La nostalgia è una brutta bestia e in questi ultimi anni per il mercato dell’intrattenimento, incluso quello videoludico, si è rivelata essere anche una gallina dalle uova d’oro. Ma quando al fattore nostalgia si aggiunge quello della novità e dell’unicità le cose si fanno oltremodo interessanti, dato che tali concetti sono decisamente antitetici. Eppure la realtà dei fatti in questo caso è così: a un picchiaduro a scorrimento basato sui film di Bud Spencer e Terence Hill, fino a qualche anno fa, non aveva pensato nessuno.
Sono io quello che pensa! È proprio quello che stavo pensando!
È per questo motivo che la demo di Slaps and Beans, uscita da una jam session e fatta circolare su Internet più di due anni fa, suscitò nel cuore di tantissimi videogiocatori europei, specialmente quelli meno giovani, un misto tra stupore e nostalgia. L’idea si tramutò come ormai da prassi in un progetto su Kickstarter a cui sono stati donate migliaia di euro (oltre 210.000 totali contro il goal prefissato a 130.000) e, dopo appunto oltre due anni circa di sviluppo da parte del Trinity Team, il gioco è quasi finito (è in early access e lo sviluppo dovrebbe concludersi entro la fine del primo semestre 2018) ed è distribuito su Steam da parte dalla Buddy Production a partire dal 15 dicembre al costo di 20€.
Mescal non dimentica! E lo credo bene!
Il target principale a cui Slaps and Beans fa riferimento è appunto quello del videogiocatore sulla trentina, che ha passato la propria infanzia scialacquando le paghette nelle sale giochi con interminabili sessioni di gioco a Final Fight, Sunset Riders o Metal Slug, e che quando tornava a casa (fare i compiti era opzionale) prima di andare a letto si incollava alla TV alla ricerca di uno spettacolo gradito. In un’epoca in cui solo pochissimi potevano permettersi le piattaforme satellitari e l’on demand di YouTube e Netflix non esisteva (se non nella testa di qualche visionario), bisognava affidarsi solo ai palinsesti delle TV generaliste per evitare di sprofondare nella noia: fortuna volle che ai tempi, per evitare competizioni interne contro Canale 5, rete bandiera di Mediaset, le allora storiche altre due reti portanti Italia 1 e Rete 4 trasmettevano in prima serata film o serie TV di repertorio (oggi li chiameremo filler) e tra le varie pellicole proposte spesso c’erano quelle con protagonisti i due attori italiani dallo pseudonimo americano (che faceva figo). Anche in altri paesi europei, soprattutto in Germania dove i due avevano e hanno tutt’ora un seguito incredibile e appassionato, accadeva lo stesso.
Gliel’hai detto tu che siamo fratelli?
Il sodalizio cinematografico tra il sempre compianto Carlo Pedersoli e Mario Girotti, una rodata macchina d’incassi al botteghino per tutti gli anni Settanta e Ottanta, si era ormai sciolto da tempo, con i due attori impegnati separatamente (a eccezione di Botte di Natale del 1994, una pellicola che oggi chiameremo di fan service) in progetti principalmente per il piccolo schermo. Eppure grazie proprio alle TV generaliste private e al mercato dell’home video le loro manesche pellicole divennero un cult anche per tutti coloro che non erano ancora nati quando esse venivano proiettate nei cinema di tutto l’Occidente (allora il mondo era un po’ diverso da com’è oggi, e forse ce ne dovremmo ricordare tutti), e non era affatto inconsueto ritrovarsi in classe la mattina seguente a raccontare e commentare, a volte anche in modo acceso, il film di Bud Spencer e Terence Hill visto la sera precedente e le proprie scene d’azione preferite.
Sia lodato Gesù Cristo! E perché?!
