Soprattutto nel nostro Paese, il mondo del cinema e quello del doppiaggio viaggiano spesso a braccetto per quanto concerne creatività, illuminazioni e speranze. Uno degli accoppiamenti più incredibili degli ultimi anni è stato forse quello riguardante la saga di Ghostbusters: gli Acchiappafantasmi hanno infatti ottenuto un successo enorme in Italia, anche grazie a un’edizione italiana che ha saputo cogliere e riprendere la comicità e le tematiche fanta-horror presenti nella pellicola.
Dopo molti anni, due film e un remake-sequel che ha destato qualche perplessità, qualcuno sta provando a riportare la saga sulla retta via. Un qualcuno che porta il nome di Edoardo Stoppacciaro, noto doppiatore ma anche scrittore e attore. Un personaggio a tutto tondo, oltre che una persona squisita: con lui abbiamo parlato di un progetto che riguarda proprio il mondo degli Acchiappafantasmi. Tramite Real! – A Ghostbusters Tale, Edoardo cercherà di portare a termine un’impresa non da poco: quella di girare un fan film di grande qualità. Qualcosa a cui, in effetti, lavora da tutta la vita.
Perché la passione di Edoardo Stoppacciaro per gli Acchiappafantasmi nasce molti anni addietro:
«La passione per Ghostbusters nasce insieme a quella per il doppiaggio, da piccolissimo. Mi sono innamorato del doppiaggio ascoltando proprio quello del primo film. Avevo sei o sette anni, prima ancora avevo conosciuto il cartone animato che era ispirato al film. Quando un giorno, in televisione, è passato il trailer del film, ricordo che dissi a mio padre: ‘Sono come quelli del cartone animato!’ – e che lui rispose: ‘No no, sono in carne e ossa’. Inoltre, il film e i cartoni avevano lo stesso doppiaggio. I Ghostbusters sono rimasti i miei eroi indiscussi, perché facevano una cosa che, secondo me, per un bambino è fondamentale, ovvero insegnare a ridere delle proprie paure. Insegnavano ad affrontarle con risate, coraggio e incoscienza».
Ovviamente, trovare il contesto giusto per inserirsi con un prodotto indipendente era fondamentale, per Stoppacciaro. La saga ha sempre brillato per momenti comici uniti ad approcci che puntassero anche a far spaventare lo spettatore:
«Come spirito, quando ho buttato giù il soggetto e la sceneggiatura – prima da solo e poi con Valerio Albasini Di Giorgio e Cristian Calabretta – si è cercato di mantenerci fedeli a quello spirito. Quindi di realizzare una bella commedia, perché in primo luogo Ghostbusters era una straordinaria commedia. Però deve avere anche degli spiccati elementi horror, perché se non c’è paura della quale ridere lo spirito del film cade. Ho tratto spunto dai miti di Roma, che è una città ideale per questo tipo di storia, poiché i millenni di misfatti, intrighi, assassinii e occultismo si sono stratificati in maniera palpabile. Per cui ti trovi a passeggiare nel centro storico e senti quasi il peso di questi misteri. Così sono partito in particolare dal mistero della porta alchemica di piazza Vittorio Emanuele, per poi da lì tessere il mio ordito. Mi sono documentato storicamente, cercando di mantenere un certo rigore nel background, e da lì ho creato un personaggio: Fulgenzio Ippolito Margano, una figura totalmente plausibile anche se partorita dalla mia mente. Ho aggiunto qualcosa di inquietante e macabro, poi su questo ho fatto muovere personaggi totalmente sconclusionati. Parliamo dei protagonisti di Real!, tre giovani uomini completamente allo sbando: nessuno di loro crede nei fantasmi, ma loro malgrado si trovano a condividere un appartamento infestatissimo. Si ritroveranno dunque a diventare Acchiappafantasmi».
Tutto questo non sarebbe stato possibile senza lo strumento del crowdfunding, che finalmente anche in Italia sta iniziando a dare risultati in termini di utilizzo. Edoardo Stoppacciaro coglie l’occasione per fare il punto della situazione:
«Noi facemmo una prima esperienza di questo tipo l’anno scorso, iniziando da Kickstarter, abbagliati dalla grande popolarità del mezzo. Cercammo di rivolgerci sia all’Italia che all’estero: da una parte abbiamo visto che dall’estero la risposta è stata limitata, per svariati motivi, però il seguito l’abbiamo ottenuto molto in Italia. Dopo poco che lanciammo il progetto, notammo un gruppo di fan di Star Trek, i quali stavano sviluppando un progetto concettualmente identico al nostro ma riguardante quella particolare saga. A questi ragazzi, però, la Paramount fece causa per due milioni di dollari, il tutto appena quindici giorni dopo il nostro inizio. A quel punto ci siamo fermati e abbiamo lasciato cadere la cosa. Abbiamo capito meglio come funziona il crowdfunding: eravamo arrivati a 4.000 euro, ma appena abbiamo smesso di pubblicizzare la cosa è morto tutto. Tutti i donatori sono rientrati dei loro soldi, perché la campagna prevedeva che, senza il raggiungimento del budget, i soldi tornassero a chi li aveva donati. Ci servì da lezione: adesso siamo su “Produzioni dal basso”, una piattaforma italiana. Siamo a metà della campagna e abbiamo raggiunto 11.560 euro, oltre la metà del budget prefissato. Sta andando molto bene, anche se dobbiamo essere bravi a tenere alto l’interesse. Stiamo trovando anche un interesse enorme dai fan di Ghostbusters, qualcosa che non immaginavamo. Quindi è tutto molto impegnativo, ma siamo estremamente soddisfatti: dobbiamo spingere in questi ultimi giorni ma possiamo farcela».
