È notizia di qualche giorno fa la chiusura di una delle testate legate a uno dei personaggi storici del fumetto italiano, Alan Ford. Con il numero 264 si chiude la storia editoriale di TNT Gold, dedicato alla ristampa delle avventure di Alan Ford e del Gruppo TNT, ideati nel 1969 da Magnus & Bunker. La chiusura della testata secondo alcuni addetti ai lavori potrebbe essere di sintomo di una presunta crisi collegata alla serie principale Alan Ford, nelle edicole dal maggio del 1969 e che nel 2019 festeggerà i cinquant’anni di storia editoriale. La serie in un primo momento non ottenne il successo sperato, che arrivò soltanto dal decimo numero in poi, proponendo attraverso il fumetto (aiutato da parecchi elementi grotteschi e di satira di costume) storie che spaziavano dal genere spionistico a quello di denuncia sociale, affermandosi come novità assoluta rispetto ad altre testate fumettistiche.
Magnus & Bunker, pseudomini di Roberto Raviola e Luciano Secchi, iniziarono a collaborare insieme nel 1964, rispettivamente disegnando e scrivendo per l’Editoriale Corno due “antieroi con le K”: sul filone noir iniziato dalle sorelle Giussani con Diabolik (1962), il duo in pochi mesi diede vita infatti a Kriminal e a Satanik (1964). In seguito al successo di Diabolik erano nate molte testate che tentavano di imitare l’originale, senza però riscuotere grande successo di critica. Kriminal e Satanik, a differenza degli emuli di Diabolik, presero tutt’altra strada nel panorama fumettistico italiano dell’epoca. Le prime storie di Kriminal, prive di ironia e ambientate in un mondo cinico dove non esistono personaggi positivi, vedono il protagonista Antony Logan in cerca di sola vendetta, uccidendo senza scrupoli i propri avversari. Per contro, Satanik ha come protagonista la scienziata Marny Bannister, caratterizzata da una voglia sul volto, che con una pozione si trasforma in una donna bellissima capace di sedurre gli uomini senza porsi scrupolo alcuno. Un personaggio donna, libera ed emancipata nato negli anni della contestazione e delle lotte femministe che riuscì a essere per l’epoca estremamente innovativo e che creò non pochi grattacapi alle magistrature italiane (così come oltreoceano capitò a Wonder Woman). Le due testate chiusero nel 1974, ma diedero modo al disegnatore Magnus di maturare e personalizzare il proprio stile inconfondibile, tracciando la strada per l’esecuzione grafica dei personaggi di Alan Ford, che nonostante i vari avvicendamenti alle matite nel corso degli anni sono stati sempre proposti seguendo e imitando lo stile di Magnus, a differenza di altri personaggi seriali del fumetto italiano, come Topolino o Dylan Dog, in cui ciascun autore dà una propria interpretazione grafica.
Nel 1977, a proposito di Alan Ford, Franco Fossati scrisse in I fumetti in 100 personaggi, che «il gruppo TNT è il più scalcinato gruppo di spie mai visto nel mondo dei fumetti», ed è forse una delle migliori descrizioni in merito. Con l’Editoriale Corno, nel 1969 Magnus & Bunker diedero vita a questa serie a fumetti che si discostò parecchio da Kriminal e Satanik, mettendo da parte la violenza e le scene erotiche che tanto avevano dato scalpore tra edicole e tribunali, iniziando questo nuovo progetto tra l’umoristico e il grottesco, che parodiasse un filone molto in voga come quello spionistico, portato alla ribalta con il James Bond interpretato da Sean Connery. Questa nuova serie prende il nome dal protagonista Alan Ford, un ragazzo biondo dal fisico alto e magro, che nella storia di esordio cerca di sbarcare il lunario con il suo lavoro di grafico pubblicitario, che tuttavia per una serie di equivoci si ritroverà ad abbandonare per entrare a far parte del Gruppo TNT, un’agenzia di intelligence segreta con una squadra di agenti improbabili composta da Bob Rock e dal Conte Oliver (caricature degli stessi Magnus & Bunker), dal nostalgico inventore tuttofare Grunf, dal perenne malato Geremia, dal sonnolento braccio destro del capo Cariatide e dal vecchietto paralitico ma machiavellica mente del gruppo spionistico Numero Uno, che, in un modo o nell’altro, riesce a portare a termine con successo le missioni che le vengono affidate. L’esordio editoriale di quello che è uno dei più importanti esempi di fumetto corale in Italia non fu dei migliori: la serie si proponeva in totale distacco da Kriminal e Satanik, che sarebbero stati omaggiati con dei piccoli cameo soltanto in seguito, ma che in un primo momento causò notevole confusione nei lettori affezionati di Magnus & Bunker, non dando così il giusto merito a questa nuova opera, che attraverso la parodia del genere spionistico alzò il tiro della satira e della denuncia sociale con una forza dissacratoria maggiore rispetto ai lavori precedenti del duo. Le vendite della testata iniziarono a essere accettabili soltanto dal decimo numero in poi, ma il meritato successo di pubblico (confermato da tre ristampe in poco tempo) arrivò nel maggio 1971, con l’esordio di uno dei nemici storici del Gruppo TNT: Superciuk.
