Essendosi praticamente concluso il 2017, l’anno che verrà porterà grandi eventi che terranno gli “sportivi da poltrona” incollati al televisore. L’idea di questo articolo è cercare di fare chiarezza al telespettatore appassionato che al momento, oltre a essere confuso, è preoccupato dal fatto che i suoi show preferiti – sempre legati allo sport – potrebbero non essere più visibili senza abbonarsi a una pay tv. Infatti, il 2018 sarà soprattutto l’anno dei mondiali di Russia e delle olimpiadi invernali di Pyeongchang, ma anche delle discipline del motorsport, Formula 1 e MotoGP ad esempio. Indubbiamente, gli italiani sono un popolo molto appassionato allo sport. Quando però ci si addentra nei particolari legati ai diritti tv, il discorso diventa molto più complicato: con l’anno nuovo ci saranno importanti novità all’interno dei palinsesti degli eventi sportivi, alcune di queste anche rivoluzionarie. Recentemente hanno suscitato un grande interesse proprio le aste per avere modo di essere il broadcaster degli eventi trasmessi in TV degli anni a venire.
Tra i tanti eventi che “cambieranno casa” vi è certamente la Formula 1. Questa è la notizia che ha fatto più scalpore, visto che da tempo immemore la rete nazionale trasmetteva le gare del mondiale, per la gioia dei tifosi del cavallino e in generale per gli appassionati delle monoposto più famose al mondo. Il discorso F1 rientra in una trattativa portata avanti da Sky, che ha così acquisito interamente il pacchetto dei motori, ampliando ulteriormente un’offerta di eventi motoristici senza pari, assieme alla MotoGP. Come già successo in precedenza con le due ruote, il pacchetto della Formula 1 passerebbe completamente a Sky, con alcune gare trasmesse in chiaro – e le altre in differita – sulla piattaforma già rodata di TV8. La RAI lascia così “a piedi” i suoi tifosi più longevi e più affezionati, suscitando più di una perplessità: oltre ai telespettatori, anche gli addetti ai lavori sono parecchio scontenti di tutto ciò. Oltre ad aver ceduto i diritti tv della F1, la RAI ha ceduto anche la possibilità di trasmettere i mondiali del 2018 che si terranno in Russia. Evento di cui si è ampiamente parlato, tra gli Azzurri che non parteciperanno e tutto ciò che ne deriva, e che verrà trasmesso interamente da Mediaset. Proprio questa sembra essere stata la miccia che ha fatto scoppiare il putiferio: i giornalisti di RAI Sport infatti sono pronti allo sciopero. In un comunicato pubblicato da USIGRAI e dal CdR di RAI Sport si manifesta proprio questo sconcerto nei confronti della decisione di cedere i diritti delle trasmissioni dei mondiali. Il manifesto recita come i giornalisti – ormai in stato di agitazione – fossero pronti e comunque motivati all’idea di coprire un evento così importante come i mondiali di calcio. Inoltre, sempre nello stesso comunicato, il sindacato della rete nazionale rimarca come, anche senza l’Italia, il Mondiale di calcio sia fonte di interesse generale all’interno delle trasmissioni sportive, prendendo una chiara posizione anche in difesa degli abbonati che pagano il canone RAI ogni anno.
La trasmissione di Russia 2018 va così a Mediaset, che con un’offerta che si aggira attorno ai 78 milioni di euro si aggiudica la copertura totale dei 64 match della Coppa del Mondo, trasmessa interamente in chiaro sulle proprie reti. Alla RAI resta – momentaneamente – la Coppa Italia, che pur essendo una competizione bistrattata dai club, è una fonte di ascolti continua. La stessa rete nazionale rischia di perdere anche il torneo nazionale, dal momento che ben quattro pretendenti sarebbero interessate ad accaparrarsi i diritti della trasmissione nel prossimo triennio che va dal 2018 al 2021. Le motivazioni appaiono abbastanza chiare se si guardano i dati di share dei singoli match disputati in questa competizione. Ad esempio, Inter – Pordenone ha totalizzato 3,3 milioni di telespettatori con uno share del 13,9%: sempre prendendo in considerazione i dati delle partite trasmesse in tv, il match di Champions League tra Roma e Qarabag ha totalizzato 3,8 milioni di telespettatori, pur essendo due competizioni assolutamente diverse. Sebbene la Coppa Italia abbia un appeal completamente diverso rispetto alla Champions, c’è da dire che quando la competizione entra nel vivo si raggiungono picchi di telespettatori che arrivano quasi a 10 milioni di persone collegate. Tutti questi dati hanno acceso la competizione per guadagnarsi il diritto di trasmettere i match di coppa nazionale, surclassando quella che era stata l’offerta del trienno precedente: si parla infatti di un costo complessivo di quasi 100 milioni di euro, al fronte dei 66 spesi dalla RAI per il triennio dal 2015 al 2018. La trattativa tra RAI e Sky, conseguente la cessione della F1 alla tv di Murdoch, prevedeva i diritti per trasmettere alcune gare di Champions League in chiaro a partire dalla stagione 2018/2019. Infatti, la tv di stato ha ottenuto i diritti per trasmettere le gare delle squadre italiani partecipanti – che saranno tre certe più una possibile quarta attraverso i preliminari – alla competizione più prestigiosa per i club europei: una partita trasmessa alla settimana, per un totale di quindici gare, compresa la finale che si giocherà al nuovissimo Stadio Olimpico di Madrid.
Sebbene il campionato italiano sia praticamente arrivato a metà del suo percorso, ancora non sono stati assegnati tutti i bandi dei diritti tv per le trasmissioni della Serie A del prossimo anno. Infatti l’incontro che dovrebbe definire il tutto è previsto per il 4 gennaio, in modo da consentire ai rispettivi broadcaster di lavorare sui pacchetti di offerta della prossima stagione del campionato. Nel caso non si dovesse raggiungere un prezzo minimo per quanto riguarda le offerte degli interessati alle trasmissioni – una cifra che si aggira al miliardo di euro – prenderebbe piede l’ipotesi del “canale della lega”: una tv ufficiale della Serie A che trasmetterebbe i match di campionato in alcuni canali individuati a questi destinati al gruppo Discovery. Questa però è da considerare come una soluzione estrema. Restano anche da assegnare i diritti di trasmissione delle squadre che parteciperanno all’edizione della Serie A 2018/19: esistono infatti due tipi di pacchetti, un pacchetto che prevede otto squadre considerate “big”, e l’altro riguardante le restanti dodici. Il primo tipo riguarda le squadre di cartello, quelle più seguite: per esempio la Juve, il Milan, l’Inter, eccetera. La differenza sta nel fatto che queste “big” sono trasmesse su entrambe le piattaforme a pagamento, mentre le altre dodici possono essere seguite solo su una delle due pay tv in Italia. Un problema che vede coinvolti i tifosi della Roma: la squadra giallorossa infatti fa parte delle dodici che fornirebbero l’esclusiva solo a una delle due piattaforme, perciò molti tifosi sarebbero costretti a cambiare abbonamento, oppure – come si faceva ai vecchi tempi – a vedere la squadra del cuore seduti al bar.
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