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Orlandina: l’inizio di un altro sogno

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Paolo Terrasi Borghesan

Dopo l’ottavo posto della stagione passata, culminata con l’eliminazione ai quarti di finale da parte dell’Olimpia Milano per 3-1 dopo una fantastica Gara 1 che ha visto l’Orlandina espugnare il forum, Capo D’Orlando riparte per una nuova stagione. Siamo stati a vedere la presentazione della squadra.

Premessa: piccolo breviario storico dell’Orlandina

L’Orlandina basket, fondata nel 1978, è salita alla ribalta nazionale nella seconda metà degli anni 2000, con la prima, storica, promozione nella massima categoria nel 2005. Finora, non si è riconfermata in Serie A soltanto per motivazioni extra-sportive, riconquistando la massima categoria, dopo essere ripartiti dalla Serie C, in 5 anni.

Ciò che colpisce di Capo D’Orlando, oltre alla sua latitudine (nel dopoguerra, soltanto altre due squadre siciliane hanno disputato la Serie A, non andando oltre una stagione a testa) è la dimensione della piazza: un ameno paese di diecimila anime, distribuite lungo una fantastica spiaggia, con vista sulle Eolie e col sole che ogni sera annega dolcemente nel Tirreno.

#NoFilter direttamente dal lungomare Luciano Ligabue

In questo contesto, normalmente ottimale per una piccola vacanza o un buen retiro, si è riuscita a sviluppare una buona pallacanestro, pur con la limitazione delle risorse che un piccolo club impone. Grandi giocatori sono stati scoperti dal club della provincia di Messina: Wallace, Diener, Slay, Fitipaldo sono solo alcuni dei giocatori stranieri scoperti dai Siciliani; mentre il terzetto Olimpico composto da Pozzecco, Soragna e Basile ha deciso di esprimere il proprio “canto del cigno” tra le mura del PalaFantozzi.

Ciononostante, l’Orlandina Basket non ha nessuna intenzione di adagiarsi sugli allori e sui traguardi passati, e si presenta ai nastri di partenza della stagione 2017-2018 con voglia di stupire, di migliorarsi, e farsi conoscere anche in Europa.

#TheDream comincia dal futuro

La presentazione (che trovate integralmente qui) si apre con, seduti sul palco, i giovani ragazzi membri del progetto Orlandina Young: già a partire dallo scorso anno, Capo ha deciso di investire sul minibasket, aprendo collaborazioni con le scuole del messinese. 

Anche il sindaco della città, Franco Ingrilli, opera in chiave futura: «Stiamo lavorando per il nuovo palazzetto, necessario per adeguarci alle nuove norme; speriamo di avere il progetto entro due settimane, chiaramente sarà dedicato ad altri eventi e non solo alla pallacanestro».

L’Orlandina espande anche il suo network commerciale, introducendo la partnership con la SikeliArchivi: darà il nome al palazzetto e sarà sponsor per le partite europee.

Il PalaFantozzi / Pala SikeliArchivi.

Tra ritorni e volti nuovi

Conferme: Mario Delas, Mario Ihring, Vojislav Stojanović, Giorgio Galipò. Il Croato Delas, nominato capitano coniuga stazza e tecnica, ed è un fattore chiave quando in forma. Ihring, maturato dopo un’esperienza in prestito, crescerà come back-up di Atsur. Stojanović, costretto a saltare buona parte della stagione scorsa per infortunio, fornirà minuti di qualità dalla panchina, col suo buon tiro. Galipò, messinese di nascita, completerà il reparto guardie.

Nuovi arrivi: attirano l’attenzione sopratutto Engin Atsur e Damien Inglis. Il turco è un giocatore di assoluta esperienza e livello per questa serie A; dieci anni fa a Treviso era uno dei migliori giocatori del campionato, ed essendo invecchiato bene in Turchia (dove ha vinto tutto) potrebbe ripetersi in una lega di livello inferiore a quella affrontata con i Veneti. Il francese, con una breve esperienza NBA nel curriculum, ha il potenziale per fare molto bene: coniuga un atletismo spaventoso a una buona quantità di punti nelle mani, a 22 anni può ancora migliorare e Capo è un contesto adatto a farlo.

Invece, potenziali sorprese positive possono essere Edwards e Jakovlev. La guardia Canadese ha partecipato alla scorsa summer league, con i Toronto Raptors; l’ucraino è garanzia di esperienza, anche europea, ed è dotato di un buon tiro dietro l’arco. Entrambe potrebbero rivelarsi come le “classiche prese” del DS Sindoni (premiato come migliore nel suo ruolo l’anno scorso), abituato a fare scouting sotto traccia nell’est Europa.

Wojciechowski e Alibegovic assicurano qualità dalla panchina, necessaria per affrontare la doppia campagna. D’altronde, la profondità di roster è stato il punto debole di Capo D’Orlando la scorsa stagione; la serie di playoff contro Milano è stata fortemente indirizzata dalla lunghezza della panchina. I giovani Laganà e Donda completano il roster.

Oltre al comparto giocatori, Capo D’Orlando si è rinforzata anche a livello di staff. Scontata la conferma di Coach di Carlo, spiccano le figure di Kim Hughes, ex giocatore e preparatore NBA, e di Biagio Di Giorgio, fisioterapista ad Eurobasket 2017 per la Georgia.

L’Orlandina 17/18 al completo.

Sogno o realtà?

Tirando le somme, la Betaland Capo d’Orlando si è rinnovata senza snaturarsi. Si presenta sempre come una squadra tenace, combattiva, con delle buone individualità. La campagna europea sarà un’incognita, già dal preliminare del 29 Settembre e del 2 Ottobre, viatico per capire se sarà Champions League o Eurocup. Ma mentre quello europeo è un sogno tutto da vivere, la serie A è una realtà consolidata per il quarto anno consecutivo. Fin dove si spingerà il piccolo paese siciliano? Non vediamo l’ora di scoprirlo.

 

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Paolo Terrasi Borghesan

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