Da una disciplina olimpica allo sport entertainment, Kurt Angle è stato in grado di dominare ovunque, diventando un punto di riferimento per gli sportivi USA.
Nella notte tra il 2 e il 3 aprile andrà finalmente in scena l’edizione numero 33 di Wrestlemania, il più grande evento PPV della stagione di wrestling americano. La WWE, da decenni ormai sola dominatrice del settore, metterà in scena nel Grandaddy Of Them All tutto il meglio del momento – almeno sulla carta – e anche quest’anno la carne a cuocere non manca di certo.
Questa particolare edizione, però, assume grande rilevanza soprattutto per via di una nuova introduzione, nella WWE Hall Of Fame, riservata ai lottatori che meglio si sono distinti nel corso della carriera. Un inserimento, quello a ridosso dell’edizione numero 33, che in molti attendevano da tempo. E questo ci porta a Kurt Angle, che in questi anni ha letteralmente scritto la storia del wrestling, portando la disciplina ai suoi più alti livelli e garantendo un futuro a migliaia di giovani emuli che, seguendo le sue orme, hanno ottenuto glorie più o meno alterne nel mondo dello sport entertainment. Un vero e proprio punto di riferimento, con un percorso straordinario che ne testimonia l’incredibile bontà dal punto di vista professionale.
Il “vero” lottato
La vita sportiva di Kurt Angle non nasce però nell’ambito del wrestling. O meglio, non in quello che siamo abituati a vedere in televisione. Angle è infatti un ottimo esponente della lotta “stile libero”: vincerà un Mondiale ma, soprattutto, la medaglia d’oro olimpica alle Olimpiadi casalinghe di Atlanta del 1996. Un meraviglioso trionfo che lo impone all’attenzione dell’allora WWF – World Wrestling Federation – che decide di servirsi del suo talento per dare nuova linfa vitale al suo roster.
L’articolo completo è disponibile sul nostro magazine alle pagine 34-35.