Utopia è la prima espansione maggiore per il grand strategy 4x Stellaris sviluppato da Paradox. Rilasciata il 6 aprile 2017, secondo DLC in totale per Stellaris, Utopia (e il relativo update 1.5 Banks) portano molta carne al fuoco. «Guida la tua specie in un’epoca d’oro e verso la terra promessa, Utopia»: queste sono le parole con cui ci viene presentata Utopia. L’espansione infatti è caratterizzata da tutti gli strumenti che ci fornisce per rendere uniche e perfette le nostre partite. Questo, combinato con l’update 1.5, fa sì che le opzioni di personalizzazione della propria specie siano ampliate e rese più interattive. Obiettivo fondamentale di Paradox, infatti, è arricchire ulteriormente le meccaniche di gestione del proprio impero rendendole uniche tra loro.
Rappresentando la base su cui Utopia stessa è stata costruita, è impossibile parlare dell’espansione senza prima analizzare l’update gratuito stesso. Andando a modificare buona parte delle meccaniche che il DLC poi amplierà, infatti, è stato possibile ottenere un’esperienza di gioco nuova e completa senza spendere un centesimo. Qui è possibile trovare il changelog ufficiale.
Le possibilità a disposizione non possono che stuzzicare la fantasia. Giunta militare? Impero galattico? Dittatorato scientifico? I sistemi di governo sono stati riclassificati e suddivisi in base alla propria tipologia, con l’aggiunta di diverse meccaniche specifiche. La divisione principale avviene, basandosi sull’autorità, in governi democratici, oligarchici, dittatoriali e imperiali.
I governi democratici sono tra tutti i più dinamici, dal momento che prevedono un’elezione, pilotabile al costo di influenza, ogni circa 10 anni di gioco. Sono inoltre gli unici a fare utilizzo della meccanica dei mandati, ossia degli obiettivi, differenti tra loro, da raggiungere tra un’elezione e l’altra, per ottenere influenza extra. Risulta abbastanza palese il parallelismo: mantenere il proprio mandato permette di essere rieletti quasi a costo zero.
Caratterizzate da un’elezione ogni circa 40 anni, si distanziano dal mandato per entrare invece nella meccanica dell’agenda, che caratterizza ogni altra forma di governo. A seconda del governante eletto, infatti, si avranno a disposizione bonus diversi basati sulla predisposizione e gli obiettivi di quest’ultimo. Si ha sempre a disposizione la possibilità di pilotare le elezioni spendendo influenza.
Questo genere di governo si differenzia dall’oligarchia semplicemente per la durata del mandato. Una volta eletto, infatti, il capo dello stato rimane in carica fino alla morte, portando con sé i bonus della propria agenda. Scegliendo eventualmente specie la cui aspettativa di vita sia molto bassa si possono ottenere delle situazioni in cui tra oligarchia e dittatura la differenza risulta solo semantica.
La cara vecchia monarchia: un solo singolo regnante che lascia in eredità ad un parente un intero impero spaziale. Chi non vorrebbe ereditare un impero spaziale?
A decidere a quale tipo di governo potremo aspirare, però, sarà sempre la meccanica dell’ethics. Per l’occasione, infatti, Individualist e Collectivist sono state cambiate rispettivamente in Authoritarian ed Egalitarian. Una volta selezionato quale delle quattro differenti autorità vogliamo avere, e dopo aver ovviamente evitato incongruenze tipo dittature egalitarie, possiamo selezionare due tratti civics, che ci aiuteranno a definire ulteriormente la nostra precisa tipologia di governo e ci forniranno ulteriori bonus.
Nuova meccanica che pare essere copiata direttamente da Civilization V, unity rappresenta il peso culturale della propria specie, ossia quanto questa sia coesa. Si accumula quindi principalmente tramite l’equivalente di edifici culturali, stabilendo dei primati intergalattici o diventando qualcosa di simile a rabbini spaziali i cui luoghi di culto producono crediti. Raggiungere un certo numero di punti unity permette quindi di effettuare degli avanzamenti culturali, ottenibili sbloccando le tradizioni. Queste tradizioni sono essenzialmente diversi rami, ognuno con un proprio specifico focus, che sbloccano bonus. Completando uno qualsiasi di questi rami si otterrà un ulteriore bonus di completamento, sempre basato sul ramo scelto.
Una ulteriore rifinitura è stata effettuata anche sulla produzione dei pianeti. Prima dell’update Banks ogni singolo pianeta doveva essere autosufficiente. La figura dei mondi altamente industrializzati o dei pianeti granaio, quindi, era difficile da ottenere, dovendo più o meno equilibrare la produzione su quasi ogni pianeta. Con la produzione di cibo globalizzata introdotta con l’update, invece, si potrà assistere a una specializzazione e ad un grado di efficienza ancora più alto, evitando di fatto di rendere inutili surplus di cibo su pianeti completamente occupati. Per evitare un eccessivo surplus di minerali sono stati inoltre introdotti i beni di consumo. Questi non rappresentano altro che una sorta di tassa che ogni impero deve pagare su ogni cittadino: per l’appunto, è il costo di risorse necessario per mantenere i cittadini felici e ben pasciuti.
