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Una galassia di delusioni: “Mass Effect: Andromeda”

Published by
Filippo Tiberi

Uno dei più grandi dolori, per un videogiocatore, è quello di assistere alla perdita di qualità delle proprie saghe preferite. Quando ci si rende conto che l’ultimo capitolo di una saga amata non mantiene gli standard qualitativi a cui si è abituati, infatti, non si può fare a meno di sentirsi abbattuti e delusi. Ma nonostante questa sensazione, quando viene annunciato un nuovo capitolo della suddetta saga, si avrà sempre la tentazione di comprarlo lo stesso, per quanto con la consapevolezza che – probabilmente – si rimarrà ulteriormente scottati. Questa consapevolezza, semplicemente, spesso non sempre basta a far desistere dall’acquisto.

Ma qual è la causa più comune del calo qualitativo di un titolo? L’aumento di pubblico. Quando una serie di giochi comincia ad avere un notevole seguito di pubblico, molte software house si adoperano per consolidare e aumentare ulteriormente il bacino degli acquirenti. Venire però incontro alle esigenze di un vasto numero di persone richiede dei compromessi, che spesso consistono nello snaturare alcune meccaniche di gioco oppure nell’abbassare il livello di difficoltà. Ed è esattamente questo quello che è successo alla saga di Mass Effect.

Il primo capitolo, uscito nel 2007, era un GDR con alcuni elementi di sparatutto in terza persona, un universo di gioco affascinante e una storia interessante. Già dal secondo capitolo (ritenuto da molti il migliore della saga) gli elementi di sparatutto sono aumentati, attirando un numero maggiore di giocatori, ma sempre mantenendo una qualità eccelsa. I problemi sono arrivati con Mass Effect 3. Pubblicato nel 2012, il gioco viene completamente stravolto nelle sue meccaniche, diventando un vero e proprio sparatutto, attraverso la semplificazione di tutti gli aspetti da gioco di ruolo che lo caratterizzavano. A questo si aggiungono le polemiche per il finale del gioco, assolutamente deludente e senza senso, al quale EA e Bioware decisero di porre rimedio tramite un contenuto aggiuntivo scaricabile contenente il vero finale della saga. Una mossa decisamente poco saggia, che ha fatto perdere molta fiducia negli sviluppatori. A cinque anni di distanza EA distribuisce Mass Effect: Andromeda. Purtroppo, però, la situazione non è migliorata.

L’articolo completo è disponibile sul nostro magazine alle pagine 26-27.

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Filippo Tiberi

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