La vera chicca però sarà la partecipazione al film di alcuni dei doppiatori delle pellicole:
«Assolutamente: è stato un grande onore che ci hanno fatto. Tutto questo è nato per gioco, da quando avevo sette anni. Un sogno alla cui irrealizzabilità mi ero ormai arreso, ma che è tornato alla ribalta quando mia moglie – per i miei trent’anni – mi ha regalato uno zaino protonico. E così ho pensato: ‘Ora devo farlo’. Incontrai poi i miei colleghi per le sale di doppiaggio e molto timidamente buttai lì la cosa: da parte loro ho trovato grandissimo entusiasmo, e ora sono tanto contento di averli coinvolti, perché il progetto non è più qualcosa di casalingo. Ora quello che cerchiamo di fare è un film, un ipotetico terzo capitolo della saga. Avere le voci originali – a parte Oreste Rizzini, che purtroppo non c’è più – serve a dare una continuità con gli altri film ma anche a regalare serietà al progetto».
Come dicevamo precedentemente, Edoardo Stoppacciaro è anche un grandioso doppiatore: lo abbiamo ascoltato in Game of Thrones come voce di Robb Stark, ma anche in tantissimi altri prodotti, anche di animazione. Ad esempio possiamo ricordare The Nice Guys, nel quale doppia Ryan Gosling, ma anche Hunger, film in cui si è cimentato nel dar voce a Michael Fassbender. Ma qual è il progetto preferito a cui Edoardo abbia mai partecipato in tale ambito?
«I ruoli che mi hanno segnato sono stati diversi. Quelli che ricordo con più affetto sono quello in Ratatouille (primo provino su parte che ho vinto), Robb Stark (poiché da fan dei romanzi ha significato tanto per me) e Cesare Borgia, nella serie andata in onda su Sky. Devo dire che, se parliamo proprio di recitazione, di percorso attoriale e di fatica, i ruoli che mi hanno dato di più sono tre. Il primo è stato quello di Rob Hall nel film Everest, diretto da Mario Cordova. Un’impresa notevole, con un doppiaggio molto complesso e sentito per tutti. Poi Ryan Gosling in The Nice Guys: è stato non divertente, di più! Faticosissimo, perché per doppiare un personaggio così distante da me il direttore del doppiaggio Marco Mete mi ha dovuto smontare e ricostruire. E poi Fassbender in Hunger: quella è stata una scuola di recitazione. Guardavo i suoi monologhi e mi dicevo: ‘E ora? Come faccio a farlo?’ Anche lì ho avuto un grande direttore di doppiaggio, Rodolfo Bianchi».
Oltre al mondo del doppiaggio, però, Edoardo Stoppacciaro impreziosisce anche quello della scrittura. Proprio l’anno scorso è uscito il suo primo romanzo:
«Si tratta del primo capitolo della trilogia Mondo in fiamme, e si intitola Una primavera di cenere, edito da La Corte Editore. Sono molto contento perché anche questa è stata una bella scommessa, soprattutto da parte dell’editore Gianni La Corte, che ha deciso di pubblicare l’opera prima di uno scrittore esordiente in un mercato già saturo come quello del fantasy. Però ci sta regalando belle soddisfazioni, e ne sono molto orgoglioso: ho sempre amato scrivere e leggere, anche grazie a mio padre. Avevo sempre avuto voglia di creare un mio universo narrativo, e questo genere mi ha sempre appassionato. Ho cominciato a comporlo mentre stavo leggendo Le cronache del ghiaccio e del fuoco, ho scritto appunti e poi ho dato un senso compiuto ai miei personaggi. In questo momento ho poco tempo per scrivere il secondo capitolo, ma appena la produzione di Real! sarà a uno stato più avanzato ritoccherò quanto c’è da ritoccare».
Insomma, un artista a tutto tondo che ora attende solo di partorire la sua nuova creatura. Ma dopo un eventuale – e probabile – successo di questo film, cosa potrebbe accadere? Edoardo Stoppacciaro ha le idee chiare:
«Noi, fantasticando, abbiamo immaginato altri due film, e sappiamo già anche chi saranno i nemici da affrontare. Realisticamente parlando, in questo momento, se dovessi pensare di ricominciare da capo facendo di nuovo tutti gli sforzi che ho fatto mi verrebbe voglia di buttarmi dalla finestra! Le condizioni dei sequel dovrebbero essere diverse, per spingermi davvero a ricominciare: se non ci fossero agevolazioni sarebbe davvero difficile. Però mi piacerebbe girare dei seguiti, perché la fatica fatta fino ad ora è bestiale. L’entusiasmo c’è, e ne vale la pena, ma pensare di ricominciare da capo forse è un po’ prematuro. Magari riusciremo a plasmare un prodotto fatto talmente bene che la Sony – detentrice dei diritti di Ghostbusters – potrebbe apprezzarlo e darci addirittura una mano. Chissà, non poniamo limiti alla provvidenza!»
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