Ora è anche possibile stabilire i diritti spettanti ad ogni singola specie all’interno del proprio impero. I ranocchioni giganti o i tizi fungo che hai annesso ieri sera non ti stanno simpatici? Perché non schiavizzarli? O sterilizzarli? Non vuoi che ogni singolo profugo spaziale che accetti all’interno della tua federazione galattica possa trasferirsi all’interno dei tuoi Core World? Seleziona chi possa accedervi garantendo la cittadinanza solo ad alcune specie e il gioco è fatto. Puoi persino decidere chi possa o meno fare una vita agiata, regolando di conseguenza il costo dei beni di consumo per popolazione all’interno del tuo impero. Questa nuova meccanica si intreccia perfettamente con la meccanica dello scontento, o unrest. Bisogna sempre fare attenzioni quali diritti si negano e a chi, però, se non ci si vuole ritrovare con una rivolta di specie inferiori e schiavi per le mani.
Ora che abbiamo una infarinatura dell’update gratuito possiamo invece dedicarci all’Utopia vera e propria, partendo dalle sue caratteristiche uniche.
Giganteschi anelli gravitazionali che circondano interi soli. Stazioni spaziali che sostituiscono in funzione i pianeti, abitate e completamente autosufficienti. Centri di ricerca in grado di prosciugare la forza delle stelle. Questi sono solo alcuni tra i potenti edifici da late game costruibili grazie a Utopia, e ognuno porta dei vantaggi incredibili a chi li dovesse raggiungere. Basti pensare solo agli anelli gravitazionali stessi, che da soli conferiscono uno spazio abitativo di qualità equivalente a quattro pianeti di classe gaia, i migliori del gioco.
Oltre ad alcune nuove tipologie di civics, tre in tutto, Utopia aggiunge anche un nuovo tipo di governo unico. La ormai famosa in ogni ambiente fantascientifico mente alveare. Questo genere di “governo”, se così possiamo definirlo, rompe ogni regola da noi vista fino ad ora. Non prevede la scelta di Ethos, possiede delle civics utilizzabili solamente con questo tipo di governo, oltre ad essere incompatibile con le civics generali, e possiede un solo tipo di autorità: la tua. Alla fine della fiera, purtroppo, le meccaniche della mente alveare risultano essere, invece di qualcosa di specifico come si poteva auspicare, una sorta di lavagna pulita. I cittadini non sono soggetti alla felicità né allo scontento, e pertanto non ne guadagnano nemmeno i bonus. Chi governa è immortale e non cambia mai, ma non possiede mandati o agenda. Questo rende le menti alveari troppo generiche rispetto ai concorrenti più specifici.
Completare i rami tradizione permette alla tua specie di trascendere i mortali limiti e diventare qualcosa di più. Ogni ramo completo concede al giocatore un punto, spendibile in perk molto potenti. Dall’azzeramento dei tempi di terraformazione, passando dai bonus alla ricerca o al numero di Core World, e finendo con la gloriosa evoluzione delle macchine sintetiche. Ogni punto scelto potenzia la tua specie preferita con bonus che trascendono l’umano, o il fungo, o qualsiasi cosa tu abbia scelto di giocare. Il limite dei punti non permette di acquisire ogni singolo perk, rendendo ogni scelta importante, decisiva e variegata.
Ricordi dei fungoni di cui parlavamo prima? Perchè usarli solo come schiavi, quando puoi usarli anche come carne da cannone? Utopia introduce, sulla scia delle decisioni applicabili per ogni singola specie, altre nuove e frizzanti possibilità. Gli schiavi possono essere utilizzati nelle miniere, o come servi domestici, o come cibo per il resto della popolazione. Non sai più che fartene? Vuoi fare spazio per la specie che rappresenta i nobili nel tuo impero? Lasciali morire di fatica mentre lavorano, smetti di fornire loro i beni primari e guardali scomparire lentamente. Oppure incomincia gradualmente a espropriarli di ogni singola proprietà, costringendoli a emigrare. La scelta è solo e unicamente tua.
Update e DLC sono ricchi di contenuti, sia per quanto riguarda l’inizio della partita che la fine. Molte parti sono state arricchite e Stellaris va mano a mano formandosi in quello che dovrebbe essere e non ciò che è al momento. Tutt’ora, però, manca qualcosa che tenga il giocatore attaccato allo schermo nella parte considerabile come mid game. Prima di arrivare ad avere megastrutture e far scoppiare le crisi da fine partita, infatti, il gioco subisce un rallentamento estremo. Paragonabile quasi a un impantanamento: le scelte attuate da Paradox per cercare di rendere migliore questa transizione tra le fasi di partita, però, non riescono a essere incisive, e in molti casi vengono addirittura moddate parzialmente o interamente rimosse. Tralasciando questa parentesi, i cambiamenti risultano godibili e sono sicuramente sulla strada giusta per rendere Stellaris il 4x definitivo.
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