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Tom Petty, addio al leader degli Heartbreakers

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Vittorio Comand

La notizia è arrivata all’improvviso nella notte del 2 ottobre: Tom Petty, chitarrista e cantante americano, è morto a causa di un arresto cardiaco all’età di 66 anni. La settimana prima aveva appena concluso il suo ultimo tour estivo con tre concerti all’Hollywood Bowl di Los Angeles assieme alla sua band, the Heartbreakers.

I primi anni e la nascita degli Heartbreakers

Tom Petty nasce a Gainesville, in Florida, il 20 ottobre 1950. La sua passione per la musica sboccia nell’estate del 1961, quando viene invitato da suo zio ad assistere alle riprese di un film su cui sta lavorando: il film in questione si intitola Follow That Dream (in Italia tradotto come Lo sceriffo scalzo) e il protagonista è Elvis Presley. L’incontro con il re del rock ‘n’ roll è una rivelazione per il piccolo Tom, il quale decide di iniziare a suonare la chitarra. Nel 1964, dopo aver visto i Beatles nella loro celeberrima esibizione all’Ed Sullivan Show, forma il suo primo gruppo, i Sundowners.

Tom Petty fotografato a New York nel 1976. (Photo credits: Richard E. Aaron/Redferns)

A 17 anni, Petty abbandona gli studi per dedicarsi completamente alla musica con la sua band dell’epoca, The Epics, che poi cambierà nome in Mudcrutch. Assieme ai Mudcrutch, Petty ottiene un discreto successo nella zona di Gainesville, ma non riesce a sfondare a livello nazionale. Nel 1974 firma un contratto con l’etichetta Shelter Records e si trasferisce a Los Angeles, mentre l’anno successivo pubblica il singolo Depot Street, che però passa inosservato: dopo questo fallimentare tentativo di entrare nelle classifiche americane, i Mudcrutch si sciolgono, ma il tastierista Benmont Tench e il chitarrista Mike Campbell continuano a suonare con Petty. Nel 1976 vengono reclutati il bassista Ron Blair e il batterista Stan Lynch: nasce così la prima formazione dei The Heartbreakers, band che accompagnerà Tom Petty per tutta la sua lunga carriera.

Il primo, omonimo disco di Tom Petty and the Heartbreakers viene pubblicato il 9 novembre 1976: sulla copertina il biondissimo Petty sorride beffardo, mentre sulla sua testa troneggia il nome della band e il suo logo, un cuore trafitto da una chitarra elettrica. Petty non si fa trascinare dalle nuove tendenze musicali che iniziano a crescere sul finire degli anni ’70, come il punk e la new wave, ma propone uno scoppiettante rock molto tradizionale e squisitamente fuori moda, influenzato dal beat inglese anni ’60, dal blues e dal country. Fra i tratti distintivi della sua musica il più immediatamente riconoscibile è la sua particolarissima voce, dal registro nasale e vagamente simile a quella di Dylan.

L’esordio discografico passa inizialmente inosservato in patria, mentre si fa notare maggiormente in Inghilterra, dove la band andrà in tour come spalla al musicista americano Nils Lofgren. Fra i brani contenuti nel primo album di Tom Petty risaltano in particolari le hit Breakdown e, soprattutto, American Girl (che compare anche nel film Il silenzio degli innocenti), successi che ancora oggi vengono spesso passati nelle stazioni radiofoniche americane.

Il successo con gli Heartbreakers e i Traveling Wilburys

Prima della fine degli anni ’70, Tom Petty pubblica ancora due album, You’re Gonna Get It! e Damn the Torpedoes, che consolidano la crescente fama degli Heartbreakers anche in patria, non senza però dei problemi legali fra l’uscita di un disco e l’altro: l’etichetta del gruppo, la Shelter Records, era distribuita da un’altra casa discografica, la ABC, che nel frattempo era stata venduta ad un altro colosso dell’industria musicale americana, la MCA. Ne nasce una causa per la proprietà dei diritti dei brani del gruppo, le cui spese legali vengono finanziate un tour chiamato, per l’appunto, Lawsuit Tour. Risolta la questione, Damn the Torpedoes viene pubblicato nel 1979 e diventa in breve tempo disco di platino grazie ai tre singoli Don’t Do Me Like That, Refugee e Here Comes My Girl.

Nel 1981, Petty si scontra nuovamente con l’industria discografica: mentre si stanno effettuando le registrazioni per il quarto disco del gruppo, Hard Promises, la MCA dichiara di voler vendere l’album a un prezzo maggiore rispetto agli altri dischi in commercio. Petty si rifiuta di far pagare ai suoi fan un disco a un costo più alto, minacciando di interrompere le sessioni in studio. Alla fine la MCA cede al ricatto del cantante e non applica il sovrapprezzo: alla sua uscita, Hard Promises diventerà un successone, finendo nella top ten americana.

