La degna fine di un’enorme rivalità tra due dei più grandi pugili esistenti: un match magari meno famoso di altri ma assolutamente brutale.
Da pochi giorni si è consumato il primo anniversario della scomparsa di Muhammad Alì, forse il più grande pugile mai esistito se non addirittura lo sportivo più influente di sempre. In carriera, il fu Cassius Clay aveva combattuto match di enorme importanza sia a livello pugilistico che di cultura pop. Icona e mito prima che leggenda, Alì ha avuto una vera e propria nemesi: Joe Frazier, pugile di umili origini e dal talento non smisurato che però aveva sempre tenuto testa al suo avversario e si era fatto strada a suon di pugni e forza di volontà. Un avversario che, nonostante la consueta strafottenza che faceva parte del suo personaggio, Alì aveva sempre rispettato.
La rivalità tra The Greatest e Smokin’ Joe si dipanò nell’arco di tre incontri. Il primo, valevole per il titolo mondiale, detenuto in quel momento da Frazier, si svolse l’8 marzo del 1971: Alì ritornava sul ring, dopo la querelle con il Governo americano dovuta al suo rifiuto di farsi arruolare per il Vietnam, reclamando un titolo che non aveva mai perso sul quadrato. Tuttavia, per lui, le cose andarono male: Frazier si mostrò più in forma e riuscì a vincere il match ai punti, addirittura mettendo al tappeto Alì nelle riprese finali; il secondo incontro vide i due pugili battagliare alacremente ma senza il titolo mondiale in palio, nel frattempo vinto da George Foreman: stavolta fu Alì ad imporsi ai punti, pareggiando dunque la serie con Frazier.
Qualche tempo dopo il famoso incontro denominato Rumble in the Jungle — nel quale Alì fu in grado di riprendersi il titolo dopo un match tatticamente perfetto — Joe Frazier si propose come sfidante di Clay per l’alloro mondiale. Un incontro che pareva essere destinato a non avvenire, poiché si temeva che la gente fosse assolutamente disinteressata al terzo incontro tra due pugili che avevano già regolato i loro conti. Come per il match Alì vs Foreman, però, ci volle la scaltrezza imprenditoriale di Don King per mettere su la contesa: per la seconda volta, King portò un incontro per il titolo in un Paese di stampo dittatoriale, lontano dall’America. Nacque così Thrilla in Manila, forse il match di pugilato più violento di sempre.
L’articolo completo è disponibile sul nostro magazine alle pagine 37-38.