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L’ultimo(?) “Arrivedorci” di Elio e le Storie Tese

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Vittorio Comand

La settimana scorsa si è concluso il festival di Sanremo, con la vittoria del brano Non mi avete fatto niente di Ermal Meta e Fabrizio Moro. Guardando la classifica finale del festival però è forse un altro nome a colpire maggiormente: Elio e le Storie Tese si sono piazzati ultimi (conseguendo quanto dichiarato) con la loro Arrivedorci, canzone che vuole essere l’ultimo saluto prima del definitivo scioglimento. Il gruppo milanese aveva infatti annunciato qualche mese fa la fine degli Elii, che sarebbe dovuta culminare con il trionfale concerto d’addio tenutosi a Milano il 19 dicembre scorso e pubblicato il 9 febbraio come disco assieme agli ultimi due inediti del gruppo, la già citata Arrivedorci e Il circo discutibile. La band ha però poi deciso di posticipare la conclusione dell’attività musicale insieme, decidendo di salutare dal palco dell’Ariston il grande pubblico ancora una volta e di dare la possibilità ai fan di assistere a un ultimo tour, che si svolgerà fra aprile e maggio di quest’anno.

Elio e le Storie Tese. (Foto tratta dal sito ufficiale della band elioelestorietese.it)

Il primo Sanremo di Elio e le Storie Tese

Per iniziare a spiegare chi sono esattamente di preciso Elio e le Storie Tese e perché la loro discografia sia un caso più unico che raro nel panorama non solo italiano, ma forse anche internazionale, il teatro Ariston è uno dei luoghi più appropriati per farlo. È il 1996 quando il sestetto composto da Elio, Faso, Cesareo, Rocco Tanica, Christian Meyer e Feiez fa la sua prima comparsa al festival della canzone italiana con La terra dei cachi, irriverente brano incentrato sui luoghi comuni dell’Italia e degli italiani. Il messaggio della canzone diventa ancora più provocatorio se si pensa al fatto che viene presentata in una cornice come quella del Festival di Sanremo, di fronte allo stesso pubblico che viene preso in giro nel testo del brano. Nonostante questa neanche troppo celata provocazione di fondo e la complessità della canzone, La terra dei cachi diventa immediatamente un successo clamoroso, classificandosi seconda fra molte polemiche e conquistando il premio della critica alla miglior canzone. Dopo la fine del Festival, La terra dei cachi diventa la prima hit del gruppo e fa da traino all’album Eat the Phikis, trasformando in breve tempo Elio e le Storie Tese in un fenomeno musicale conosciuto in tutta Italia.

Elio e la nascita delle Storie Tese

Il vero successo arriva relativamente tardi per gli Elii: nel 1996 il gruppo esiste già da sedici anni e può contare tre album all’attivo. La band nasce intorno al 1980 fra i banchi del Liceo Einstein di Milano principalmente per mano di Stefano Belisari (Elio). Il nome del gruppo è un omaggio al brano Eptadone della band bolognese Skiantos, principali fautori dell’ondata di rock demenziale italiano negli anni ’70. Nel 1982 Elio inizia a esibirsi con il fratello minore del suo ex compagno di classe Marco Conforti, Sergio, al quale verrà appioppato il soprannome di Rocco Tanica. Nella seconda metà degli anni ’80 il gruppo recluta in pianta stabile il bassista Faso, il chitarrista Cesareo e il factotum Feiez. Le divertenti esibizioni del gruppo e il loro surreale repertorio, composto da brani complessi con testi assurdi, diventano una calamita per i giovani adolescenti del milanese, i quali registrano i concerti della band su cassette pirata che si passano a vicenda.

Il primo album vero e proprio, Elio Samaga Hukapan Kariyana Turu, viene pubblicato nel 1989 e dà subito un assaggio dell’incredibile talento della band: i brani sono composti da una struttura intricata e tecnicamente molto difficile, nonché con più o meno velate citazioni musicali che vanno dalla classica al jazz, mentre i testi, spesso esageratamente volgari, contengono numerosi e intelligenti giochi di parole a cui diventa quasi impossibile stare dietro. La proposta musicale degli Elio e le Storie Tese si pone fin da subito come un qualcosa di completamente nuovo, dove la vena ironica propria del rock demenziale  viene coniugata a un’abilità tecnica fuori dal comune. Le fonti di ispirazioni sono fra le più disparate: fra le influenze più evidenti si possono citare Frank Zappa, i Beatles, ma anche gli Area e gli Earth, Wind & Fire.

