Cosa ci fa un topo nello spazio? È a questa domanda che tenta di rispondere Leo Ortolani con il suo ultimo fumetto, il primo dell’era “post Rat Man” che vede ancora protagonista il celebre topo per una one shot molto particolare. L’impacciato supereroe, infatti, stavolta ha di nuovo l’occasione di flettere i muscoli ed essere nel vuoto, ma nel vuoto vero: le sue avventure si spostano nientemeno che sulla Stazione Spaziale Internazionale in compagnia dell’astronauta Paolo Nespoli, in un bizzarro cocktail di divertimento e divulgazione.
È questa l’estrema sintesi della trama di C’è spazio per tutti, la storia realizzata dall’autore parmigiano in collaborazione con l’Agenzia Spaziale Italiana e l’Agenzia Spaziale Europea. Il volume è stato presentato in anteprima al Lucca Comics and Games in una divertente conferenza dove i momenti seri sono stati ben alleggeriti dagli aneddoti dello stesso Ortolani. Ma com’è nata l’idea di mandare Rat Man sulla ISS? Fabrizio Zucchini dell’ASI ci racconta che nello stesso periodo in cui Ortolani era al lavoro per concludere la saga del topo supereroe, a Milano avveniva l’incontro con Paolo Nespoli per condividere e raccontarsi i rispettivi lavori: un astronauta e un geologo-fumettista, rappresentanti di due mondi apparentemente agli antipodi, si scambiavano così esperienze, ricordi e impressioni ponendo le basi di un progetto mai visto prima, un fumetto che parlasse di spazio in maniere divertente e anticonvenzionale contando però allo stesso tempo su solide basi scientifiche. Leo Ortolani rivela: «Ho lavorato a C’è spazio per tutti tutta l’estate, tutti i giorni, per due mesi, correggendo continuamente, fino all’ultimo minuto. Si è resa necessaria una grande conoscenza tecnica della Stazione Spaziale Internazionale in tutti i suoi dettagli, cosa che ho acquisito sfogliando migliaia di immagini su internet. Dovevo essere preciso, disegnando i singoli componenti e gli arredi in maniera realistica e ho letto il libro di Paolo dove racconta nei particolari tutta la sua esperienza spaziale. È una sensazione che deve essere provata per essere compresa: ho iniziato a realizzare fumetti partendo da Spazio 1999 ed ora con questo mio lavoro che va nello spazio è come chiudere un cerchio».
C’è spazio per tutti entra a far parte a pieno titolo della missione V.I.T.A. che non a caso coniuga in sé due componenti, quella artistica e quella scientifica, in maniera inusuale quanto innovativa. Lo scopo della missione V.I.T.A. è essenzialmente quello di condurre esperimenti di biotecnologia applicati al corpo umano con gli astronauti chiamati a “prestare” il proprio organismo in prima persona. I dati raccolti serviranno a migliorare la ricerca e lo studio di terapie per varie patologie, ma anche per migliorare la qualità della vita umana in generale. La doppia natura della missione (il cui nome è un acronimo che sta per Vitalità Innovazione Tecnologia Abilità) è svelata nel suo stesso simbolo: al centro la Terra, alla sua sinistra l’elica del DNA a simboleggiare la scienza e alla sua destra un libro a rappresentare la cultura.
Sempre nell’ambito della parte “culturale” della missione si inserisce il progetto artistico Spac3, ovvero un’app per combinare le immagini dello spazio scattate da Nespoli con quelle realizzate dagli utenti per partecipare a un’opera d’arte collettiva che racconterà la Terra nella sua interezza, vista dal cosmo e vissuta dall’interno.
Rat Man si inserisce in questi importanti progetti portandosi dietro tutto il carico della sua demenziale comicità: anche in assenza di gravità non mancheranno le battute nonsense e le situazioni imbarazzanti che hanno reso la creatura di Leo Ortolani un vero e proprio caso editoriale negli ultimi vent’anni, con un volume di vendita secondo solo ai grandi classici di casa Sergio Bonelli. Rat Man va nello spazio perché in fondo è un uomo comune, un “medionauta” alla Homer Simpson, che dimostra come tutti, con abnegazione e forza di volontà, possano raggiungere grandi traguardi. Curiosità: la copertina di C’è spazio per tutti è stata inviata a Nespoli direttamente sulla ISS, che ha poi realizzato un emozionante video per celebrare il momento. Grazie a questo viaggio, C’è spazio per tutti è diventato il primo fumetto a essere mai stato inviato in orbita intorno alla Terra: questo ha consentito all’ASI di richiedere ufficialmente la certificazione al Guinness World Record, che al momento è al vaglio della commissione.
E agli scettici che sostengono che ci siano “ben altri problemi” a cui pensare, piuttosto che “sprecare denaro” nell’esplorazione spaziale, i Nostri cosa rispondono? L’impatto della missione ha gravato, mediamente, per soli dieci euro l’anno per ogni cittadino europeo. Un costo che si ripaga in termini di conoscenze scientifiche volte a migliorare la vita di tutti almeno dieci volte tanto, per non parlare dei posti di lavoro generati da tutto l’indotto. E se in questo momento state leggendo questo articolo dal vostro smartphone o dal vostro pc, avete voi stessi tra le mani un “pezzo” di vera e propria tecnologia spaziale.
Il tour di presentazione di C’è spazio per tutti toccherà nel corso del mese di novembre diverse città, con Leo Ortolani presente a illustrare la divertente e affascinante storia di questo fumetto pioniere. Come annunciato dallo stesso Leo in un post sulla sua pagina Facebook, le prossime date sono:
«Fletto i muscoli e sono nel vuoto… cosmico»
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