E allora, ancora una volta, com’è stato possibile che, in un epoca in cui tantissimi ragazzini trascorrevano il proprio tempo davanti a videogiochi in cui si menavano le mani e a pellicole in cui si menavano altrettanto le mani, nessuno abbia pensato prima a far incontrare le due cose? Erano tempi durante i quali per le console casalinghe dell’epoca uscivano tie-in di ogni film, cartone animato, fumetto o serie TV possibile e immaginabile, spesso di infima qualità e rilasciati proprio sfruttando il successo momentaneo di un determinato brand (ciò molti anni dopo avrebbe fatto la fortuna di un certo James Rolfe). Eppure di Bud e Terence nulla di nulla, fino appunto a due anni fa e a oggi, col gioco quasi completato ma già disponibile per chiunque su PC. Già, perché i requisiti minimi e consigliati riportati sulla pagina Steam sono davvero bassi e soddisfacibili da praticamente qualsiasi PC fisso o mobile sul mercato odierno, quindi non ci sono proprio scuse.
Io sono Steinberg e lui è Perry Mason
La prima osservazione da fare su Slaps and Beans è sull’ambientazione e sulla sinossi: se la seconda era più o meno sempre la stessa per i vari film del duo, con trame da risolvere a suon di sganascioni, la prima è variata tantissimo durante la loro carriera, dagli spaghetti western dei due Trinità alle commedie in costume di Porgi l’altra guancia, fino ai polizieschi americani di I due superpiedi quasi piatti e Miami SuperCops. Trovare un trait d’union che ripercorresse coerentemente tutta la loro filmografia non era un problema banale, ma i ragazzi del Trinity Team ci sono riusciti attraverso un espediente tanto semplice quanto geniale: i personaggi principali non sono quelli dei film ma proprio Bud e Terence, nel ruolo di loro stessi.
Se ad esempio The Fate of Atlantis si può definire come il quarto film di Indiana Jones, Slaps and Beans si può tranquillamente definire come il quattordicesimo film della coppia, esclusi gli spaghetti western precedenti al primo Trinità, che rivive i fasti di un tempo ripercorrendo la loro storia, pellicola dopo pellicola, dal saloon dei due Trinità al luna park di …altrimenti ci arrabbiamo passando per il villaggio degli indigeni di Chi trova un amico trova un tesoro. La “trama” di Slaps and Beans è il classico semplice pretesto per andare avanti: i due attori, dopo le riprese di un film western di cui sono i protagonisti (ossia i primi livelli del gioco), mentre si avviano a riscuotere il loro cachet assistono al rapimento della segretaria degli studi cinematografici (citazione ai capisaldi del genere come Double Dragon e Final Fight?), della quale neanche a dirlo Terence si era infatuato, e che aveva i loro assegni. I due quindi iniziano a inseguire un tale Tango, il finanziatore del film, al fine di recuperare Bud i soldi e Terence il cuore della damsel in distress di turno.
Te li fai da solo? Dammi una mano, mi sono svegliato adesso!
Slaps and Beans è come detto un picchiaduro a scorrimento in 2D, sviluppato col motore grafico Unity e dal gameplay abbastanza canonico. I livelli si dividono in aree nelle quali ci si pareranno davanti orde di nemici da rispedire al creatore; ripulita l’area, si può avanzare alla successiva. Il gioco non presenta check-point intermedi, e a ogni eventuale game over, che occorre quando si esaurisce la barra della salute di uno dei due personaggi, bisogna rifare da capo tutto il livello. All’inizio della partita ci verrà chiesto quale dei due personaggi utilizzare: si può giocare in due, ma solo in co-op locale, oppure in single player, con l’altro personaggio gestito dalla CPU. È comunque possibile switchare tra i due personaggi durante le fasi di gioco. Come in ogni picchiaduro che si rispetti, alcuni elementi dell’area, come sedie, spranghe o stecche da biliardo, possono essere raccolti e usati come armi bianche per far fuori gli sgherri. Di tanto in tanto sono presenti dei quick time event, come ad esempio le slaps burst, le emulazioni delle scene d’azione riprese in campo lontano piene di stuntman che volano fuori dalle finestre, da risolvere pigiando ripetutamente i due tasti azione. Altri intermezzi invece sono ispirati al classico arcade Bump ‘n’ Jump, nei quali bisogna inseguire il nemico di turno su vari mezzi, dai cavalli nello stage western alla fuoriserie texana di Nati con la camicia.
Te l’hanno mai detto che con le braccia ingessate si guida male?
