Di storie sul calcio ne sono state scritte tante. Questa che però porta lo stato di Panama tra le 32 migliori nazionali che parteciperanno al mondiale di Russia 2018 ha un certo fascino. Una qualificazione arrivata, come si suol dire, per il rotto della cuffia: la Marea Roja, prima di poter scrivere letteralmente la storia, aveva bisogno che il risultato della sua partita e di quella degli Stati Uniti mettessero Panama in una situazione favorevole. Il quinto turno di qualificazione CONCACAF per i Mondiali in terra russa infatti vedeva i panamensi dietro agli Stati Uniti, perlopiù con lo scontro diretto a sfavore: la nazionale a stelle e strisce aveva battuto Panama per 4-0 qualche giorno prima. A simboleggiare quanto l’occasione fosse più unica che rara, il giorno dopo la vittoria contro il Costa Rica con aritmetica qualificazione a Russia 2018 è stata dichiarata una giornata di festa nazionale: ogni 11 ottobre d’ora in poi a Panama si festeggerà El dia del Mundial.
La voz del Pueblo ha sido escuchada; celebra este día histórico para Panamá. Mañana será Día de Fiesta Nacional. pic.twitter.com/RJWNyTs06L
— Juan Carlos Varela (@JC_Varela) October 11, 2017
La storia calcistica di Panama
Prima di poter arrivare a difendere i propri colori in una delle manifestazioni più famose in assoluto, Panama ha vissuto un passato calcistico tortuoso passando ben quattro anni al di fuori dell’organo della FIFA. I Los Canaleros esistono fin dagli anni ’20, sebbene la prima partita ufficiale venne giocata nel 1938 contro il Venezuela, match che coincide peraltro con la prima vittoria. Nel decennio precedente, il progetto era ancora in via di sviluppo, sebbene la nazionale di Panama – apparentemente – fu invitata dalla AUF (Associaciòn Uruguaya de Futbol) alla prima Coppa del Mondo che si sarebbe giocata in Uruguay. L’invito venne poi declinato, in quanto Panama non aveva avuto un percorso di crescita abbastanza netto rispetto alla fondazione della selezione. Nei decenni successivi la Marea Roja comincia il suo percorso di crescita culminato nei tornei del Centro America tra nazionali, vincendo il CCCF Championship – competizione antenata che diede vita a quella che oggi è la Gold Cup CONCACAF – nel 1951. Negli anni ’80 Panama vive il momento più buio della sua storia calcistica nell’allontanamento dalla FIFA con disaffiliazione: nonostante ciò il movimento continuò a crescere fino al ritorno nell’organo mondiale nel 1986. Proprio nello stesso decennio si vede la rinascita del movimento calcistico panamense: durante gli anni ’80 infatti nasce la prima lega professionistica di calcio panamense, la ANAPROF. Queste sono state iniziative mirate al fine di rilanciare uno sport come il calcio, laddove il pallone non era lo sport più popolare, surclassato dal baseball. C’è anche un po’ d’Italia all’interno della storia calcistica dei Los Canaleros, dal momento che il Tauro Football Club è stato fondato ed è tuttora gestito da italiani. La squadra di Giancarlo Gronchi è stata sicuramente una delle prime a raggiungere lo status professionistico all’interno di Panama e vanta finora ben 12 campionati nazionali. Oltre al Tauro Football Club, l’Arabe Unido è una delle compagini che sta contribuendo al miglioramento – in termini di prestigio – della ANAPROF. Assieme a queste genuina rivalità, la Federazione nazionale ha avviato diversi progetti nel 2015 per far conoscere meglio il calcio all’interno del paese, ospitando spesso campioni che tengono seminari su come si gioca, come si organizzano le ripartenze e come si tiene la difesa. Sebbene la Gold Cup sia stata fondata negli anni ’90, Panama prende parte alla nuova competizione continentale solo nel 2005, arrivando al secondo posto finale. Da quel momento La Marea Roja si è affermata come valida contendente all’interno delle squadre del Nord e Centro America.
