La notizia è di qualche giorno fa, ma ha il sapore di un cambiamento epocale: per la prima volta dal 1953 la Rai ha rinunciato ai diritti tv del campionato mondiale di Formula Uno, mantenendo soltanto la trasmissione del Gran Premio d’Italia e lasciando così l’esclusiva del torneo motoristico al gruppo Sky, appiedando di fatto la truppa televisiva in forza al servizio pubblico. Notizia che, oltre a lasciare sdegnati i giornalisti, ha deluso l’appassionato che, fino ad ora, non si era ancora abbonato al servizio satellitare (che avrà per il 2018 l’esclusiva della classe regina dei motori) portando su Tv8, la rete televisiva in chiaro sul digitale terrestre, solo alcune gare e le differite. Le briciole, rispetto a ciò a cui la televisione di stato aveva abituato nel corso degli anni l’appassionato di Formula Uno, che a questo punto potrà riempire le domeniche abbonandosi a Sky oppure ripiegando su passatempi alternativi in tema. Leggendo magari delle prodezze in pista di Michel Vaillant, di Gunma Akagi o nientemeno che Paperino, oppure ammirare nuovamente i grandi piloti come Ayrton Senna e Niki Lauda in trasposizioni a fumetti delle proprie storie sportive, ricche di vignette e disegni che poco hanno da invidiare alle inquadrature offerte in televisione.
La Formula Uno è spettacolo, così come tutti gli sport motoristici. E portare uno sport che fa della velocità la sua caratteristica principale in un media “statico” come il fumetto può sembrare un ossimoro, ma che viene ben presto smentito dalla bravura degli sceneggiatori e dei disegnatori che si sono cimentati nello scrivere storie ambientate o ispirate dal rutilante mondo dei motori.
Dalla Francia al Giappone, Michel Vaillant e Gunma Akagi
Michel Vaillant nacque da un’idea del fumettista Jean Graton, ed esordì con la storia Sans rancune sul numero 40 del settimanale belga Tintin nel 1956, sei anni dopo la prima edizione del campionato mondiale di Formula Uno, per arrivare l’anno successivo sul numero 428 di Tintin per il mercato francese. Si compone di 76 albi dal 1957 fino ad oggi, comprendenti oltre alla serie regolare anche speciali e dossier sui protagonisti reali del mondo della Formula Uno, pubblicati da diversi editori nel corso della lunga storia editoriale, che nel 1994 vide un passaggio di testimone di Jean Graton al figlio Philippe, che da allora tiene le redini della serie. La serie a fumetti ha avuto due trasposizioni per il piccolo schermo e una per il grande schermo: il telefilm omonimo, con il protagonista Michel Vaillant interpretato da Henri Grandsire, una serie animata degli anni Novanta, arrivata in Italia con il nome Michel Vaillant: tute, caschi e velocità, e infine un film diretto da Luc Besson del 2003, Adrenalina Blu. E oltre a queste versioni per il cinema o per la televisione Michel Vaillant e il marchio della propria scuderia, la Vaillante, sono apparsi ripetutamente sulle piste di tutto il mondo fin dagli anni Settanta, spaziando dalla Formula 3 alla Formula Renault, fino al campionato WRC e alla 24 H di Le Mans.
Dall’altra parte del mondo Noboru Rokuda, già papà del celeberrimo Dash Kappei – Gigi la trottola, diede vita a F-Motori in Pista (1986), che a differenza dell’opera precedente non ha avuto uguale successo di pubblico, che forse si aspettava un ciclo di storie sulla stessa falsariga di Gigi la trottola, invece di una storia che in 28 volumi racconta dell’ascesa del protagonista dalle serie minori fino ad arrivare alla Formula Uno, non senza difficoltà e indugiando sui personaggi che incrociano il protagonista Gunma Akagi, dando loro spazio anche per interi capitoli raccontando le loro storie. È un’opera tutto sommato ritenuta dalla critica un’ottima storia di crescita con diverse chiavi di lettura, che con lo sbarco in Europa si perdono a causa di alcune censure attuate nei confronti della serie televisiva, manipolata per eliminare ogni riferimento al Giappone così come altri anime che approdavano in Italia tra gli anni Ottanta e Novanta; nel caso di F-Motori in Pista al protagonista fu cambiato il nome in Patrick e la Formula J divenne arbitrariamente l’europea Formula 3000, eliminando inoltre le scene in cui apparivano kanji sui cartelloni pubblicitari a bordo pista, rendendo così incomprensibili interi episodi.
