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Il pianeta delle scimmie: la nuova saga

Published by
Alessandro Almagioni

Il pianeta delle scimmie è prima di tutto un celebre romanzo di fantascienza, scritto da Pierre Boulle e pubblicato nel 1963. Già nel 1968 viene distribuito un film omonimo, primo di un ciclo ispirato al romanzo. La storia è quella di un gruppo di astronauti che si ritrova involontariamente su un pianeta dove le scimmie sono la razza dominante e gli umani poco più che primitivi. Le differenze tra film e romanzo sono molteplici, ma in entrambi i casi si arriva alla conclusione che – nel futuro – le scimmie si evolveranno fino a dominare la Terra, contemporaneamente ad una regressione degli umani. Dopo un remake diretto da Tim Burton e uscito nel 2001, ecco che prende forma l’idea di un reboot vero e proprio, creato partendo da una trilogia che mostri l’origine e le cause di questa inversione dei ruoli.

Credit: http://www.urcaurca.it/lalba-del-pianeta-delle-scimmie.html

L’alba del pianeta delle scimmie

Nell’agosto del 2011 esce il primo film di questa nuova trilogia, diretto da Rupert Wyatt. Will Rodman (James Franco) è uno scienziato presso la compagnia Gen-sys e sta sviluppando una cura per il morbo di Alzheimer, il virus ALZ-112. Il virus viene testato su alcune scimmie, mostrando risultati promettenti, tuttavia un incidente porta a sospendere la sperimentazione e Rodman si ritrova a dover badare al piccolo partorito da uno dei primati trattati col virus. Così lo scienziato, mentre prosegue da solo con lo sviluppo della cura, si occupa di crescere il piccolo Cesare, che mostra di aver ereditato geneticamente una spiccata intelligenza, frutto dell’esposizione al virus. Rodman arriva a creare l’ALZ-113, che incrementa l’intelligenza delle scimmie rivelandosi tuttavia letale per gli umani. Così, mentre le scimmie guidate da Cesare fuggono nella foresta, il virus inizia a diffondersi tra gli esseri umani.

La trama scorre bene, è interessante, lineare e comprensibile, senza forzature o escamotage improbabili. I tre atti sono abbastanza equilibrati e tutto il film si regge sulle sue gambe, gettando le basi per la saga ma dando comunque un finale alla pellicola. Il cast è ottimo: in particolare Andy Serkis, che attraverso il motion capture interpreta Cesare, mostra una performance eccellente e riceve numerose lodi dal mondo del cinema. Inoltre, uno dei maggiori punti di forza sono gli effetti speciali. La Weta Digital attraverso la CGI crea delle scimmie veramente sbalorditive, con un livello di dettaglio e realismo impressionante. Tutto ciò non passa inosservato e, oltre ad un soddisfacente responso della critica, la pellicola riesce ad avere degli incassi eccellenti, specialmente se si considera il periodo d’uscita.

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Credit: http://www.foxmovies.com/movies/dawn-of-the-planet-of-the-apes

Apes Revolution – Il pianeta delle scimmie

Passano tre anni, ed ecco che nel 2014 arriva il secondo capitolo, stavolta diretto da Matt Reeves. A circa dieci anni dal film precedente, la popolazione umana è stata decimata, e sono sopravvissuti solo coloro che sono geneticamente immuni al virus. Un gruppo di questi sopravvissuti, mentre cerca di raggiungere una diga, si imbatte in Cesare, il quale  – nonostante la diffidenza – è convinto che si possa arrivare ad una pacifica convivenza tra uomini e scimmie. Pensiero diametralmente opposto è quello del bonobo Koba, che nutre un profondo rancore verso gli umani e vorrebbe combatterli in ogni modo. Dopo diversi tentativi quest’ultimo riesce nel suo intento, provocando lo scoppio della guerra tra le due specie. Così Cesare, dopo aver ucciso Koba, si prepara per la guerra che lo attende.

Il film è strettamente legato al primo capitolo, sia nella forma che nel contenuto. La trama è lineare ma interessante, piuttosto lenta ma non noiosa. Si assiste ad un’evoluzione delle scimmie che le avvicina, più a livello psicologico che fisico, agli esseri umani. Tuttavia, queste cercano di essere migliori: per esempio, è chiaro come comprendano e siano in grado di parlare ma preferiscano utilizzare il linguaggio dei segni, ricorrendo alla parola solo quando strettamente necessario. Serkis è ancora più presente e riconferma la performance che già aveva mostrato, anche se no va dimenticato tutto il resto del cast che svolge un buon lavoro. Gli effetti visivi rimangono eccellenti, con scimmie sempre più realistiche. Sia a livello di critica che di incassi, questo secondo capitolo supera i già ottimi risultati del primo, confermando la direzione del lavoro svolto finora.

Credit: http://redcapes.it/war-for-the-planet-of-the-apes-trailer/

The War – Il pianeta delle scimmie

Dopo altri tre anni, ecco che nel 2017 arriva il capitolo conclusivo di questa trilogia, diretto ancora da Matt Reeves. A distanza di due anni dal film precedente, la guerra infervora. Il figlio di Cesare, Occhi Blu, rivela di aver trovato un posto dove le scimmie potrebbero cominciare una nuova vita lontano dagli umani, e cominciano così i preparativi per il viaggio. Nel mentre, i soldati guidati dal Colonnello continuano a minacciare la sopravvivenza di Cesare e tutto il branco.

Rispetto alle pellicole precedenti l’atmosfera è molto più tesa, i tentativi di pace sono falliti e la guerra sta logorando tutti, uomini e scimmie. La battaglia che apre il film risulta veramente cruda e spettacolare, mostrando guerra e morte da entrambe le parti. La storia scorre bene e alterna lenti dialoghi a concitate scene d’azione, sebbene alcune scene rallentino eccessivamente lo scorrere degli eventi. I difetti principali si trovano però nell’ultima mezz’ora, dove alcune forzature fanno storcere un po’ il naso, con un paio di scelte gestite malamente.

Gli effetti speciali sono ancora più sorprendenti, con scimmie sempre più realistiche nel pelo, nelle animazioni e in altri dettagli, tuttavia il character design è molto diverso dai film precedenti, con scimmie marcatamente antropomorfe e lievemente cartoonesche. Questa contrapposizione genera un effetto leggermente estraniante, tanto che in alcune scene sembra di vedere degli animatronic e non delle creature in CGI. Tuttavia l’aspetto così umano rispecchia l’evoluzione psicologica, infatti le scimmie diventano sempre più simili agli uomini. Cesare usa molto il linguaggio umano, mentre nei film precedenti usava quasi sempre il linguaggio dei segni. Andy Serkis continua ad interpretare egregiamente Cesare, e anche Woody Harrelson nei panni del Colonnello si comporta bene, sebbene il personaggio non abbia una caratterizzazione particolarmente originale. I risultati di critica e pubblico rimangono sul livello del capitolo precedente, per un film che nel complesso si afferma come un’ottima chiusura per questa trilogia estiva.

Credit: http://www.foxmovies.com/movies/planet-of-the-apes

La nuova saga del pianeta delle scimmie, tuttavia, non si conclude qui: anzi, è già in progetto un quarto film, che presumibilmente arriverà a riprendere direttamente gli eventi della pellicola originale. Il lavoro svolto finora ha portato ottimi risultati, quindi le speranze per il futuro sono che la squadra non si adagi sugli allori ma continui a mantenere l’alto livello mostrato finora.

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Alessandro Almagioni

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