Nell’ultima puntata avevamo visto come la maggior parte dei pezzi grossi della free agency NBA fosse già stata collocata. Andiamo a scoprire, adesso, cosa è successo da allora, quali trade sono avvenute, e quali contratti sono stati firmati.
Eastern Conference
Atlantic Division
Brooklyn Nets – Nelle puntate precedenti parlavamo di accenni di movimento dopo anni di stasi, e da allora la direzione intrapresa è rimasta quella, con anche buoni risultati. Posta l’assenza di scelte e di asset a lungo termine, l’unica risorsa sulla quale i Nets potevano contare, dopo anni di monte salari congestionato, era la libertà nel salary cap. Per questo, tutte le trade sono state al’insegna del salary dumping: scambiare giocatori di livello inferiore per giocatori di livello superiore ma con contratti troppo pesanti per la franchigia d’origine. Così si spiegano gli arrivi di giocatori di assoluto rispetto come Crabbe e Carroll, al prezzo di Justin Hamilton e Andrew Nicholson. Non verranno rimpianti.
New York Knicks – Neanche il tempo di fare il commiato a Jackson e le sue genialate manageriali che subito ti firmano Tim Hardaway Jr. a 71×4, cifra assolutamente esagerata e fuori mercato per un giocatore: giocatore che tra l’altro era stato ceduto per pochissimo, dagli stessi Knicks, un anno fa, e che ha a malapena provato di essere NBA material. Sulle note più liete, probabilmente non dovranno dare via Carmelo Anthony a zero, ma ne riparleremo più avanti).
Toronto Raptors – Riconfermato Lowry, è stato necessario qualche sacrificio per far quadrare i conti, vedi sopra alla voce Carroll e Nets. Buona comunque la presa di Cj Miles.
Boston Celtics – E alla fine un All Star, tanto voluto e cercato, è arrivato, nella persona di Gordon Hayward. Per far spazio salariale all’ex Utah è stato sacrificato Avery Bradley (in cambio del comunque convincente Marcus Morris), e sono stati salutati senza troppe remore Olynyk e Johnson. Il tutto sempre mantenendo le scelte a disposizione.
Philadelphia 76ers – Nessun update qui, rispetto alla puntata precedente: si segnala soltanto l’infortunio accorso a Fultz in Summer League. Infortunio di lieve entità, ma abbastanza per accendere le spie sui cronici problemi di salute dei giovani di belle speranze della franchigia dell’amore fraterno.
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Central Division
Detroit Pistons – Con qualche leggera sorpresa hanno deciso di rinunciare a Caldwell-Pope, prontamente sostituito dal buon Avery Bradley, di cui abbiamo parlato sopra.
Milwuakee Bucks – Come sopra; se non fosse per la rifirma di Snell (comunque restricted free agent) sarebbero l’unica franchigia con zero movimenti assoluti.
Indiana Pacers – Già detto della trade di Paul George, sono arrivati Bojan Bogdanovic e Darren Collison; saluta anche Monta Ellis, tagliato senza neanche troppi rimpianti (i tempi in cui tra lui e Curry era Monta quello forte sembrano lontani anni luce).
Chicago Bulls – La trade per Butler rimane pessima, i 32 milioni a Felicio anche e Nwaba ed Holiday non metteranno certo la franchigia in una situazione migliore di quella in cui si trova ora. Tutti sul carrarmato nella windy city.
Cleveland Cavaliers – È cambiato quasi tutto rispetto a un mese fa: rifirmato Korver, è stato preso l’ex MVP 2011 Derrick Rose, che al minimo salariale rappresenta comunque una ottima presa, ed è stato firmato come nuovo GM Koby Altman. Ma le buone notizie finiscono qui, sovrastate dalla bomba dell’estate: Kyrie Irving, stufo dell’ombra di Lebron, ha chiesto la cessione. Ciò ha scatenato, oltre a nervosismi molto accesi, una bagarre sul mercato: almeno venti squadre hanno chiesto informazioni ai Cavs, e tre di loro sono le favorite per ottenere il play nato in Australia (Suns, Knicks, grazie a Carmelo, ed Heat). «Dove andrà Kyrie Irving?» è la domanda che sta mettendo sottosopra la NBA e che sentiremo spesso nei prossimi giorni, se non addirittura mesi, visto che dal 15 dicembre è possibile scambiare i free agent firmati questa estate, ampliando le possibilità di scambio, che allo stato attuale delle cose non escludono trade a tre.
Southeast Division
Orlando Magic – Siamo sempre lontani dai playoff, ma le firme di Afflalo, Simmons, Mack del campione 2015 Speights sono comunque buone prese.
Charlotte Hornets – Situazione invariata rispetto al mese scorso.
Atlanta Hawks – Rifirmati Ilyasova e Muscala, firmato Dedmon, la perdita di Millsap rende scenari di tanking sempre più plausibili.
Miami Heat – Ufficializzato il ritiro di Chris Bosh, la franchigia di Pat Riley ha guadagnato spazio salariale che le ha concesso di rifirmare James Johnson, Dion Waiters e la bandiera Udonis Haslem, unita al nuovo arrivo di Olynyk. Il grande punto di domanda è se usciranno vincitori dalla corsa per Irving, nella quale offrono Dragic e Winslow: al di là delle storie tese tra le due squadre (cfr. Lebron James 2010 e 2014) non sembra un pacchetto allo stesso livello di quello offerto da altre compagini NBA.
