NBA summer madness
Dopo una stagione regolare piena di record individuali riscritti e dei play-off un po’ meno emozionanti, l’estate NBA si è improvvisamente accesa con uno dei mercati più frizzanti degli ultimi anni. Analizziamo i principali affari fatti e le ripercussioni sulle squadre coinvolte.
Atlantic Division
Brooklyn Nets
La definizione più corretta potrebbe essere “eppur si muove”: dopo anni di forzato immobilismo, figlio delle scelte sbagliate del passato (leggasi roster vecchio, dispendioso, senza scelte al draft), i Nets fanno qualcosa scambiando Brook Lopez (pur sempre il loro miglior giocatore, ma tant’è) per Timofey Mozgov e per D’Angelo Russell, uno con un bel caratterino ma con ottimo potenziale. Il futuro è lungi dall’essere roseo, vista l’assenza di scelte al draft per i prossimi anni, ma quantomeno i Nets hanno un asset adesso.
New York Knicks
Hanno pescato un bel giocatore al draft, Frank Ntilikina, mantenuto Kristaps Porzingis, e licenziato Phil Jackson, di cui vorremo ricordarci per i suoi trionfi da allenatore e scordarci al più presto di questi tre orrendi anni come GM. Rimane da risolvere la situazione Anthony: pare esclusa l’opzione della rescissione consensuale, e la sua permanenza è più probabile, ma non è da escludere nulla, tenendo in mente però che ‘Melo ha la possibilità di rifiutare ogni trade.
Toronto Raptors
Rifirmato a cifre relativamente basse Ibaka, probabile la riconferma di Lowry, ma la proprietà non ha molta voglia di pagare la luxury tax: perso PJ Tucker, probabile anche la partenza di Corey Joseph, buon play di riserva.
Boston Celtics
Vorrei ma non posso. Oltre alla trade del giorno del draft (vedi sotto) che ha portato Jayson Tatum alle #3, i Celtics finora non sono riusciti ad ottenere nulla dal mercato, nonostante la pletora di scelte a disposizione. Bruciati su Griffin, Butler e George, si tenta di firmare Hayward.
L’articolo completo è disponibile nel numero 26 del nostro magazine alle pagine 30 – 34!