Il 22 maggio scorso, un terribile attentato a Manchester dopo un concerto di Ariana Grande ha causato la morte di 23 persone, ferendone altre 122. Sono stati innumerevoli i messaggi di sostegno e di solidarietà da parte delle celebrità inglesi, ma c’è anche chi ne ha approfittato per polemizzare sull’accaduto contro il governo di Theresa May: stiamo parlando dell’ex leader della storica band di Manchester degli Smiths, Morrissey, il cui compleanno cadeva proprio il giorno dell’attentato. Il cantante, con un rabbioso post su Facebook, ha fortemente criticato le dichiarazioni del primo ministro, sottolineando quanto sia facile per i politici dire di non avere paura quando non sono loro a subire direttamente le conseguenze di attentati del genere.
Morrissey non è certo nuovo ad uscite del genere: nel corso della sua carriera musicale, il cantante si è distinto più volte per esprimere la sua opinione senza peli sulla lingua. La sua controversa personalità, unita al suo spiccato talento nello scrivere testi, ha attirato verso di sé una nutrita schiera di fan che resiste ancora oggi, a distanza di trent’anni dallo scioglimento della band. Per capire meglio come Morrissey sia tutt’ora un idolo per molti giovani inglesi, bisogna però fare un passo indietro e analizzare la sua carriera con gli Smiths e, successivamente, da solista.
Siamo nel 1982, a Manchester. Steven Patrick Morrissey è un ragazzo timido e introverso di ventitré anni, appassionato di musica e di letteratura. Ha da poco deciso di mettere da parte la carriera musicale per dedicarsi alla scrittura, pubblicando un libro su una delle sue band preferite, i New York Dolls. Un giorno, l’amico e chitarrista Steve Pomfret si presenta a casa sua con un’altra persona, anch’egli musicista: il suo nome è John Maher, ma è conosciuto come Johnny Marr. Pomfret dice a Morrissey che vorrebbe mettere su una band, incontrando inaspettatamente l’interesse di quest’ultimo. Grazie anche ai gusti musicali ampiamente condivisi, l’intesa con Marr è immediata, e la decisione di suonare assieme non tarda ad arrivare. Nel giro di qualche mese vengono reclutati anche il batterista Mike Joyce e il bassista Andy Rourke; nascono così gli Smiths. La scelta del nome della band non è affatto casuale: gli Smiths scelgono il cognome più comune d’Inghilterra sia per mettersi dalla parte della gente comune, sia per opporsi ai nomi eccessivamente ricercati delle band pop dell’epoca.
L’articolo completo è disponibile sul nostro magazine alle pagine 28-30.
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