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Noi con l’Italia: svelata la “Quarta Gamba” del CDX

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Francesco Stati

Noi con L’Italia: questo il nome scelto da Raffaele Fitto (direzione Italia), Enrico Costa (Ala per la costituente liberale), Maurizio Lupi (Alternativa Popolare), Saverio Romano (Ala verdiniani), Flavio Tosi (FARE) ed Enrico Zanetti (Scelta Civica) per completare con la “quarta gamba” la coalizione di centro-destra fra Forza Italia, Lega e Fratelli d’Italia, ossia le altre tre gambe. Contrariamente a quanto si paventava, non sarà parte della formazione Gaetano Quagliariello, che probabilmente convergerà con Lorenzo Cesa e Clemente Mastella in un movimento di impronta democristiana. Il partito, presentato il 19 dicembre al Grand Hotel Minerva, avrà una connotazione liberal-popolare e il Presidente sarà Raffaele Fitto; il vice-presidente sarà Saverio Romano e il Coordinatore nazionale Maurizio Lupi; il Direttivo sarà formato dai fondatori, mentre la sede romana verrà inaugurata il 21 dicembre. La volontà sarà anche quella di dare maggiore importanza al territorio, dando estrema importanza alla bravura degli amministratori locali virtuosi. L’obiettivo, secondo Raffaele Fitto, non è solo quello di creare una formazione per correre alle prossime politiche, ma di ideare un progetto politico di più lunga durata.

All’inizio della conferenza Enrico Costa ha ricordato l’ex ministro Altero Matteoli, deceduto il 18 dicembre in un incidente stradale; ha poi spiegato come tale formazione sia una proposta politica nuova nata dal “senso di responsabilità”. Viene messo da parte il simbolo per fare una proposta collettiva, per allontanare le soluzioni demagogiche ed estremistiche. La formazione nasce e cresce perché viene avvertita una richiesta dai cittadini in questo senso; nasce inoltre per dare al centro-destra la forza di governare. Si nota una non troppo velata polemica con Salvini messa sotto traccia, quando il deputato parla di estremismi come forza negativa della coalizione.

Il simbolo del neonato partito.

Romano ha espresso la convinzione che tale iniziativa potrà raccogliere molti consensi: «Noi con l’Italia non è un cartello elettorale o una federazione di partiti, ma un nuovo soggetto politico a tutto tondo. Si avvia una fase politica che sarà di straordinaria importanza per il Paese, che ha l’ambizione di combattere la disaffezione e la mancanza di partecipazione degli elettori nella politica. Il soggetto vuole essere inclusivo, ed è dunque ancora aperto all’ingresso di nuovi membri o formazioni politiche, purché essi aderiscano agli ideali della formazione.» Zanetti sottolinea inoltre la novità assoluta del movimento (ribadendo che non si tratta di una federazione di partiti) sia nelle idee che nella forma.

Tosi pone l’accento su come si voglia unire il centro-destra (contrapponendolo alle varie scissioni del centro-sinistra) per garantire «la logica dell’alternanza» e perché «gli elettori di questa area politica si aspettano una forte unità per correre alle elezioni e [sempre secondo la logica dell’alternanza, N.d.R] di andare al governo alle prossime elezioni, nonostante il Rosatellum sia una legge fortemente proporzionale; tali concretezza e serietà vanno anche applicate al resto del programma. Il punto di Noi con l’Italia è consentire agli elettori di questa formazione di fare da ago della bilancia e portare il centro-destra oltre il 40% così da poter dare a questa coalizione la maggioranza necessaria a governare senza alleanze ulteriori, che ne snaturerebbero il programma». L’astensionismo, sempre a detta di Tosi, è un fattore di allarme, e questa formazione punta a pescare da lì; secondo l’ex sindaco di Verona Noi con l’Italia  è una sorta di “lista civica nazionale”, diversa dai partiti tradizionali, che preme sui territori e li unisce: questo partito rappresenta tutta Italia e i suoi membri hanno a cuore gli interessi del paese, e li antepongono agli interessi personali uscendo dai loro partiti per confluire in questo.

Il momento dell’annuncio del nome e del simbolo.

Lupi spiega che non è un momento di discorsi pomposi quanto piuttosto di azioni, e sottolinea il valore identitario di questa formazione che crede ci sia bisogno di riavvicinare i cittadini alla politica; non c’è più «bisogno di uno scontro fra tifoserie, ma c’è necessità di costruire, di dire la verità sulle cose, e serve mettere al centro dell’azione politica»; per far tornare la politica al centro del discorso «serve ripartire dai cittadini e quindi dai comuni, dalle associazioni di categoria, dalle eccellenze territoriali; la presenza politica va dal Friuli alla Sicilia e sarà la voce dei territori».

Secondo Costa, tutto si deve a chi ha dato la traiettoria al centro-destra parlando di una coalizione ampia e inclusiva, all’uomo che è stato il riferimento di questa formazione: Silvio Berlusconi. Più probabile, secondo alcune considerazioni diffuse nel panorama politico, che il vero deus ex machina di Noi con l’Italia sia stato Nicolò Ghedini, ma indubbiamente questa mossa politica è stata avallata dall’ex Cavaliere per cercare di rendere la posizione dell’altro “cavallo di razza” della coalizione (Matteo Salvini) meno ingombrante, controbilanciando il suo populismo ed estremismo con una formazione più moderata e più vicina agli ambienti della società civile tradizionalmente parte del serbatoio di voti di Berlusconi.

Per Fitto servono risposte precise ai problemi del Paese, e la capillarità del movimento e la sua diffusione nel Paese rappresentano significative e importanti esperienze politiche che vanno messe al centro del progetto: «Si sceglie una strada, un percorso, che ha l’obiettivo di rivolgersi a un elettorato per dargli delle risposte precise: siamo un volto rassicurante che si rivolge ai piccoli artigiani, i piccoli commercianti, interi settori produttivi che oggi non hanno un riferimento politico. Noi con l’Italia non è punto di arrivo ma di partenza, che vuole dare governabilità e una vera vittoria al centro destra, unica cosa che può dare stabilità al Paese (cosa di cui il paese ha fortemente bisogno)».

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Francesco Stati

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