Il successivo album della band, Italyan, Rum Casusu Çikti, è il vero capolavoro del gruppo: oltre a contenere alcune delle canzoni più famose della band, come Supergiovane, Il vitello dai piedi di balsa e Servi della gleba, Elio e le Storie Tese spingono al massimo le loro abilità musicali, costruendo delle piccole opere irresistibili dalla geniale demenzialità e dalla difficoltà unica. Forse il brano che meglio sintetizza il livello raggiunto dal gruppo è La vendetta del fantasma formaggino: il brano racconta la surreale storia di una persona qualsiasi che si trova magicamente nel mondo delle barzellette e prende il posto del fantasma formaggino. Se da un lato il brano in sé è assolutamente insensato, la sua realizzazione lascia a bocca aperta l’ascoltatore: il tappeto musicale su cui viene raccontata la storia intreccia innumerevoli brani diversi, passando da Sei forte papà e Un mondo d’amore di Gianni Morandi fino a This Jesus Must Die del musical Jesus Christ Superstar. In questo periodo la band inizia anche la partecipazione al programma televisivo Mai dire Gol, con cui iniziano ad avere sempre maggiore celebrità a livello nazionale.

La scomparsa di Feiez

Dopo il boom di Sanremo, la band è al culmine della fama, ma sul finire del 1998 un tragico evento colpisce bruscamente il complesso: il polistrumentista Feiez, forse il più talentuoso del gruppo, perde improvvisamente la vita durante un concerto con la Biba Band. Nonostante il lutto, Elio e le Storie Tese riprendono in breve a registrare nuova musica, ingaggiando il tastierista Jantoman per sopperire alla scomparsa di Feiez. Il gruppo cerca di superare la perdita di uno dei suoi membri più importanti pubblicando nel 1999 Craccracriccrecr, disco piacevole ma in calo rispetto ai lavori precedenti. La band continua instancabilmente a suonare, realizzando anche la colonna sonora del film Tutti gli uomini del deficiente, e nel 2003 pubblicando un nuovo album dal grande successo commerciale, Cicciput.

Successivamente, nel 2006 il gruppo realizza assieme a Claudio Bisio lo spettacolo comico Coèsi se vi pare, e nel 2008 esce il disco Studentessi, a cinque anni di distanza dal precedente. Nonostante gli Elii siano ormai un gruppo affermato, la loro fama si fa ancora più ampia grazie alla partecipazione al programma televisivo Parla con me di Serena Dandini: qui la band milanese commenta i fatti dell’attualità in musica, realizzando divertenti collage fra canzoni note con il testo riadattato per raccontare le notizie principali della settimana.

L’addio di Rocco Tanica e la fine di Elio e le Storie Tese

Nel 2013 Elio e le Storie Tese decidono di partecipare nuovamente a Sanremo, a 17 anni di distanza dalla prima volta: il brano con cui si presentano è La canzone mononota, un vero e proprio esercizio di stile caratterizzato da una melodia composta da una nota sola, mentre la struttura ritmica e armonica del brano è di una complessità imbarazzante. Anche questa volta si classificano secondi, portandosi però a casa numerosi altri premi, fra cui l’ambito premio della critica. Purtroppo però il conseguente disco, L’album biango, inizia a mostrare i primi segni di cedimento: nonostante un paio di brani azzeccati, come la parodistica Il complesso del Primo Maggio, i brani sembrano aver perso il carattere irriverente e geniale di un tempo.

Il 2016 segna un ulteriore declino per Elio e compagni: il gruppo si presenta nuovamente a Sanremo con un brano divertente ma meno efficace rispetto ai precedenti tentativi, Vincere l’odio, che si classifica dodicesimo, il conseguente disco Figgatta de Blanc offre ben pochi spunti interessanti, fatta salva qualche eccezione come Vacanza alternativa. Pochi mesi dopo Rocco Tanica annuncia la fine della sua attività dal vivo assieme alla band, dichiarando però di continuare a lavorare in studio.

Nel 2017 arriva improvvisamente il clamoroso annuncio: Elio e le Storie Tese si sciolgono. Appena prima del concerto di addio del 19 dicembre però, la notizia della partecipazione a Sanremo sorprende nuovamente i fan. Il brano con cui il gruppo si presenta al Festival, Arrivedorci, vuole essere un appassionato ultimo saluto di una delle band più ironiche e talentuose che abbiano mai calcato i palchi italiani. La canzone non è certamente una delle più riuscite della discografia degli Elii, ma questo poco importa: la partecipazione al Festival è solo un espediente per dare un simbolico addio a tutta l’Italia prima dello scioglimento definitivo. Rimane però un peccato perché, conoscendo la loro innata abilità, il risultato finale sarebbe potuto essere ben diverso.

Fortunatamente, il vero addio di Elio e le Storie Tese non è stato questo: l’altro inedito pubblicato nei giorni scorsi, Il circo discutibile, è un ultimo saluto molto più coerente con lo stile ironico della band, condito nel finale da un commovente stralcio di un’intervista a Federico Fellini. Nonostante la storia degli Elii sia ormai agli sgoccioli, diversa è la questione che riguarda i membri del gruppo: ognuno di loro ha sempre coltivato numerosi progetti nella propria vita artistica, e nulla esclude che lo scioglimento del gruppo non sia che un pretesto per poter dedicare maggiore tempo a qualche cosa di diverso da quello che Elio e le Storie Tese rappresentavano. Certo è che, nell’assistere allo scioglimento di una band così longeva e piena di inventiva, non sarà improbabile trovarsi con “una bruschetta nell’occhio”.

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