Di cosa parliamo quando ci riferiamo al Sexy Brutale? Senza dubbio ci stiamo riferendo al casinò del marchese Lucas e di conseguenza al videogioco indie suo omonimo. Sviluppato congiuntamente da Cavalier Game Studios e da Tequila Works, viene pubblicato il 17 aprile 2017 da questi ultimi. L’indie in questione si presenta come un videogioco d’avventura a puzzle, basato principalmente sui loop temporali, ovvero periodi di tempo che si ripetono all’infinito. La risoluzione di ogni enigma si baserà infatti sul sapiente utilizzo del tempo a propria disposizione in uno scenario che raramente subisce cambiamenti. Questo permette un’ampia esplorazione del Sexy Brutale, modificata solo labilmente dalle azioni del giocatore. Perfino questa caratteristica possiede il suo fascino, poiché una volta terminato il loop corrente il protagonista si ritroverà sempre nel solito, immutato Sexy Brutale di sempre.
La prima parte del gioco, chiaramente impostata come un tutorial, sarà molto limitata. Il prete Lafcadio Boone, il protagonista, si sveglia intontito e mascherato. Immediatamente farà la conoscenza di un inquietante personaggio, nonché suo misterioso benefattore, la Donna Rosso Sangue. Questa si limiterà a fornire al povero religioso una serie di indizi sconclusionati, per poi scomparire in una pozza di sangue una volta donatogli un orologio mezzo rotto. L’obiettivo di Lafcadio sarà quindi, sfruttando la possibilità di ripetere all’infinito le prime cinque ore di quel maledetto sabato, salvare il primo di una lunga serie di ospiti. Durante questi primi passi il protagonista sarà informato, sempre dalla Donna Rosso Sangue, di non poter interagire direttamente con nessuno dei viventi all’interno del Sexy Brutale. Tentare un approccio infatti scatenerà il potere delle maschere, danneggiando Lafcadio. Basta quindi trovarsi per troppo tempo nella stessa stanza di un ospite per ritrovarsi punto a capo.
Interagire direttamente con ospiti e staff è fuori questione. L’unico modo per modificare il corso degli eventi è indirettamente. Possiamo quindi dividere le fasi del gioco in due ben distinte, l’osservazione/esplorazione e il momento dell’azione. Fulcro di tutte le meccaniche è infatti sapere prima di fare. Durante l’osservazione potremo spiare attraverso le porte, nasconderci in appositi armadi e interagire con gli oggetti intorno a noi. Dovremo quindi scoprire, quasi come nel classico Cluedo, chi, come e quando. Il perché rimane invece un inquietante mistero che ci accompagnerà durante tutto il tempo di gioco. Una volta che avremo osservato i movimenti di ospiti e staff, questi verranno salvati e archiviati all’interno della mappa, consultabile in ogni momento. Compresi quindi pienamente i minuscoli dettagli degli eventi di fronte a noi si potrà finalmente passare alla seconda fase, dove sarà necessario invece dell’osservazione un’ottima tempistica.
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Prima di tutto occorre un piano. Trovare tutti i pezzi è la prima fase, farli combaciare è la seconda e ben più complicata. Tramite la User Interface della mappa possiamo infatti consultare tutte le informazioni da noi raccolte e osservare i movimenti all’interno della casa spostando uno slider temporale. Il gioco ci fornisce infatti piccoli indizi e appunta automaticamente tutti i punti d’interesse, rendendo la navigazione meno frustrante. Non sempre però apparirà ovvio come agire. Osservare meglio e rimandare in genere è quasi sempre la soluzione migliore. Considerare come questo possa portare a scoprire piccoli dettagli ignorati prima o alla scoperta di ulteriori collezionabili non fa altro che rafforzare questo concetto. Il frustrante processo conosciuto come trial and error può essere quindi evitato concedendosi più tempo e provando a seguire piste diverse. Lo stesso non si può sempre dire della raccolta dei collezionabili che molto spesso è facile farsi sfuggire.
Una volta che avremo salvato il primo ospite ci troveremo di fronte ad una meccanica importantissima. Le maschere, come accennato dalla Donna Rosso Sangue, sono potenti. Ella ci esorterà a raccogliere quella appena abbandonata dal primo ospite, Reginald Sixpence. Indossandola non solo guadagneremo un nuovo potere, ma potremo anche renderci conto del significato implicito. Le maschere non solo rappresentano i personaggi, letteralmente sono i personaggi. Questo concetto va ad intrecciarsi con la storia, i comportamenti e le morti stesse dei personaggi, amplificando l’immersione e rendendo magnificamente. La maschera del Barone Sixpence ha anche un utilizzo molto più mondano: essa infatti ci permetterà di interagire con gli orologi a pendolo sparsi per il Sexy Brutale, legando Lafcadio ad essi. Questo potere non è nient’altro che un simpatico modo per implementare un basilare sistema di checkpoint da cui far ripartire l’inquietante giornata. Un potere quindi fondamentale per gli spostamenti.
