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Il mistero di Laura Palmer: Twin Peaks e la serialità noir

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Alfonsa Laonigro

Quando muore, il 23 febbraio 1989, Laura Palmer ha 16 anni. Con lei muoiono tutti i suoi segreti, destinati a tornare a galla uno a uno, lentamente, come il suo cadavere dalle acque del fiume. Chi era davvero Laura Palmer? Cosa nascondeva dietro l’aspetto da brava ragazza, così irreprensibile da assurgere a modello di virtù? Cos’è successo alla figlia, alla fidanzata, all’amica ideale, alla reginetta della scuola? Nel corso degli ultimi tre anni della sua vita, poco a poco, Laura cesserà di essere tutto questo; si trasformerà nel mostro che sente di dover diventare. Ma perché? È questo il suo vero segreto.

Laura Palmer nell’episodio pilota di “Twin Peaks” (1×00).

L’8 aprile 1990, lo storico network statunitense ABC manda in onda la prima puntata di una serie che ben presto diverrà un punto di riferimento per gli amanti del noir, oltre a costituire uno spartiacque nella storia della televisione. Twin Peaks, o I segreti di Twin Peaks nella versione italiana – andata in onda su Canale 5 dal 9 gennaio 1991 – nasce dall’idea di compiere un esperimento fino allora mai tentato: applicare le categorie tipiche di generi come l’horror, la science fiction e la detective story alla struttura della soap opera, per creare un genere nuovo. Nasce così la serialità noir, un filone narrativo inaugurato da Mark Frost e David Lynch – creatori, appunto, di Twin Peaks – e destinato a ispirare numerose produzioni nel corso degli anni, da X Files a Fargo, passando per Lost e True Detective, fino a Black Mirror. Non solo: la figura di Laura Palmer è ormai impressa nell’immaginario collettivo, al punto da esser diventata un vero e proprio cult e da aver spesso ricevuto omaggi e citazioni nella cultura popolare; un esempio, tra molti, è questa canzone dei Bastille.

La serie si articola in due stagioni, rispettivamente di 8 e 22 episodi, andate in onda tra il 1990 e il 1991. Esiste inoltre un prequel, Fire Walk With Me, realizzato in forma di lungometraggio nel 1992: presentato in concorso al 45° Festival di Cannes, il film in parte spiega gli eventi della serie e in parte complica le cose, inserendo nuove tessere nel già articolato mosaico composto dagli episodi delle prime due stagioni. Ne esiste, in effetti, anche una terza, andata in onda nel 2017, che riprende solo in minima parte la struttura narrativa originaria e che dunque è stata accolta con ben poco favore dai cosiddetti Peakers, i “puristi” della serie. Nella realizzazione delle prime due stagioni, il genio narrativo di David Lynch si è avvalso della preziosa collaborazione di Angelo Badalamenti, compositore italo-americano, cui va il merito di aver creato la memorabile colonna sonora della serie.

Titoli di testa della prima (1990) e della seconda (1991) stagione.

La storia di Laura Palmer segue infatti una struttura circolare, e il cerchio si chiude al termine della seconda stagione, quando è finalmente chiaro che il male vince sempre sul bene, perché il male vive in noi, anzi: il male siamo noi. Un messaggio fortemente negativo e certamente non convenzionale, che traspare, in tutta la sua angosciante nitidezza, dalla lettura del Diario segreto di Laura Palmer (The Secret Diary of Laura Palmer, 1990), scritto da Jennifer Lynch, figlia del regista e creatore della serie. Il diario racconta gli ultimi sei anni della vita di Laura, dal suo dodicesimo compleanno alla morte, e costituisce lo strumento privilegiato per penetrare a fondo nei meandri della sua anima. Il diario, inteso come oggetto fisico, compare in alcuni episodi della serie, costituendo uno degli indizi su cui ricostruire gli eventi che hanno portato alla prematura scomparsa di Laura.

Edizione italiana (Mondadori, 1990 e 2017).

Tra le pagine del diario – da cui traspare dapprima l’entusiasmo dell’infanzia, che ben presto lascerà il posto a una marcata consapevolezza, ma sempre venate da una profonda inquietudine – si dispiega un susseguirsi di aneddoti disturbanti, in parte irreali. L’inarrestabile discesa agli inferi di Laura è narrata in prima persona, in tono informale e spontaneo, come se la ragazza si stesse realmente confidando con un amico, che col passare degli anni diverrà l’unico. L’alcol, il sesso, la droga sono le più comuni tentazioni per qualunque adolescente; cos’è, allora, che rende la storia di Laura così speciale? È presto detto: il movente delle sue azioni. Laura Palmer ha un mostro dentro di sé, un demone che la ossessiona e non la fa dormire, che viene da lontano e che infesta da tempo immemore i boschi intorno a Twin Peaks. Uno spirito malvagio che proviene da un luogo misterioso; una dimensione parallela al di là del tempo e dello spazio, e a cui tuttavia si può accedere, se si sa come farlo. E da cui lui, BOB, entra ed esce ogni notte, per bussare alla finestra di fanciulle, bambini e bambine, terrorizzando le anime più pure e trascinandole con sé alla deriva.

