube, riportano titoli altisonanti come «NON RIUSCIRAI A RIMANERE SVEGLIO!! SUPER RELAX! ASMR Ita Binaural» o «ASMR Ultimate Head and Scalp Massage Role Play: Realistic Binaural Sounds For Relaxation» e macinano centinaia di migliaia, se non milioni, di visualizzazioni. Chi guarda e ascolta questi video riporta di percepire una sensazione piacevole, quasi di rilassamento, dalla testa fino a percorrere tutta la colonna vertebrale. Alcuni riferiscono di usare questi video come mezzo per riuscire a dormire, o in alternativa per ridurre l’ansia e addirittura il dolore fisico.
Questa sensazione è definita ASMR, acronimo che sta per Autonomous Sensory Meridian Response (risposta autonoma del meridiano sensoriale). Il neologismo è stato coniato da una certa Jennifer Allen durante alcune discussioni sul web, fatte da persone che riportavano di percepire questa sensazione senza riuscire a darsi una spiegazione plausibile. Wikipedia riporta che, secondo la creatrice, il nome sarebbe un eufemismo di “orgasmo sensoriale autonomo”, ossia una sensazione piacevole, non indotta da stimolazioni genitali, che si differenzia da persona a persona. Sembra, infatti, che non tutti siano in grado di provare questa sensazione piacevole, e che gli stessi che la provano riportino di percepirla in maniera diversa e scatenata da stimoli diversi. Se, però, si analizzano i video sulla piattaforma YouTube, allora si può notare un filo conduttore: molto spesso sono persone che vengono riprese in primo piano, che bisbigliano mentre toccano oggetti o superfici con strumenti di ogni genere; il tutto registrato con microfoni professionali. A causa della forte replicabilità, i video sulla piattaforma si sono diffusi a macchia d’olio, complice anche la facilità con cui procurano visualizzazioni da capogiro.
L’articolo completo è disponibile sul nostro magazine alle pagine 14-17.
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