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L’inizio del Dark Universe: La Mummia

Published by
Alessandro Almagioni

Con questo La Mummia viene ufficialmente inaugurato il Dark Universe, l’universo condiviso dei mostri della Universal Pictures. Diretto da Alex Kurtzman, si tratta di un reboot, anche se ha ben poco a che fare con i precedenti film de La Mummia, sia che si parli della serie degli anni 2000 che di quella degli anni ‘30/’40. Infatti cambiano completamente sia i personaggi che la trama, lasciando come unico punto in comune una mummia come villain.

Un inizio titubante

La Mummia racconta l’avventura di Nick Morton, interpretato da Tom Cruise, il quale scopre casualmente la tomba della principessa Ahmanet (Sofia Boutella). Questo lo porterà ad incrociare la strada con Prodigium, un’organizzazione gestita dal Dr. Henry Jekyll (Russel Crowe) che si occupa di trovare e neutralizzare i mostri sparsi per il mondo. La sceneggiatura di David Koepp, Christopher McQuarrie e Dylan Kussman è mediocre. Si limita a fare da collante tra le varie scene d’azione, con uno svolgimento lineare che non spicca per originalità e non mostra spunti particolarmente interessanti, oltre a dare pochissimo spazio all’approfondimento dei vari personaggi. Riesce tuttavia nel suo compito di accompagnare lo spettatore senza momenti vuoti. L’impressione finale è che si limiti a fissare i primi paletti per l’universo che verrà, e a introdurre quelli che diventeranno personaggi ricorrenti.

Personaggi che a loro volta non spiccano, non rimangono impressi una volta terminata la pellicola. Crowe non eccelle, ma la sua recitazione rimane comunque discreta, e il suo Dr. Jekyll sembra avere del potenziale per diventare un personaggio interessante, nonostante la deludente trasformazione messa in scena nel corso del film, con una realizzazione pigra e davvero poco mostruosa. Boutella ci prova, ma la povera caratterizzazione da generico cattivo assetato di potere non la aiuta, anche se visivamente fa comunque una buona impressione. È chiaro fin dai trailer e dalla campagna di marketing come i riflettori siano tutti puntati su Cruise, sulle cui spalle pesa l’intero film.


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Alessandro Almagioni

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