Nel corso degli anni ’80, Tom Petty and the Heartbreakers diventano una delle band di rock più celebri negli Stati Uniti e in tutto il mondo, grazie al loro rock diretto e allo stesso tempo sofisticato, privo della bruta irruenza dell’hard rock e del punk, ma con richiami molto chiari verso sonorità più leggere come quelle del pop e del beat. Dopo il disco del 1982 Long After Dark, che segna l’uscita dal gruppo del bassista Ron Blair in favore di Howie Epstein, nel 1985 The Heartbreakers si esibiscono al Live Aid e pubblicano Southern Accents: a fare da traino al disco è il brano Don’t Come Around Here No More, diventato celebre grazie al suo videoclip, ambientato nel Paese delle Meraviglie di Lewis Carroll e con Tom Petty nei panni del Cappellaio Matto.

Nel 1988, dopo un tour assieme a Bob Dylan e la pubblicazione di Let Me Up (I’ve Had Enough), Tom Petty si concede una breve pausa dagli Heartbreakers per unirsi a un nuovo progetto musicale: assieme a George Harrison, Jeff Lynne della Electric Light Orchestra, Roy Orbison e lo stesso Dylan forma i Traveling Wilburys, supergruppo di pregevole country rock. Nonostante le buone premesse del primo album, Traveling Wilburys Vol. 1, l’inaspettata morte di Orbison nel dicembre del 1988 frena sul nascere il potenziale del gruppo, che si scioglie nel 1990 dopo la pubblicazione del secondo disco, intitolato scherzosamente Traveling Wilburys Vol. 3.

La carriera solista e il ritorno degli Heartbreakers

Nel 1989, Tom Petty registra il suo primo album da solista, Full Moon Fever, riscuotendo un clamoroso successo. I brani Free Fallin’ e I Won’t Back Down diventano immediatamente dei classici nel repertorio del cantante; I Won’t Back Down, in particolare, grazie al suo testo incentrato sul non arrendersi e sul superare qualsiasi difficoltà, diviene una delle canzoni simbolo della ripresa degli Stati Uniti dopo l’attentato terroristico alle torri gemelle del 2001.

Nel 1991 esce Into the Great Wide Open, ottavo lavoro in studio per Tom Petty and the Heartbreakers, a quattro anni di distanza dal precedente. Anche questa volta il disco fa un successo strepitoso, consacrando il gruppo come una delle ultime rock band americane nel senso più canonico del termine. Nel 1994 Tom Petty pubblica un nuovo album da solista, chiamato Wildflowers, prodotto da Rick Rubin, mentre nel 1996 registra assieme agli Heartbreakers Songs and Music from She’s the One, la colonna sonora del film Il senso dell’amore.

Per Tom Petty la fine degli anni ’90 è un periodo molto delicato: nel 1996 divorzia dalla moglie Jane Benyo dopo più di vent’anni di matrimonio e inizia a consumare eroina, rivelando la sua dipendenza solo a distanza di anni nella biografia del 2015 scritta da Warren Zanes. Il risultato di questi anni travagliati è il disco del 1999 Echo, prodotto dal sapore particolarmente amaro e malinconico rispetto all’usuale repertorio del musicista.

Gli ultimi anni e la morte

Con l’inizio del nuovo millennio, Tom Petty riesce a risollevarsi dalla parentesi particolarmente negativa della sua vita: nel 2001 si sposa Dana York, mentre l’anno successivo la lunga carriera con gli Heartbreakers viene coronata dall’ingresso nella Rock and Roll Hall of Fame. Nello stesso anno viene pubblicato The Last DJ, disco pervaso dalla critica di Petty nei confronti dell’industria musicale, con cui si è sempre scontrato fin dagli inizi. Nel 2008, Tom Petty and the Heartbreakers si esibiscono durante l’intervallo del Super Bowl e si riunisce con i vecchi membri dei Mudcrutch, una delle sue band giovanili, con cui pubblica due dischi, uno sempre nel 2008 e uno nel 2016. Con gli Heartbreakers, invece, l’ultimo disco è Hypnotic Eye, risalente al 2014.

Ad aprile di quest’anno, Tom Petty stava girando gli Stati Uniti in tournée per celebrare il quarantesimo anno di carriera assieme agli Heartbreakers. Nell’ultima data del tour, il 25 settembre all’Hollywood Bowl, aveva concluso il concerto con uno dei brani che gli hanno permesso di diventare famoso all’inizio della carriera, American Girl, forse il primo vero successo della sua vasta discografia.

La mattina del 2 ottobre, Tom Petty viene ritrovato in casa privo di conoscenza e in arresto cardiaco. Viene portato all’UCLA Medical Center di Santa Monica, dove muore alle 20.40. Si spegne così uno dei musicisti che più di tutti negli ultimi anni ha portato avanti la tradizione del rock americano nel suo personalissimo modo, rimanendo fino alla fine onesto e coerente con il suo stile musicale strettamente legato ad un genere che ormai sembra essere, per fortuna o purtroppo, del tutto scomparso.

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