Così, Laura Palmer sceglie di diventare una ragazza cattiva, nel disperato tentativo di sfuggire alle grinfie del mostro che la possiede: «Giocare alla tortura non è divertente se la vittima dice ‘ancora, ancora’… mi sono finalmente decisa a unirmi a lui al solo scopo di combattere». La ragazza innesca una spirale di violenza e autolesionismo che spera la salverà da ogni male, e decreterà invece la sua condanna. A noi, impotenti spettatori della sua distruzione, non resta che mettere insieme i tasselli del grande mosaico che è stata la sua vita. Ciò è reso possibile dal suo diario e dalla visione del già citato prequel, Fire Walk With Me, girato da David Lynch al termine della seconda stagione di Twin Peaks. Nel diario si celano tre stili di scrittura diversi, che si alternano continuamente: il primo è il semplice racconto dei fatti accaduti; il secondo è dato dall’inframmezzarsi tra le pagine di alcune poesie, scritte di proprio pugno da Laura, ma come se a parlare fosse il suo inconscio; il terzo, e forse il più interessante, è dato dagli interventi fatti in prima persona da BOB, riconoscibili per l’uso del maiuscoletto. Ed è qui che il monologo interiore di Laura si trasforma in un vero e proprio dialogo, tra la ragazza e il demone che vive in lei. Sono queste le pagine più dense e dolorose, permeate da un claustrofobico botta e risposta da cui affiora, come dalla superficie di un lago nero, tutta l’ansia e la frustrazione della ragazza, che infine comprende di essere prigioniera di un destino di morte da cui non si può sottrarre.

Pagina 215 (Mondadori, 2017).

La dipendenza dalla cocaina, la promiscuità sessuale, l’insonnia, la possessione, persino un aborto, infestano la vita di Laura come un’erba maligna, al punto da soffocarla; come l’edera, che avvolge le sue vittime in un abbraccio mortale. L’unico spiraglio di luce negli ultimi mesi di vita di Laura, tra il novembre del 1988 e il febbraio del 1989, è dato dall’irrompere, fortuito quanto provvidenziale, di due nuove figure di riferimento: il dottor Jacoby, psichiatra, e James Hurley, un coetaneo di cui Laura si innamorerà, ricambiata. Ma nessuno dei due riuscirà a strapparla alle tenebre cui è condannata a soccombere. Ogni illusione dell’infanzia è scomparsa ormai da tempo, le persone a lei più care – Donna, sua migliore amica dai tempi della scuola, e Bobby, eterno fidanzato ormai disilluso – se la sono lasciata alle spalle, com’era ovvio e forse inevitabile. Circondata da cattive compagnie, da biechi individui capaci solo di sfruttarla e umiliarla, Laura tocca infine il capolinea della sua esistenza in una fredda notte d’inverno. Eppure, a porre fine ai suoi tormenti non sarà nessuno dei suoi abituali aguzzini, ma una figura insospettabile, in cui però si annida il male. E Laura, nell’ultima pagina del suo diario, rivela di aver scoperto l’inganno: sa in quale forma umana si cela il demone di BOB, e non vede l’ora di dirlo a tutti. Ma sarà troppo tardi.

Locandina originale di “Fire Walk With Me” (1992).

«Non avrei voluto vedere le colline e il fuoco. Non avrei voluto vederlo e lasciarlo entrare. Ti prego, diario, aiutami a spiegare a tutti che non volevo essere quella che sono diventata». Questo è l’unico testamento spirituale di Laura Palmer, impresso sull’ultima pagina del suo diario, peraltro violato da un ignoto disturbatore che ne strapperà alcune parti. È qui che ha inizio la serie di eventi narrati da Twin Peaks; non a caso, tutto inizia dal grande interrogativo Who Killed Laura Palmer?, che resterà il filo rosso di tutta la narrazione, fino allo sconvolgente epilogo. Tra mille dubbi e misteri, non rimane che una certezza: non si può sfuggire al male, soprattutto se si annida tra le pieghe del nostro animo.

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Alfonsa Laonigro

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