Quarant’anni fa, nei cinema statunitensi, uscì un film che nel corso degli anni ha scatenato un vero e proprio fenomeno culturale, citato in numerose opere cinematografiche e non, dall’alto della forte presenza sugli schermi cinematografici con nove film tra saga, spin off e riedizioni speciali: Star Wars. Le avventure nella galassia lontana lontana, con una scena che fu “anticipata” qualche anno prima da un autore modenese, furono scritte e dirette sul grande schermo per lo più da George Lucas, il patron della Lucasfilm fino all’acquisizione da parte della Disney nel 2012. Le storie della famiglia Skywalker e non, oltre a finire al cinema e nel mercato home video hanno generato il cosidetto “Universo Espanso” (o Expanded Universe per la lingua d’Albione), una galassia di opere accessorie collegate ai film o completamente scollegate dai fratelli maggiori di celluloide, composte da fumetti, libri e videogiochi. Una galassia enorme e confusionaria, organizzata secondo principi di canonizzazione volti a dare una sorta di linea guida alle storie che potevano contraddirsi. Infine, l’avvento della Walt Disney Company ha decretato l’anno zero dell’Expanded Universe, classificando le opere prodotte fino all’acquisizione come Legends (salvo qualche eccezione) e ripartendo da capo con la pubblicazione di fumetti e libri, scritti per amalgamarsi come si deve con la saga cinematografica che a dicembre vedrà l’arrivo degli Ultimi Jedi al cinema.
Nel 1975, in vista dell’avvento del primo film al cinema nel 1977, il capo del marketing della Lucasfilm Charles Lippincott entrò in contatto con Stan Lee per la pubblicazione di una serie a fumetti basata sulla sceneggiatura di Una nuova speranza con cui attirare pubblico per la successiva trasposizione cinematografica. Se sulle prime “l’uomo sorridente”, com’è chiamato, non fu molto convinto, cambiò idea in seguito all’intervento del caporedattore Roy Thomas, interessato a pubblicare una serie a fumetti basata su Star Wars, e il primo numero venne pubblicato il 12 aprile del 1977. Interessamento che, con il senno di poi, ha letteralmente salvato la Marvel dal tracollo finanziaro a cui stava per andare incontro nel biennio 1977/1978. L’accordo che stipulò Stan Lee con la Lucasfilm prevedeva che le royalties da versare dalla casa delle idee si sarebbero attivate soltanto dopo le 100000 copie vendute. Inutile dire che il traguardo fu ben presto raggiunto, facendo rinegoziare l’accordo tra le parti a vantaggio di George Lucas.
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La serie a fumetti durò 107 numeri, dall’aprile del 1977 fino a marzo del 1986. I primi sei numeri furono del tutto incentrati sulle vicende raccontate ne Una nuova speranza, mentre i numeri dal 39 al 44 furono incentrati su L’Impero colpisce ancora, il secondo film della trilogia classica uscito nel 1980. Le vicende narrate sul grande schermo ne Il ritorno dello Jedi invece ebbero una mini serie a parte composta da quattro numeri tra l’ottobre del 1983 e il gennaio 1984. La prima esperienza con la Marvel si concluse tra giugno e luglio 1987 con la chiusura delle due testate “spin off” rimaste in seguito alla conclusione della serie principale a fumetti: Droids e Ewoks, che diedero vita alle due omonime serie tv animate prodotte dallo studio canadese Nelvana per conto della Lucasfilm. Droids racconta le avventure di C-3PO e R2-D2 dagli eventi raccontati ne La vendetta dei Sith fino a Una nuova speranza, confrontandosi con personaggi apparsi nei film e nei fumetti, mentre Ewoks parla delle avventure degli “orsetti” indigeni della Luna di Endor apparsi ne Il ritorno dello Jedi, che tornarono nel mercato home video con due film per la tv basati su un soggetto di George Lucas: Ewoks: carovana del coraggio (1984) e Ewoks: la battaglia di Endor (1985).
Dopo le esperienze minori con la Pendulum Press (1978) e la Blackthorne (1988-1989), improntate sulla pubblicazione di materiale didattico a tema Star Wars la prima e per l’edizione di fumetti in 3D la seconda, nel 1991 iniziarono le pubblicazioni dei fumetti di Star Wars sotto l’egida della Dark Horse. Quest’ultima pubblicò cicli di storie tutt’ora apprezzati come la trilogia di Dark Empire (1991 – 1995), seguito diretto della serie di libri L’erede dell’Impero di Timothy Zahn, Star Wars – Eredità (2006 – 2010) e Star Wars – L’ombra dell’Impero (1996), quest’ultimo un vero e proprio progetto multimediale composto anche da un libro, da un videogioco, da una colonna sonora e da un gioco di carte collezionabili. Degni di nota anche le pubblicazioni legate al periodo della Vecchia Repubblica (Knights of the Old Republic e The Old Republic) introdotto con i videogiochi RPG Star Wars: KotOR (2003) e Star Wars KotOR II (2005), raccontando storie completamente scollegate dalla saga cinematografica visti i diecimila e rotti anni che separano i due videogiochi e le varie storie raccontate tra libri e fumetti. Infine, sulla strada percorsa con il film Rogue One, in cui vengono raccontate le storie di personaggi che con la Forza e le spade laser in generale hanno poco a che vedere, anche la Dark Horse ebbe modo di pubblicare diverse storie ambientate nel mondo di Star Wars senza dover ricorrere ai Jedi o ai Sith. Esempi ben portati dalla serie di X-Wing Rogue Squadron (1995-1998), che racconta le storie dei membri della celebre squadriglia rossa ribelle e Agente dell’Impero (2011-2013), che vede protagonista Jahan Cross, una sorta di James Bond sotto copertura a servizio dell’intelligence imperiale.