Finito lo spezzone tutorial, salvato Sixpence e recuperata la sua maschera, riceveremo un ulteriore regalo. Egli infatti prima di andarsene riparerà l’orologio regalatoci dalla Donna Rosso Sangue, permettendo a Lafcadio di muoversi liberamente all’interno dell’intero loop temporale a sua disposizione. Questo di fatto fa guadagnare al religioso sette ulteriori ore in cui esplorare il complesso del Sexy Brutale. Oltre all’ampliamento temporale avremo anche finalmente accesso al resto della struttura, venendo ironicamente tagliati fuori dalla Cappella fino a quasi alla fine del gioco. La Donna Rosso Sangue continuerà a seguirci durante i nostri sforzi, mettendo anche in chiaro come l’edificio stesso lotti contro di noi. La prossima tappa diventa quindi la parte essenziale dell’edificio: il casinò stesso, dove questa volta dovremo salvare una coppia di ospiti contemporaneamente. Per quanto l’esplorazione di altre zone non sia completamente impedita risulta poco pratica, ed è infatti consigliato osservare bene e tornare poi indietro.
Arrivati alla prima coppia di ospiti questo concetto arriva quasi a risuonare. Riportare alla mente la morte di Sixpence mentre osserviamo uno qualsiasi degli altri ospiti morire, ragionare su come la fine stessa dei personaggi appaia ironica per ciò che essi rappresentano. Anche il modo che ha lo sviluppo della trama di suggerirlo appare inquietante e ben strutturato. Ci troviamo di fronte ad una specie di tela degli omicidi, in cui osserviamo lentamente una mano invisibile dipingere. Ogni frammento di questo dipinto immaginario creato ad arte e su misura, praticamente perfetto tanto incredibilmente dettagliato e abbellito. Ogni vittima sarà manipolata contro se stessa, i suoi punti di forza sfruttati per chiudere la tela intorno ad essi, a volte letteralmente. Questo non solo testimonia l’incredibile capacità dei team di sviluppo sotto molteplici punti di vista, ma addirittura si trasforma in un vero e proprio trionfo nel finale per nulla scontato.
Sono sparsi per ogni stanza, pronti ad essere colti. L’attenzione tuttavia, per quanto pretesa dal giocatore per completare il gioco, è ricambiata anche da parte del team artistico. Ogni luogo è infatti realizzato con cura quasi maniacale e si sposa perfettamente con la colonna sonora. Questa, per quanto non molto varia, nel complesso è sempre molto adatta alla situazione e si presta benissimo. Bisogna inoltre notare come tutti questi dettagli, ottimi nel loro singolo, danzino assieme al ritmo dell’orologio. Le stanze cambieranno volto, la musica rallenterà a seconda dell’orario. Altro aspetto importantissimo riguarda fenomeni inizialmente inspiegabili che si potranno osservare, sempre puntuali. Lavoro del giocatore sarà infatti connettere quella leggera intermittenza nelle luci con il suo avvenimento. Una volta completato questo compito il tempo di ogni loop sarà scandito da questi dettagli, che ci ricorderanno di come qualcuno stia morendo per l’ennesima volta da qualche parte nella magione.
Quello tra giocatore e gioco che avviene in questo caso è ottimo. Tuttavia non bisogna disdegnare i singoli dialoghi e pensieri che costellano il gioco. Essi infatti rafforzano i personaggi ma non solo, sono anche infatti il miglior veicolo di informazioni a disposizione del giocatore. Risulta facile in alcuni casi esagerare con i dialoghi, scadendo quasi nel ridicolo. The Sexy Brutale riesce però a mettere insieme un’esperienza tanto brutale quanto sexy, che permette tranquillamente di pedinare staff e ospiti non solo per carpire informazioni, ma anche solo per il semplice piacere di scoprire di più. Lo stesso ovviamente vale per gli oggetti con cui si può interagire, tuttavia i dialoghi possiedono quel qualcosa aggiunto. Da questi infatti non solo si può comprendere l’ottima scrittura dietro a The Sexy Brutale, ma si può anche pienamente assaporare lo humor macabro di cui questa avventura è intrisa.
Piccoli difetti vanno a insinuarsi però nel complesso meccanismo di questo gioco. Trattandosi per lo più di difettucci di natura tecnica, come ad esempio alcune animazioni che scattano nei momenti meno opportuni, potrebbero apparire dettagli tralasciabili. Principalmente infatti lo sono, ma riescono in alcuni casi a essere invasive, sopratutto se parliamo di cali di frame o musica che si blocca durante le transizioni. Questi difetti diventano assolutamente insopportabili durante alcune delle scene finali, traducendosi in un’esperienza quasi rovinata a causa dei cali costanti che quasi si riducono a un fermo immagine. Bisogna inoltre considerare come raramente alcune animazioni non partano quando devono, oppure al contrario partano quando non devono, fenomeno eccessivamente comune con alcune porte. In questo quadro che rovina la perfezione dell’intera composizione vanno ad aggiungersi i problemi tipici dei giochi del genere, ovvero la quasi completa mancanza di rigiocabilità e a volte la troppa semplicità di alcuni enigmi.
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