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Halo 3: Ten years since but we still BELIEVE

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Matteo Antiga

Dieci anni fa, negli Stati Uniti, era impossibile uscire di casa o accendere la propria televisione e sfuggire alla gigantesca campagna pubblicitaria per l’uscita di Halo 3. Il terzo capitolo della già celebratissima saga della Bungie fu uno dei primi e più importanti esempi di come il mondo videoludico avesse iniziato a divenire un fenomeno di massa e parte integrante della cultura popolare. La campagna pubblicitaria progettata dalla Microsoft per promuovere questo nuovo capitolo di Halo, che tutt’oggi è il videogioco emblematico di Xbox, costò oltre quaranta milioni di dollari e ricevette numerosi premi per la sua complessità e soprattutto per i risultati ottenuti: l’obiettivo di Microsoft era di vendere almeno un milione e mezzo di copie, e secondo le loro previsioni solamente il 75% di quel numero sarebbe stato coperto dai fan di vecchia data della saga; per questo motivo era essenziale che l’obiettivo primario della promozione di Halo 3 fosse chi ancora non avesse mai giocato a un Halo prima d’ora. Dopo un anno di trailer, mini-documentari, pubblicità in prima serata in televisione, promozioni nei fast food e sulle bevande energetiche, l’obiettivo fu pienamente raggiunto e superato: nel primo mese dopo l’uscita vennero vendute oltre tre milioni di copie solo in America. All’inizio del 2008, tre mesi dopo il lancio, erano state vendute oltre otto milioni di copie in tutto il mondo.

Per la campagna Believe è stato realizzato un immenso diorama, essenziale per la realizzazione di uno dei trailer più emozionanti della saga.

Il lancio di Halo 3 fu talmente clamoroso da essere stato perfino accusato di aver parzialmente svuotato i cinema nel mese di ottobre 2007. Il gioco venne acclamato dalla critica e incassò molto più di quanto Microsoft avesse previsto (oltre ad aver quasi raddoppiato le vendite della Xbox 360). A dieci anni dall’uscita Halo 3 viene ancora considerato e ricordato dai fan della serie come il capitolo più maestoso e ambizioso, per molti il migliore in assoluto. L’hype era alle stelle e le aspettative erano altissime anche prima della pretenziosissima (ma eccezionale) campagna pubblicitaria intitolata “Believe”, la cui intenzione era proprio di rendere il lancio del gioco un evento globale e assolutamente unico nell’intero ambito dell’intrattenimento. Ci riuscì.

La campagna di Halo 3 riprende gli eventi esattamente nel punto in cui erano stati lasciati sospesi nel capitolo precedente (conclusosi con un cliffhanger molto amato ma anche molto odiato): nel 2552 l’umanità è allo sbando e a pochi passi dall’estinzione, e dell’impero interstellare costruito nei secoli non è rimasto più nulla dopo il primo contatto con i Covenant, un’alleanza di razze aliene. L’umanità ha perso colonia dopo colonia, incapace di fermare l’avanzata dei nemici, e l’ultima speranza risiede in un artefatto misterioso nascosto sotto il continente africano, e nell’incredibile fortuna di un super-soldato: Master Chief. L’universo di Halo impressionò videogiocatori e critici fin dal suo primo capitolo per la cura dei dettagli nella costruzione dell’ambientazione fantascientifica, e gli scrittori della Bungie raggiunsero l’apice della loro carriera con questo ultimo capitolo: la presentazione nel complesso è eccezionale. Durante la narrazione sono presenti momenti che forse stonano con la storia complessiva, come azioni folli compiute da personaggi piatti, o colpi di scena che non sorprendono molto, ma piuttosto infastidiscono. Nonostante dal punto di vista della sceneggiatura la campagna non sia perfetta, dal punto di vista dell’esperienza del giocatore in sé l’adrenalina non manca e si sente sulla nostra pelle che, in effetti, stiamo portando la battaglia alla fine. Il termine “epicità” è parecchio abusato al giorno d’oggi nei diversi ambienti dell’intrattenimento, compreso il mondo videoludico. Qualsiasi gioco, fornito degli ormai nauseabondi topos dei videogiochi d’azione (per esempio: il protagonista sale su di un elicottero, l’elicottero decolla, l’elicottero si schianta, compare il cattivo che ha abbattuto l’elicottero del protagonista), viene superficialmente definito epico. Utilizzare questo termine per definire la campagna di Halo 3 è però tutt’altro che inappropriato. I fan della saga che si sono appassionati agli eventi dei capitoli successivi troveranno un giusto equilibrio tra fanservice, colpi di scena e visual assolutamente mozzafiato.