Per entrambi i personaggi sono associate due “barre”, una classica della salute come detto in precedenza e una, divisa in tre blocchi, per l’attacco speciale. Le barre sono ricaricabili attraverso dei drop: i boccali di birra ricaricano tutta la vita, le padelle di fagioli ricaricano poca vita e un blocco della barra dell’attacco speciale, comunque ricaricabile dopo un certo numero di attacchi a segno. Dopo essere stati consumati, sia i boccali che le padelle possono essere usati come arma. Il moveset è davvero minimale (forse un po’ troppo minimale per un videogioco del 2017), con un attacco standard che può essere concatenato, uno speciale che consuma un blocco della barra relativa e una parata da usare anche come parry, soprattutto se si controlla Terence. Però i due eroi hanno animazioni diverse, ovviamente ispirate ai loro film: Bud può far volare i nemici dopo una sberla, può effettuare il doppio schiaffo “a tenaglia” o il classico testa contro testa tra due malcapitati ed è capace di effettuare un semplice crowd control, raccogliendo di peso un nemico stordito e lanciandolo contro gli altri; Terence invece è molto più agile, può effettuare schivate o aggirare il nemico saltandolo “alla cavallina”, può ciondolare appeso a sporgenze per prendere a calci i nemici e può effettuare alcuni taunt, ad esempio può dare un pestone a un nemico, bacchettarlo sulle dita con una stecca da biliardo o distrarlo lanciando in aria ciò che ha in mano per poi mollargli uno schiaffo. Anche gli attacchi speciali sono diversi: quello di Bud è il celeberrimo “cazzotto a martello” in testa, quello di Terence è una serie veloce di schiaffi.
Devo riconoscere che l’aspetto esteriore è perfetto, sei d’accordo cugino? Decisamente, magari un po’ primitivo…
Così come il moveset, anche gli scenari di gioco citano massicciamente le varie pellicole della coppia. I riferimenti ai loro cult sono innumerevoli: ad esempio, nello stage iniziale, dopo un breve tutorial attorno ad un fuoco campestre notturno (citazione a Monkey Island 2?), ci troveremo davanti alla bettola scenario dell’incipit di Lo chiamavano Trinità, proprio quella della fagiolata. Oppure nello stage del luna park di …altrimenti ci arrabbiamo potremo trovarci davanti al distributore automatico di Pepsi o al gioco di forza del razzo su rotaia: impossibile non notarli.
Per mantenere l’aura rétro, la scelta artistica è ricaduta su una pixel art, ma non troppo accentuata grazie all’utilizzo di un anti-aliasing necessario per evitare quell’effetto “pixelloso” molto sgradevole agli occhi quando si gioca a risoluzione elevata. Gli sprite di Bud e Terence sono molto dettagliati, ed è possibile customizzarli nelle opzioni di gioco iniziale, ma perché cambiare, ad esempio, la giacca celeste JUMBO di Bud? Anche gli sprite dei nemici sono ben dettagliati, sebbene ripetuti per necessità. Non si può dire lo stesso invece per i fondali, oggettivamente anonimi e poco dettagliati, che stonano non poco con la cura maniacale nei particolari dimostrata nel rappresentare personaggi e aree di gioco.
Anche la colonna sonora è tratta da quelle dei film, curate dai mitici Oliver Onions (forse i circa 80.000 euro extra ricavati dal Kickstarter saranno serviti per le relative licenze), così come gli effetti sonori usati durante le scene d’azione: è uno spettacolo per occhi e orecchie menare gli scagnozzi di Tango in un tripudio di tonfi, rimbombi, eco di schiaffoni, rumori di legno che si rompe, eccetera. Sarebbe stato perfetto se Bud e Terence fossero stati anche doppiati, invece i dialoghi sono solo riportati testualmente, scelta comunque coerente con lo spirito rétro del gioco. Da segnalare infine il font utilizzato per la HUD e i menù iniziale e di pausa, lo stesso dei titoli di testa e di coda dei film: anche questo particolare non è stato lasciato al caso.
La nostra carriola, mica ce l’hanno ridata…
E ovviamente in Slaps and Beans non poteva essere trascurata la dune buggy Puma, co-protagonista in tutto e per tutto in …altrimenti ci arrabbiamo. E non una dune buggy qualunque, ma tassativamente rossa con cappottina gialla.
