Il giro d’affari relativo al traffico di medicine contraffatte, nel 2014, si aggirava intorno ai 75 miliardi di dollari; a livello internazionale, però, è ancora una questione scarsamente trattata per tutta una serie di ragioni, legate da un lato alla scarsa conoscenza – da parte dell’opinione pubblica – del tema dei prodotti farmaceutici, e dall’altro all’alto grado di specializzazione che è necessario per trattare in modo approfondito il tema. Tutto ciò, sommato alla chiusura che le organizzazioni internazionali di Law Enforcement (su tutte Interpol ed Europol) hanno riservato al mondo civile, è una delle cause della scarsissima conoscenza di questo problema. Interpol definisce il traffico di medicinali contraffatti come la produzione e la distribuzione di prodotti medicinali o di attrezzature mediche (un termine piuttosto ampio che ricomprende contraccettivi, sedie a rotelle, lenti a contatto, apparecchiature per la radiografia e via dicendo) falsificate o contraffatte attraverso procedure lecite ed illecite che comprendono furto, frode, diversione, contrabbando, commercio illegale, riciclaggio di denaro sporco e corruzione.
I pericoli del traffico di medicine
Quali sono i maggiori pericoli per l’incolumità della popolazione civile derivanti da questo traffico? Dato che si tratta di prodotti che si suppongono essere destinati a curare le persone, i rischi sono incredibilmente elevati: nella maggior parte dei casi i medicinali contraffatti contengono principi attivi diversi da quelli del medicinale originario, e ciò porta alla somministrazione di prodotti che non hanno effetto (non curando la malattia e favorendo il peggioramento delle condizioni del paziente) o, nella peggiore delle ipotesi, sono addirittura nocivi. Molti di questi medicinali sono spesso venduti al di fuori dei canali tradizionali, e pertanto somministrati senza adeguata supervisione medica: anche questo aspetto rappresenta un notevole rischio per il paziente.
L’articolo completo è disponibile sul nostro magazine alle pagine 12-15.