Una campagna sensazionale, ma non priva di difetti: chi ricorda questa scena?

Il comparto audio e la colonna sonora di Halo 3 in particolare superarono le aspettative e stabilirono standard di qualità forse mai più raggiunti nella saga. Martin O’Donnell e Michael Salvatori, già compositori delle colonne sonore di Halo: Combat Evolved e Halo 2, avevano già dimostrato il proprio genio con i precedenti lavori, ma Halo 3 è stato forse il loro più grande successo. I temi e le tracce sono una collezione di remix di vecchie, leggendarie composizioni dei capitoli precedenti, rese ancora più maestose data la natura “conclusiva” di questo capitolo (l’esempio più significativo è la nuova versione di Unforgotten da Halo 2, divenuto Never Forget) e nuovi emozionanti componimenti, come Finish the fight.

Il menù principale di Halo 3 accoglie i fan della vecchia guardia con l’iconico coro del tema principale della saga, poi seguito da Finish the fight. Un messaggio chiaro.

Uno degli elementi più celebrati in assoluto di Halo 3 è il suo comparto online. Non ci riferiamo solamente al matchmaking, alla qualità delle partite e alla fluidità del gioco (che riuscì, seppur dovendo modificare la planimetria delle arene data la lentezza del gioco rispetto ad Halo 2, a mantenere l’azione ben bilanciata ed eccitante) ma anche allo sforzo di creare una grande comunità tramite scambio di foto, filmati e mappe. Era percepibile la sensazione di far parte di una grande famiglia, seppur composta in parte da ragazzini che urlavano volgarità in ogni match possibile e immaginabile. È durante il periodo d’oro di Halo 3 inoltre che nacquero cortometraggi e web-serie usando proprio come cinepresa la modalità cinema appena introdotta nella saga. La Bungie stessa contribuiva alla popolarità di queste piccole produzioni condividendole sul proprio sito ufficiale. Halo 3 ebbe il merito di riuscire a unire delle persone tramite uno sparatutto, cosa che per chi bazzica il genere sa non essere da poco.

“Arby ‘n’ the Chief” è una del web-series più famose fiorite nel periodo d’oro di Halo 3.

Tristemente il giorno del decimo anniversario del gioco 343 Industries, l’attuale casa produttrice del gioco, nata dopo la scissione interna della Bungie, non ha festeggiato come molti avrebbero voluto, limitandosi a uno streaming live su Twitch di uno speedrunner con qualche curiosità legata alla creazione, alla distribuzione e all’uscita del gioco. Dato che sono stati rilasciati a dieci anni dall’uscita Halo: Combat Evolved Anniversary e Halo 2: Anniversary, capitoli che in materia di gameplay non hanno aggiunto nulla ma sono stati completamente revisionati graficamente, ci si aspettava un Halo 3: Anniversary, magari con una grafica di livello mai raggiunto prima d’ora da Xbox per pubblicizzare le nuove forme della Xbox One; nulla è stato annunciato. Per molti è stata una celebrazione deludente, dato l’immenso affetto nostalgico che i fan del vecchio Halo provano per questo capitolo in particolare, considerato la punta di diamante dell’epoca più florida di Xbox Live; forse questa è stata l’ennesima prova, come sostenuto da quella gigantesca fetta di vecchi amanti della saga che hanno abbandonato Halo dopo l’uscita del quarto capitolo, che la 343 Industries non riesce a riportare Halo alla qualità tanto reclamata, all’epicità di un tempo che probabilmente è infusa di nostalgia, ma che non sminuisce quell’immenso fenomeno, non solo videoludico ma nell’intrattenimento mondiale, che fu Halo 3.

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