Credere in sé stessi quando nessun altro sembra disposto a farlo non è affatto facile. Pur esulando dal mero contesto sportivo, questa è una dote fondamentale da riconoscere a Simone Verdi quando si analizza l’ottimo momento della sua carriera. Cercato con insistenza dai top club italiani, il suo cartellino si preannuncia uno dei più combattuti nella prossima finestra di mercato. Ma, per quanto sembri incredibile, fino a pochi anni fa nessuno sembrava volergli dare una possibilità. Il percorso che lo ha portato a essere sulla lista dei desideri delle grandi squadre e a vestire la maglia della Nazionale è infatti lungo e tortuoso.
Simone nasce a Broni, nel Pavese, ma calcisticamente nasce nella sponda rossonera di Milano. Ha appena undici anni quando il Milan, alle cui giovanili deve tutta la sua formazione di base, lo preleva dall’Audax Travacò (la squadra della sua città). Nel 2010 vince una Coppa Italia Primavera da protagonista, segnalandosi tra i migliori in campo nella finale contro il Palermo (un gol e un assist). Il suo potenziale appare già estremamente alto e attorno a lui inizia a nascere grande entusiasmo. L’anno successivo trova l’esordio in Coppa Italia e viene messo in comproprietà con il Torino. Nelle file dei granata, però, non riesce a emergere: colleziona appena sedici presenze in una stagione e mezza, di cui quattordici nell’anno di Serie B e soltanto due in Serie A, per la quale evidentemente non è ancora pronto.
Nel gennaio 2013 viene mandato in prestito alla Juve Stabia. Qui trova una continuità che gli permette di crescere, tanto che a fine stagione viene chiamato dall’Empoli, allora guidato da Maurizio Sarri. Sotto una guida come la sua, Simone non può che migliorare. La sua evoluzione nella stagione 2013/2014 è evidente: nella scalata alla promozione in Serie A figura tra i protagonisti, contribuendo con cinque reti in trentanove presenze. Anche in massima serie rimane tra gli elementi più importanti della squadra. In estate, il Milan si aggiudica la risoluzione della comproprietà con il Torino, per poi mandarlo ancora in prestito prima all’Eibar e poi al Carpi. L’esperienza spagnola è indubbiamente la peggiore della sua carriera: qui viene sfruttato poco, disputando appena nove partite. Anche a Carpi, complice un’annata disastrosa degli emiliani culminata con la retrocessione, non riesce a lasciare il segno. Gioca soltanto otto volte, firmando però ben tre reti.
In molti modi si sarebbe potuta scrivere questa frase. ‘Il riscatto e Bologna’, se si pensa che l’arrivo di Verdi in terra felsinea è sancito proprio dalla precedente scelta del Carpi di non avvalersi del diritto di riscatto; ‘Bologna è il riscatto’, se si pensa a quanto il percorso in rossoblu abbia giovato alla sua carriera. Il senso è sempre lo stesso: dal definitivo addio al Milan nel luglio 2016 (per la cifra di appena un milione e mezzo di euro), Verdi ha rapidamente attirato su di sé l’attenzione che forse avrebbe meritato già da tempo. La fiducia della società e di Roberto Donadoni viene abbondantemente ripagata: a fine stagione, Simone ha collezionato sei reti e cinque assist in ventotto presenze – un’ottima annata, se si considerano i quasi tre mesi di infortunio rimediato in uno scontro con Borja Valero, allora in forza alla Fiorentina.
Rapidità, visione di gioco e potenza di tiro sono solo alcune delle caratteristiche che lo rendono in breve tempo assolutamente imprescindibile per la squadra. Sebbene sia capace di segnare reti spettacolari, è incredibilmente abile nel mandare in rete i suoi compagni. In una sola stagione, Verdi passa dall’essere scartato dal Milan alla convocazione in Nazionale. Quest’anno ha già eguagliato il numero di reti e di assist della scorsa stagione, con ancora l’intero girone di ritorno da giocare. Ha anche stabilito un piccolo record nella sconfitta interna contro il Crotone, segnando in una sola partita due punizioni, una battuta di destro e una di sinistro. Tra le altre qualità, infatti, sa calciare indifferentemente con entrambi i piedi. Non dimostra risentimento per le sue ex squadre, ma spesso, dopo aver segnato, porta la mano all’orecchio rivolgendosi al pubblico festante. Dopo troppi anni di silenzio, Verdi ora vuole fare tutto il rumore possibile. Riuscendoci quasi sempre.
Dopo aver conquistato il pubblico bolognese nello scorso anno e mezzo, Verdi sembra agitare gli animi di diverse big italiane. Le voci più recenti, intensificate dall’avvicinarsi della finestra di mercato invernale, dicono che a provare il colpo saranno soprattutto Napoli e Inter. De Laurentiis in particolare sembra determinato a guidare l’asta per aggiudicarselo, considerandolo evidentemente un rinforzo adatto alla corsa scudetto dei partenopei. Cristiano Giuntoli (direttore sportivo del Napoli) è già stato avvistato a Bologna nelle scorse settimane. Dall’altra parte, Verdi sembra aver sbarrato le porte a qualsiasi trasferimento, almeno per gennaio. In un’intervista al Carlino, infatti, il suo agente ha dichiarato che «Simone non intende spostarsi da Bologna». Tutto rimandato a fine stagione, quando il valore del giocatore, dovessero le sue prestazioni mantenersi su questa linea o addirittura migliorare, potrebbe essere ulteriormente aumentato.
Le cifre di cui si parla per il momento sono già vertiginose rispetto a quella per cui lo acquistò il Bologna un anno e mezzo fa: si parla di 25 milioni di euro. Una plusvalenza non indifferente, senza contare che non è ancora chiaro quanto lo valutino i felsinei. Patron Saputo non ha certo necessità di rimpolpare le proprie finanze, e può permettersi di dirigere le operazioni senza alcuna fretta. Insomma, se le ottime prestazioni di Verdi non fossero sufficienti a far rimpiangere ai rossoneri l’averlo classificato così presto come inadeguato, tanto potrebbe fare il valore del suo cartellino, in vertiginosa crescita. Un fattore di cui tener conto è anche l’età del ragazzo: Simone è un classe ’92 e, a 25 anni d’età, è appena entrato nel pieno della sua maturità calcistica. Con tanto talento e tanto tempo davanti a sé, Verdi sembra certamente essere destinato a grandi cose.
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