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Lucca Comics, una città al servizio del Fumetto

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Riccardo Angori

Lucca Comics. Per ormai pochi vuol dire poco o nulla, ma per la maggior parte delle persone assume significati diversi a seconda dei propri interessi e delle proprie passioni. Il cacciare fumetti rari negli stand provenienti da tutta Italia, puntare ad autografi di autori, seguire conferenze degli addetti ai lavori o delle stelle del mondo del fumetto, andare in cerca di cosplayer sempre più maestosi e interessanti, godersi anteprime di film, serie TV o documentari in tema nei vari cinema della città di Lucca, che ben si prestano allo sforzo durante la settimana del festival. O ancora trovarsi con gli amici provenienti da tutto lo stivale che condividono le stesse passioni, per partecipare al rito collettivo che ogni anno si ripropone nella città toscana. Un rito collettivo diventato sempre più grande, iniziato una cinquantina d’anni fa (l’Edizione 2016 ha festeggiato le 50 primavere) e che non ha certo intenzione di fermarsi.

Salone Internazionale dei Comics e un precedente “insolito”

Da sinistra verso destra, Sante Albertarelli, Romano Calisi, Claudio Bertieri, Luigi Volpicelli, Cesare Zavattini, Giovanni Martinelli e Rinaldo Traini, padri fondatori del Salone Internazionale dei Comics.

Nel 1950 si tenne nei saloni del Tribunale di Milano una Mostra Internazionale del Libro e del Fumetto per i ragazzi. Una location a dir poco insolita, dato che i locali frequentati da avvocati e giudici all’epoca solitamente avevano a che fare con i fumetti solo quando questi ultimi venivano considerati volgari, inadatti ai bambini o contrari alla pubblica decenza e perciò portati in tribunale, spesso e volentieri uscendone assolti. Questo precedente arrivò quindici anni prima del primo Salone Internazionale dei Comics tenuto a Bordighera nel 1965, su iniziativa di un professore universitario e di un giovane scrittore, Romano Calisi e Rinaldo Triani. L’anno successivo, mentre Simon and Garfunkel pubblicavano Sounds of Silence, John Lennon dichiarava all’Evening Standard che i Beatles erano «più popolari di Gesù Cristo» e venne a mancare a Burbank il papà di Topolino, Walt Disney, Calisi e Triani andarono verso Lucca per essere ricevuti dal sindaco della città Giovanni Martinelli, con il quale stabilire se la città lucchese potesse ospitare la seconda edizione della fiera tenuta l’anno prima in Liguria, dove riscosse un discreto successo. Martinelli, vedendoci lungo, per riuscire a dare risalto a una città negli anni sessanta fuori dagli itinerari turistici classici, diede l’assenso a portare in Toscana il 2° Salone Internazione dei Comics, che si sarebbe tenuto il 24 e il 25 settembre. Le prime edizioni lucchesi della neonata manifestazione si tennero nel centro storico della città, spaziando tra i bastioni delle mura, il Teatro del Giglio e piazza Napoleone, con una tensostruttura dedicata alla Mostra Mercato e ai fumetti. La manifestazione fin dalla prima storica edizione toscana ebbe il supporto del quotidiano romano Paese Sera, con un proprio concorso per creare un nuovo personaggio a fumetti, che nel 1968 lanciò Bonvi e le sue Sturmtruppen. Sempre l’anno per antonomasia della contestazione vide la nascita dell’associazione culturale Immagine-Centro di Studi Iconografici, tra i cui compiti sarebbe rientrata l’organizzazione del Salone. Sotto il patrocinio dell’Università di Roma, vi furono messi a capo i fondatori della prima edizione Rinaldo Traini e Romano Calisi.

Animazione! Mostra Mercato! Biennale! Premi! Cotillon!

Tensostruttura in Piazza Napoleone

La quinta edizione segnò in maniera definitiva il periodo dell’anno in cui organizzare la fiera: tra fine ottobre e inizio novembre, complici le festività che cadono a cavallo dei due mesi autunnali, proseguendo la tradizione fino ad oggi, con i 5 giorni dell’edizione 2017 (1-5 novembre). Edizione dopo edizione la fiera si arricchì di iniziative, diventando Salone Internazionale dei Comics e del Cinema di Animazione a partire dall’ottava edizione e Salone Internazionale dei Comics, del Film di Animazione e dell’Illustrazione con la quattordicesima edizione (1980). Piccoli cambi di nome nella fiera, la quale poteva contare, anno dopo anno, sulla Mostra Mercato (paragonabile agli stand delle fumetterie attuali) che cresceva a vista d’occhio e garantiva un flusso costante e in aumento di visitatori, che potevano godersi le innumerevoli gallerie di tavole, incontri e seminari sui temi del fumetto e dell’animazione più disparati, complice anche la lunga durata della fiera, di media tra i sei e gli otto giorni. Il Salone Internazionale crebbe sempre più di importanza grazie anche ai nomi storici del fumetto italiano e straniero che si davano appuntamento in quel di Lucca per ritirare uno dei premi vinto per l’ottimo lavoro fatto, come il Gran Guinigi o il premio Yellow Kid, che visse in coabitazione con il primo fino al 1992. Nel 1976 il Salone Internazionale divenne biennale, per venire incontro a delle polemiche scaturite dalla Regione Toscana, permettendo così all’organizzazione della fiera di tirare il fiato e riorganizzare al meglio il tutto. Gli anni ottanta videro la Mostra Mercato trasferirsi nella storica sede del palazzetto dello sport, e l’edizione del 1986, la diciassettesima, fu scaramanticamente ribattezzata Lucca ventanni, dato che ricorreva il ventennale della presenza del Salone Internazionale in città. Purtroppo però il diciassette portò sfortuna e problemi di carattere organizzativo per l’edizione che si sarebbe dovuta tenere nel 1988, che alla fine non ebbe luogo, presagio di ulteriori cambiamenti che avrebbero segnato il Salone Internazionale dei Comics.