Washington Wizards – Obbligati a offrire il massimo salariale per trattenere Otto Porter, come ampiamente preventivabile; offerta una meritata e ricca estensione a John Wall, la squadra sembra ancora un filo lontana da Cleveland e Boston.
Western Conference
SouthWest Division
Dallas Mavericks – L’unica novità è l’ufficialità della rifirma di Nowitzki, che si appresta alla sua ventesima stagione in NBA, tutte con la stessa squadra. Per il resto, la ricostruzione continua.
New Orleans Pelicans – Rifirmato Jrue Holiday, la mossa intrigante è la firma di Rajon Rondo. L’ex Celtics è da anni una mina vagante della NBA, e non in senso buono: i Pelicans sono la sua quinta squadra negli ultimi due anni. Riuscirà il buon legame con Cousins a riportare l’ex Kentucky a buoni livelli o rimarrà una liability offensiva?
Memphis Grizzlies – Due veterani per due giovani o quasi. Zach Randolph, dopo otto anni, lascia la città del Tennessee, in una sign and trade con Sacramento, che porta nel roster dei Grizzlies Tyreke Evans, Rookie dell’anno 2010 e Ben McLemore. Saluta pure Vince Carter, anche lui diretto a Sacramento per iniziare la sua diciannovesima stagione (unico giocatore rimasto in attività, insieme a Dirk e Ginobili, ad essere stato draftato negli anni ’90).
San Antonio Spurs – Rifirmati Patty Mills, Pau Gasol (con un contratto che lascia i più perplessi: 38×3 per un trentaseienne suscita molti dubbi) e lo splendido quarantenne Manu Ginobili, le vere sorprese sono due: la firma di Rudy Gay, giocatore con punti nelle mani ma assolutamente lontano dalle premesse del sistema Popovich, e la riconferma di LaMarcus Aldridge, che gli speroni dell’Alamo hanno provato a scambiare a quasi mezza lega.
Houston Rockets – Già detto della trade per Paul, la riconferma di Nene, insieme all’aggiunta di PJ Tucker e di Mbah a Moute sono ottime aggiunte di contorno per una delle squadre più cariche di hype per la prossima stagione.
Northwest Division
Minnesota Timberwolves – Oltre ad essere stati beneficiari della trade migliore dell’estate, le aggiunte di Taj Gibson (giocatore esploso sotto Thibodeau a Chicago) e di Jamal Crawford (veterano che in giornata porta molti punti nelle mani) completano il roster, rendendolo sempre più interessante nello scenario del selvaggio west.
Portland Trail Blazers – La squadra dell’Oregon ha deciso di crearsi spazio e provare ad infilarsi nella bagarre per Irving, spedendo Crabbe (ed il suo contratto) a Brooklyn. Probabilmente non riusciranno a ricevere Uncle Drew, ma potrebbero comunque entrare nella trade come terza squadra.
Utah Jazz – Perso Hayward, sfumato Millsap, è stato rifirmato Ingles, insieme ad Udoh, fresco di Eurolega nel suo palmares. I playoff sembrano lontanissimi.
Denver Nuggets – L’arrivo di Millsap è sicuramente un upgrade rispetto a Gallinari. Unito all’arrivo di Lyles, i Nuggets entrano in lizza per un posto ai Playoff.
Okhlahoma City Thunder – Rifirmati Roberson ed il veterano Collison, la firma di Patterson aggiunge un ottimo role player. Detto già dell’arrivo di George, basterà ad essere competitivi con Golden State? Spoiler: no, ma sarà molto interessante vederli provare.
Pacific Division
Los Angeles Lakers – Alla firma di Kentavious Caldwell Pope si aggiungono l’ottima summer league di Lonzo Ball, in ottima ascesa, e di Kyle Kuzma, ricevuto nella trade che ha spedito D’Angelo Russell a Brooklyn. Rimane tutto apparecchiato per provare qualche colpo l’estate prossima, ma si è creato un nucleo di giovani (più Brook Lopez) abbastanza intrigante.
Phoenix Suns – Protagonisti del maggior numero di trade fallite finora (leggasi George e Butler) i Suns non presentano novità rispetto all’ultimo mese, ad eccezione del taglio del veterano ex Warriors Leandro Barbosa, per ragioni salariali. Proveranno ad entrare anche loro nel discorso Irving, da valutare come e guadagnando che cosa.
Sacramento Kings – Ad un gruppo di giovani molto interessanti (come Fox, Bogdanovic, Jackson) si aggiungono due scafati veterani come Carter e Randolph.
Golden State Warriors – Tutti rifirmati, tranne McGee, ai quali si aggiungono due ottime pedine per il gioco di Kerr come Casspi e Young. Estate assolutamente tranquilla per i campioni NBA.
Los Angeles Clippers – Niente tanking, almeno per ora. Dopo l’addio di CP3 è stato blindato Blake Griffin, re delle point forward. Non è stato scambiato Jordan, e gli arrivi di Gallinari e Teodosic, alla prima esperienza oltreoceano, rendono la squadra ancora competitiva per un posto ai playoff. La convivenza tra Blake ed il nostro Gallo sarà molto interessante: in una pallacanestro dominata dalla small ball, come impatterà un quintetto con un centro dominante ma poco mobile, una ala grande con proprietà di palleggio di un playmaker, ed una ala piccola di 2.08 con le stesse caratteristiche?
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