Vittorio Contrada e la donna come fulcro dell’arte

Contrada
FOTO per gentile concessione dell’artista.

Nella retrospettiva presentata a Napoli emerge tutta la potenza dell’artista, che da sempre pone al centro la figura femminile.

Strumento estremamente potente per raccontare frammenti di vita ma anche luoghi splendidi ed eventi determinanti, l’arte possiede il più grande potere che si possa mai desiderare: quello di fare da tramite fra tutti i periodi storici. Una qualità intrinseca che si evidenzia specialmente nelle opere che si possono osservare con maggiore calma, come ad esempio dipinti, quadri e sculture. Tanti i pionieri che hanno costruito la loro fortuna su questo modo di esplicare l’arte: tra questi, uno dei più fulgidi esempi da poter citare è senz’altro Vittorio Contrada, artista nato a Tripoli e legato a Napoli da una forza indissolubile, che ha reso Partenope sua musa di inestimabile valore. Autodidatta e introspettivo, Contrada ha sempre messo il punto esclamativo alla sua arte utilizzando la figura più coerente con questo concetto: la donna, rappresentante di bellezza e candore, si propone fieramente al centro dei suoi progetti.

L’arte di Contrada sta recentemente trovando risalto in un palcoscenico di grande rilevanza: presso il noto Castel dell’Ovo, infatti, vige uno spazio interamente dedicato alle sue creazioni artistiche. La mostra – che rientra nell’ambito del progetto Andare oltre – Going beyond, curato da Daniela Ricci e sostenuto dal Comune di Napoli – è stata inaugurata il 31 maggio e resterà attiva sino al 25 giugno. La stessa è stata strutturata secondo un percorso che si articola su due livelli: in uno vengono presentate le opere più recenti del pittore, mentre nell’altro ci si concentra sulla produzione riguardante il primo trentennio di attività dell’artista.

L’articolo completo è disponibile sul nostro magazine alle pagine 35-37.

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