Dal Salone al Lucca Comics

Renato Genovese, direttore di Lucca Comics, animeclick.it

La fine degli anni ottanta e l’inizio degli anni novanta videro l’associazione che finora si era occupata dell’organizzazione della fiera, Immagine, passare di mano e andare sotto il controllo dell’Ente autonomo Max Massimino Garnier, dedicato all’omonimo autore morto nel 1985. Nel 1992, con la diciannovesima edizione organizzata da Immagine, il Salone Internazionale dei Comics finì la propria avventura nella città toscana, poiché secondo Rinaldo Traini, divenuto nel mentre direttore culturale di Immagine, il Comune di Lucca non era più in grado di sostenere le spese della manifestazione. Il Salone Internazionale dei Comics si trasferì quindi a Roma, all’interno dell’Expocartoon, fino alla chiusura di quest’ultimo nel 2005. Nel frattempo il comune di Lucca, orfano del Salone che aveva ospitato dal 1966, decise tramite l’Ente autonomo Max Massimino Garnier di organizzare le mostre mercato a cadenza semestrale, sotto il nome di Lucca Comics, la cui prima edizione venne inaugurata nel 1993. Spaziando tra il Palazzetto dello Sport e l’area fiera nelle vicinanze, fu organizzata anche l’area Games, con l’intento di ospitare il mondo dedicato ai giochi da tavolo, miniature e giochi di ruolo, proponendo premi e tornei come il Trofeo Grog, il premio per il Miglior Gioco Inedito o le Ruolimpiadi, aggiungendo nell’organizzazione del Lucca Comics un settore come quello dei giochi in scatola di fatto molto vicino a quello storico dei Comics. Le edizioni che si sono succedute dal 1993 hanno visto l’arrivo di Lucca Junior (1996) dedicato ai più piccoli e lo Spazio Performance (1998) con gli artisti ospiti che si dilettano nella pittura dal vivo. Il nuovo millennio regala ulteriori cambiamenti a quello che sta diventando un vero e proprio Festival: un cambio di gestione, dall’Ente Autonomo Max Massimino Garnier al Comune di Lucca, che mise alla direzione Renato Genovese, già membro di Immagine fino al 1988 e promotore di Lucca Games nel 1993. Sotto la sua gestione la fiera diventa annuale, limitandosi ai giorni storici del fu Salone Internazionale, ovvero tra fine ottobre e inizio novembre, introducendo il palco per il concorso del Cosplay, fenomeno popolare che, diciassette anni dopo dall’introduzione del palco, è sempre più diffuso e parte integrante della fiera.

Nel cuore della città

Torneo di LoL durante Lucca Comics.

Nel 2006, a quarant’anni dalla prima edizione del Salone Internazionale di cui Lucca Comics ha raccolto l’eredità, la locazione di tutta la fiera torna nel centro della città, con il ritorno del padiglione dedicato ai fumetti in piazza Napoleone e la nascita del padiglione Games, dedicato ai giochi da tavolo e videogiochi nell’area del viale Carducci, la stessa che quest’estate ha ospitato i Rolling Stones nell’unica data italiana del loro tour. Il ritorno nel centro storico ha permesso al Lucca Comics di crescere ulteriormente, varando il Japan Palace (2007) e successivamente il Japan Town (2014), situato negli spazi della Chiesa di San Francesco. Degni di nota nel programma sempre più vasto che accompagna il Lucca Comics ogni anno sono anche il Lucca Music & Cosplay (2012), le mostre ospitate nel Palazzo Ducale, i padiglioni monotematici dedicati alla Panini o alla Sergio Bonelli Editore, le numerose aree dedicate ai fumetti tra Corso Garibaldi, Piazza Napoleone, Piazza San Giovanni e Piazza del Giglio, la Self Area dedicata al fumetto autoprodotto nella Chiesa dei Servi e ultimo, ma non meno importante, il Lucca Movie, Comics & Games, dedicato al cinema e alle serie tv, un settore diventato anch’esso popolare nella cosiddetta cultura nerd di cui Netflix è uno dei padroni, tanto da avere per l’edizione 2017 un proprio padiglione dedicato.

L’importanza di chiamarsi Lucca Comics

Lucca Comics 2016

Lucca Comics è ben più di una semplice fiera. Una fiera in costante crescita, tanto da dover mettere letteralmente dei paletti agli ingressi quotidiani, per garantire una buona fruizione delle iniziative e delle aree offerte dai padiglioni. Una fiera ospitata da una piccola città toscana che ogni anno, a fine ottobre, diventa il centro del mondo fumetto, gioco di ruolo e cosplay, l’occasione per poter incontrare autori e disegnatori da cui prendere ispirazione, ottenere qualche autografo o con cui scambiare quattro chiacchiere e un caffè. Una fiera che può lasciare il visitatore stressato tra le file interminabili, la ricerca di parcheggi e prezzi a volte esagerati, ma che a sua volta può regalare molte soddisfazioni, come un fumetto raro, l’occasione di ammirare tavole originali, poter incontrare amici con in comune le stesse passioni e, perché no, partecipare a goliardate come la caccia al Macaluso, in una sorta di rito collettivo che, a chiunque varchi i cancelli della fiera, permette di tornare bambino per qualche giorno, andando, parafrasando uno dei motti delle edizioni passate, verso l’isola che c’è.

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Riccardo Angori

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