Dopo l’uscita di The Fall, i fan dei Gorillaz navigavano nell’incertezza più assoluta: nel 2012 Damon Albarn, fondatore della band, dichiarò a The Guardian che dei nuovi singoli targati Gorillaz erano abbastanza improbabili. Probabilmente per delle questioni irrisolte tra l’ex-leader dei Blur e Jamie Hewlett, illustratore ed effettista della band che ha disegnato i personaggi, il progetto Gorillaz era dato per finito. Non si seppe più nulla dei Gorillaz fino a inizio 2015, quando Hewlett annunciò il ritorno della band pubblicando i suoi artwork sui social, a cui è seguito un altro annuncio, quello di Albarn che comunicava la partenza delle registrazioni a nuovi pezzi.
Due anni dopo ecco Humanz: il nuovo album Gorillaz vanta collaborazioni con artisti del calibro di Noel Gallagher e la cantante gospel Mavis Staples, oltre al gruppo rap De La Soul con cui i Gorillaz collaborarono già in precedenza nella Feel Good Inc., una delle canzoni più famose della band. Si è avuta una conferma sull’uscita di Humanz quando il 23 marzo, apparentemente, Damon Albarn ha annunciato l’imminente arrivo del nuovo album durante un’intervista a BBC Radio: oltre ad aver presentato alcuni singoli del disco in uscita, ha confermato per l’appunto la data di pubblicazione di Humanz. Il nuovo album dei Gorillaz viene così pubblicato il 28 aprile.
Il quinto disco del progetto di Damon Albarn è stato subito accolto positivamente dalla critica di esperti, ma soprattutto da parte dei fan, che – preoccupazione a parte per l’eventuale scioglimento della band – non avevano particolarmente apprezzato l’ultimo album targato Gorillaz. Nel nuovo disco, oltre alla folta presenza di collaborazioni, viene descritta un’atmosfera apocalittica a leggero sfondo politico: richiami indiretti a vicende politiche come l’elezione di Donald Trump e la Brexit, che però non vengono direttamente affrontate dalla band. Così come il gruppo non si sia mai adagiato su di una singola etichetta di genere, anche in Humanz la band ha avuto modo di assimilare le influenze di altre correnti musicali unendole alla componente britpop in cui Albarn ha già avuto modo di cimentarsi.
L’articolo completo è disponibile sul nostro magazine alle pagine 21-24.