L’apice del calcio panamense: Russia 2018
Premesso che le fasi di qualificazione CONCACAF per i mondiali sono una serie di turni in cui si disputano sfide tra le squadre di basso ranking del continente fino ad arrivare al top, la nazionale di Panama durante gli anni è riuscita a guadagnarsi una tra le prime posizioni del ranking continentale. Per questo motivo la Marea Roja ha dovuto giocare solo dalla quarta fase di qualificazioni, ottenendo il pass per quella successiva, ovvero il girone che assegna i tre posti per i mondiali FIFA alle nazionali della confederazione nordamericana. Le prestazioni della squadra di Bolillo Gomez sono state un po’ altalenanti, alternando vittorie importanti a cali di concentrazione, spesso sfociati in vere e proprie batoste. Nonostante ciò, alla vigilia dell’ultima giornata delle qualificazioni mondiali, il girone vedeva Messico e Costa Rica già qualificati, Stati uniti a 12 punti, Honduras e Panama a 10. Gli Stati uniti avevano tutti i vantaggi del pronostico, oltre ad aver accumulato gli scontri diretti a favore contro le due inseguitrici: 4-0 contro Panama e 6-0 contro Honduras.
L’ultimo turno del girone tra l’altro vedeva impegnate le nazionali in questione in tre match completamente diversi: Panama ospitava il Costa Rica – secondo nel girone, già tranquillo di avere un posto prenotato per Russia 2018 – col bisogno di ottenere i tre punti, mentre gli Stati Uniti giocavano in trasferta contro Trinidad e Tobago, ormai fuori dai giochi, fanalino di coda del gruppo di qualificazione mondiale. Match ancora più difficile quello che attendeva Honduras, che ospitava il Messico, già qualificato da diversi turni. Quella che poteva – e doveva – essere una trasferta facile per gli Stati Uniti, si è rivelata ben presto un incubo: al 16′ un pallonetto beffardo della difesa USA si trasforma in autogol, imprendibile per il portiere Howard. Trinidad, non contenta, rincara la dose e al 35′ minuto mette a segno il 2-0 da fuori area. Nel primo minuto della ripresa arriva il gol di Christian Pulisic per gli Stati Uniti, che tenta di dare una scossa ai suoi, non riuscendo però a recuperare i due gol di svantaggio.
Se da una parte, il risultato di Trinidad che vede gli Stati uniti fuori dal Mondiale suona quasi come imbarazzante, all’Estadio Rommel Fernandez di Panama è stata scritta la storia. Partita inizialmente in salita, quella tra Panama e Costa Rica, che vede gli ospiti portarsi in vantaggio con Venegas al 36′ del primo tempo. A fine primo tempo, nonostante la sconfitta delle altre due contendenti, al mondiale andrebbero proprio gli Stati Uniti. Nel secondo tempo però entrambi i risultati vengono ribaltati: a San Pedro Sula, il Messico subisce due gol in sette minuti e regala la vittoria alla nazionale honduregna, mentre a Panama i Los Canaleros pareggiano con un gol fantasma per poi raddoppiare a pochi minuti dalla fine. Alla fine, al mondiale andrà la nazionale di Bolillo Gomez, mentre Honduras dovrà ancora superare un ultimo gradino, in cui dovrà affrontare gli spareggi intercontinentali contro l’Australia. Sebbene la competizione non sia proprio di primo grido, si può trarre certamente una conclusione da tutto ciò. La CONCACAF nei tempi più recenti ha portato più imprevedibilità all’interno dei propri ranghi: il binomio Messico – Stati Uniti come nazionali più forti del continente è ormai caduto. Basta vedere l’ascesa di selezioni come il Costa Rica, che agli ultimi mondiali ha ottenuto risultati importanti, arrivando a giocarsi le semifinali ai rigori contro l’Olanda di Van Gaal.