Sotto forma di parodia la Formula Uno è apparsa pure sul periodico che, negli anni Ottanta, arrivò a vendere più di un milione di copie ogni settimana. Si tratta di Topolino, che sul numero 1501 ospitò la storia scritta da Giorgio Pezzin e disegnata da Giorgio Cavazzano Zio Paperone e l’avventura in Formula Uno. In questa storia il decano della famiglia dei paperi, mosso dalla prospettiva di ottimi affari nel circus derivanti dalle sponsorizzazioni, vi si tuffa a pesce trascinando Paperino e i nipoti, confrontandosi con i protagonisti parodizzati del campionato di Formula Uno del 1984, come l’Alfa Romeo, la Ferrari e la Toleman, disneyzzati come Alfa Marameo, Perrari e Polleman, così come Niki Lauda (vincitore del campionato), il suo compagno di squadra Prost e il pilota della Ferrari Alboreto, che nella storia appaiono come Niki Bagnacauda, Alain Crost e Alberetto. Il tutto commentato da Bolsonieri, versione a fumetti dello storico commentatore Rai Mario Poltronieri. La storia, oltre a ironizzare sui costi e sulle sponsorizzazioni del campionato mondiale, dedica un paio di pagine all’allora promettente pilota Fulvio Ballabio, il quale avrebbe dovuto partecipare alla stagione 1984 con la scuderia Spirit, forte anche della sponsorizzazione che al giorno d’oggi si direbbe insolita: in occasione dei test pre-campionato disputati sulla pista di Jacaparegua la Spirit sfoggiò sulla propria livrea nientemeno che il logo del settimanale Topolino, all’epoca edito dalla Mondadori che fece da sponsor a Ballabio. I pochi risultati conseguiti finora in carriera però diedero pretesto alla FIA per negargli la superlicenza per correre nella massima serie, e la monoposto britannica sponsorizzata da Topolino fu quindi vista soltanto in occasione delle prove sulla pista brasiliana, demolita tra il 2008 e il 2012 per fare spazio al villaggio olimpico dei Giochi della XXXI Olimpiade di Rio de Janeiro svolti nel 2016. Per vedere nuovamente un simbolo storico dei fumetti su di una monoposto di Formula Uno si è dovuto attendere fino al 2006, con la Red Bull che ospitò la S di Superman per il lancio di Superman Returns, con Brandon Routh nei panni dell’Uomo d’Acciaio.
Ayrton e Niki, storie vere di Formula Uno a fumetti
Oltre alle parodie e ai piloti di carta, alcuni piloti “reali” hanno avuto l’onore di avere una trasposizione a fumetti dove poter raccontare le proprie storie: degne di nota sono quelle dedicate all’indimenticato Ayrton Senna e a Niki Lauda. Ayrton, pilota molto riservato sulla propria vita privata, la cui leggenda iniziò con il Gran Premio di Monaco nel 1984 grazie a una favolosa rimonta sotto il diluvio a bordo della Toleman, preludio di una carriera da leggenda terminata nel peggiore dei modi, il 1° maggio 1994 sul circuito di Imola alla curva del Tamburello. E per il ventennale dalla tragica scomparsa Editoriale Cosmo pubblicò Le leggende dello Sport a fumetti – Ayrton Senna, scritto da Lionel Froissart e disegnato da Robert Paquet e Christian Papazoglakis, quest’ultimo già all’opera con i fumetti motoristici con i Dossier Michel Vaillant, pubblicati dalla Graton Editeur, che nel 2002 diede alle stampe questa collana che, tra articoli corredati da foto inedite e storie a fumetti sul pilota oggetto del dossier raccontava di alcune leggende del motorsport. Sull’onda del film di Ron Howard Rush, nel 2013 la Gazzetta dello Sport diede alle stampe Lauda vs Hunt, raccontando la storica rivalità tra i due piloti e il tragico incidente del Nurburgring in cui rimase coinvolto Niki Lauda affidandosi alla matita esperta di Roberto Rinaldi, già disegnatore per la Bonelli di Dylan Dog e Martin Mystère.
La stagione che verrà
L’abbandono della Formula Uno da parte del servizio pubblico è una scelta dell’editore che si poteva intuire già dalla lotta per i diritti televisivi dei Mondiali di calcio che si terranno tra pochi mesi in Russia, che senza l’Italia a fare da traino sono finiti sulle reti Mediaset, orfane a loro volta della Champions League, spartita tra Sky e Rai a partire dalla prossima stagione. Il 2018 si conferma quindi come un anno di grandi cambiamenti per la Formula Uno che, con il logo rinnovato e il ritorno dell’Alfa Romeo, si spera ottenga un inversione di tendenza e un maggiore appeal anche nei confronti del pubblico che con un po’ di pregiudizio negli ultimi anni tende a definire noioso il teatro di quelle che sono state le battaglie di Lauda contro Hunt, quelle tra Senna e Prost e tra Schumacher e Hakkinen. Appuntamento quindi a Melbourne il 25 marzo con la nuova stagione, mentre la aspettiamo leggendo di un mito come Ayrton Senna o di un grande pilota di carta come Michel Vaillant, sperando che il campionato 2018 possa regalare emozioni e momenti da fiato sospeso come nelle migliori storie a fumetti e non.