La Casa delle Idee, acquisita nel 2009 dalla Disney, è tornata a occuparsi della pubblicazione delle nuove storie dalla “Galassia lontana lontana” nel 2015, lanciando la nuova testata Star Wars e Star Wars: Darth Vader, la trasposizione a fumetti de Il potere della Forza più varie miniserie e one shot come L’Impero a pezzi, Lando e Vader colpito. Il ritorno alla Marvel inoltre coincide con l’adozione del nuovo “Canone” di Star Wars, introdotto con l’acquisizione della Disney nel 2012 per permettere agli scrittori e sceneggiatori che si sarebbero avvicendati con la scrittura di nuove storie di avere la massima libertà in ambito creativo.
Il Canone di Star Wars fu introdotto nel 2000 da parte di Leland Chee, al quale fu dato il compito di creare un database che classificasse tutte le storie raccontate ambientate nella galassia lontana lontana seguendo dei gradi di importanza. Il grado più importante era il Canone G, ovvero il canone imposto dal creatore, George Lucas, e che riguardava i film dell’esalogia e tutto il materiale, storie e dettagli pensati dal regista stesso. Seguiva poi il Canone T, legato al film e alle serie tv animata Star Wars: The Clone Wars, finché le storie raccotate non contraddicevano i fatti narrati nell’esalogia. Nella gerarchia venivano poi il Canone C, che si occupava di tutto il materiale dell’Universo Espanso, quindi le storie raccontate nei libri, fumetti e videogiochi, il Canone S, che comprendeva le storie vecchie o meno coerenti, come le prime storie pubblcate dalla Marvel negli anni 70 o il famigerato Star Wars Holiday Special e infine il Canone N, o Non canone, dedicato a storie alternative e a qualsiasi cosa non rientrasse nei canoni superiori. Una classificazione del genere permise la legittimazione delle storie raccontate durante le Guerre dei Cloni dal punto di vista dei soldati coinvolti e delle storie narrate in seguito al Ritorno dello Jedi, come la trilogia dell’Erede dell’Impero di Timothy Zahn, ritenuta da molti fan la naturale prosecuzione dell’esalogia. Ma nei progetti di riorganizzazione dettati dalla nuova proprietà quarant’anni di storie extra film erano una mole immensa di idee da gestire, anche in vista dei nuovi progetti cinematografici. Nacque così il marchio Star Wars Legends, che racchiude tutto il materiale letterario prodotto fino al 25 aprile 2014. Ciò ha semplificato di molto il canone precedente, rendendo di fatto tutte le storie narrate finora delle “leggende”, a cui eventualmente attingere qualora ci fosse l’opportunità di inserire un personaggio storico del fu Universo Espanso all’interno della nuova continuity. L’esempio finora più famoso che ha mandato in brodo di giuggiole i fan è stata l’introduzione del personaggio di Thrawn tramite la serie animata Rebels, rendendo felici gli affezionati del grand’Ammiraglio creato da Timothy Zahn. Il nuovo Canone ufficiale è così composto da tutti i film di Star Wars che sono usciti e che usciranno, come quelli della trilogia sequel e quelli della trilogia spin-off, le serie animate The Clone Wars e Rebels, i nuovi romanzi e le serie a fumetti pubblicati dal 2014 e il videogioco prodotto da EA e DICE Star Wars: Battlefront. Per ora, l’unico prodotto del vecchio Universo Espanso che si è “salvato” dalla classificazione Legends è il fumetto Darth Maul – Figlio di Dathomir, pubblicato originariamente dalla Dark Horse ed entrato nel nuovo canone in quanto basato sulla sceneggiatura di episodi della serie animata The Clone Wars mai trasmessi. Tutto il resto del materiale prodotto viene pubblicato sotto l’etichetta Legends, a ricordare che, in fin dei conti, sono tutte storie di un universo più vasto, sostituite dalle nuove storie che verranno per praticità ma non per questo dimenticate, con la speranza mai nascosta dai fan di vecchia data che possano essere di ispirazione per le nuove storie da raccontare nella Galassia lontana lontana…
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