Con essa bisogna effettuare e vincere una gara di rally ispirata agli arcade di corsa automobilistica dell’epoca come World Rally Championship o Neo Drift Out, ma anche ad esempio ai videogame delle Micro Machines. Il tracciato è breve e gli avversari (tutti con nomi di vari personaggi non protagonisti dei vari film) non sono proprio Carlos Sainz, ma non è chiaro se per scelte di programmazione precise o per errori di valutazione guidare la dune buggy è davvero ostico: il tracciato è molto stretto, gli altri piloti tenteranno sempre di speronarci e soprattutto è un continuo sbandare a ogni curva. Più che correre su sterrato, sembra di correre sul sapone. E, come se non bastasse, durante la gara se ci si trova “nel traffico” si verifica un evidente calo di frame rate che rende la guida ancor più difficoltosa. Per superare questa prova occorre tanta pazienza, ricordarsi le varie scorciatoie presenti sul tracciato e un po’ di fortuna. E il sottofondo musicale? Ma che domande…
Io dico che l’affare puzza, ma che in fondo è una puzza che non mi dispiace
Purtroppo Slaps and Beans non è un titolo esente da difetti, considerando anche che si sta pur sempre parlando di un gioco ancora incompleto. Oltre alle magagne riscontrate durante la gara con le dune buggy, un forte difetto iniziale è da riscontrare nel binding dei comandi su tastiera: se per muoversi nella schermata di gioco si usano i canonici tasti WASD, risultano molto scomodi i tasti ERTF scelti per le varie azioni di gioco. Comunque è possibile rimappare i comandi nella finestra di avvio del gioco, tipica dei giochi sviluppati con Unity, oppure utilizzare un controller X-input: quelli per Xbox 360 o compatibili vanno più che bene, anzi è la scelta consigliata per giocare al meglio a Slaps and Beans. Gli altri controller invece non sono ancora supportati, ma probabilmente è in programma lo sviluppo anche di questa feature.
Altro difetto da correggere è l’intelligenza artificiale che controlla il personaggio diverso dal nostro durante la modalità in single player: durante le fasi concitate di gioco, quelle in cui i nemici a schermo sono davvero tanti, risulta essere poco scattante e tende a incassare troppi colpi prima di iniziare a contrattaccare. Anche i nemici sono guidati da una intelligenza artificiale abbastanza semplice, sebbene alcune volte tentano accerchiamenti e appena possono raccolgono anch’essi armi e drop recupera-salute presenti nella schermata. Come già detto per la gara delle dune buggy, si sono verificati cali di frame rate sensibili in particolari sessioni di gioco, quale ad esempio quella dell’inseguimento sulla highway di Miami a bordo della fuoriserie texana di Nati con la camicia. La modalità di gioco in co-op non presenta grandi differenze rispetto a quella in single player; potrebbe essere presa in considerazione l’idea di sviluppare anche una co-op online, sebbene ciò possa snaturare parecchio l’offerta di gioco, chiaramente di ispirazione arcade anni Novanta.
Ciao bambino, spero di rivederti presto! Io no!
In definitiva Slaps and Beans è senza dubbio un acquisto obbligatorio per tutti i fan di Bud Spencer e Terence Hill, poiché è stata preservata tutta quell’aura ironica e scanzonata che ha reso i loro film un cult per intere generazioni. L’acquisto di Slaps and Beans è consigliato anche agli amanti dei picchiaduro a scorrimento, poiché il gameplay rispetta egregiamente i canoni di questo genere ormai dimenticato dall’industria dei “tripla A”, e presenta un tasso di sfida ben modulato, senza risultare né banale né frustrante. Slaps and Beans si porta a termine in circa dieci ore, risultando così non certo un campione di longevità, ma come tutti i picchiaduro presenta un’altissima rigiocabilità, specialmente nella modalità in co-op. In generale si può considerare un tributo più che riuscito alla coppia più manesca e divertente della storia del cinema italiano, nonché un invito rivolto a tutti (se mai ce ne fosse bisogno) a vedere e rivedere le loro storiche pellicole durante queste prossime festività natalizie.