Superciuk, lo spazzino diventato supereroe al servizio della classe agiata, il Robin Hood alla rovescia che ruba ai poveri per donare ai ricchi. La storia d’esordio di questo personaggio è probabilmente una delle più famose della testata stessa, il celebre numero 26 intitolato appunto Superciuk. In questa storia ci viene presentato un avversario che, paradossalmente, è l’unico ad agire in nome di un ideale: in un mondo come quello di Alan Ford, dove tutti bene o male cercano di arrivare a fine giornata avvalendosi dell’istinto di sopravvivenza, senza inseguire ideali che verrebbero dissacrati nel giro di poche vignette, è proprio questo operatore ecologico dalla tremenda fiatata alcolica ad agire seguendo un fine superiore. Superciuk è infatti un “cattivo” messo contro i protagonisti (spesso e volentieri opportunisti) che persegue i propri scopi attraverso un ideale, agendo per un bene superiore come quello di un mondo pulito, combattendo i soprusi del proletariato reo di sporcare con ignoranza le strade che con tanta fatica pulisce, mettendosi a disposizione dei ricchi che reputa persone migliori. Una serie di storie, quella che ha come co-protagonista questo paladino del capitalismo, che vedrà il suo epilogo con il numero 75, quello in cui Magnus abbandonerà il sodalizio con Bunker.
Nell’arco degli anni su Alan Ford si sono saputi alternare altre saghe e antagonisti che hanno dato i loro grattacapi al Gruppo TNT, come la saga della morte del Numero Uno, seguita da una “resurrezione” nel numero 200 intitolato Hic Hic Hurrà! (febbraio 1986). Nel 2005 in tre numeri consecutivi viene effettuato una sorta di recasting, dando vita a un “nuovo” Alan Ford approfittando di una missione in cui tutti i membri originari del Gruppo TNT spariscono, salvo poi comparire saltuariamente sulla testata nei vari numeri susseguiti, abbandonando così il fumetto corale degli esordi che forse aveva stancato anche l’autore stesso, decidendo di dare più spazio al protagonista Alan e alla moglie Minuette, continuando comunque a proporre una testata che fa della satira la sua caratteristica principale. Satira molto apprezzata anche nella Jugoslavia del maresciallo Tito. Il fumetto arrivò oltre Adriatico nel 1972, e venne tradotto in croato da Nenad Brix, che fece un grande lavoro di adattamento, facendolo così diventare un fumetto di massa e fenomeno culturale citato a più riprese da film e gruppi musicali, come i Superhiks, una band macedone ska-punk che deve il proprio nome alla traduzione di Superciuk o nel film Gatto nero, Gatto Bianco (1998) dove uno dei protagonisti legge vari numeri di Alan Ford durante tutto il film.
Il prolifico Max Bunker, che ha firmato tutte le cinquecento e passa avventure del Gruppo, ha tra i suoi vari meriti l’arrivo dei supereroi Marvel in Italia, che furono editi dall’Editoriale Corno sotto la sua direzione e che sono tuttora oggetto di ricerca nelle varie fiere del fumetto. Gran parte del successo di Alan Ford va data anche al compianto Magnus, venuto a mancare nel 1996, poco dopo aver terminato una delle sue opere più famose, dedicata a uno dei volti simbolo della Sergio Bonelli Editore, nientemeno che Tex che ne La Valle del Terrore viene reso splendidamente grazie al minuzioso lavoro di disegno fino ai più piccoli particolari di questa storia del Texas Ranger della Bonelli. La satira del duo nei 75 numeri del sodalizio riuscì in un’impresa che in pochi sono riusciti a compiere: quella di farsi apprezzare a destra e a sinistra, colpendo indistintamente la borghesia e i lavoratori, attraverso storie ambientate in una New York che ricorda molto di più la Milano e l’Italia degli anni settanta, dando ampio risalto ai difetti e alla moralità deprecabile di tutta la società dell’epoca. Una società nella visione di Magnus & Bunker, priva di ideali utopistici che riesce ad essere attuale più che mai anche oggi, ponendo riflessioni scomode sul fatto che buona parte dei cosiddetti idealisti fossero anacronistici già cinquant’anni fa, lasciando spazio a conclusioni desolanti, affogate in continui appelli di una ricerca dei valori che non esistono più, ma che forse non sono mai esistiti, se non per difenderli attraverso vacue promesse elettorali o per dissacrarli attraverso un fumetto che ha fatto della satira, del cinismo e del sorriso amaro le sue caratteristiche più forti.
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