Era meglio quando c’erano gli Squallor!

SQUALLOR TOP 10 – Quando si parla di “musica demenziale” il più delle volte si ha a che fare con un genere musicale ingiustamente ritenuto inferiore o sottomesso alla grande totalità dei prodotti commerciali o comunque più conosciuti nel panorama artistico di ambito melodico. Grandi esponenti di questa corrente musicale, come gli Skiantos o i famosissimi Elio E Le Storie Tese, senza dimenticare i Gem Boy, hanno però almeno in parte ribaltato queste convinzioni, sfoggiando prodotti divertenti ma impegnati. Senza gli Squallor però, tutti questi complessi più o meno apprezzati non sarebbero mai potuti esistere (o quantomeno non sarebbero divenuti così famosi), poiché tutti in qualche maniera hanno ricavato benefici dallo strepitoso successo dei pionieri del rock demenziale.

Squallor, la loro storia e la Top 10 delle canzoni più belle

Il gruppo degli Squallor – il cui nome rimanda, inevitabilmente, alla parola “squallore” -nacque nel 1971 e basta leggere i nomi dei componenti per rendersi conto che la qualità artistica della band risulta eccelsa. Iniziamo con Daniele Pace, che fu un eccellente paroliere e compositore, scrisse canzoni (tra le altre) per Orietta Berti e Gigliola Cinquetti, oltre che la famosissima Nessuno mi può giudicare per Caterina Caselli (e, a quanto pare, ha suonato anche con Berlusconi in crociera). Il Maestro Gaetano “Totò” Savio era l’arrangiatore e compositore delle musiche del gruppo. Si distinse nel corso della sua carriera come cantante (specie con gli Squallor), arrangiatore (per l’appunto) e produttore discografico. Scrisse Cuore Matto, il pezzo che portò al successo Little Tony.

Altro membro fondamentale della compagine fu Giancarlo Bigazzi, il principale paroliere del gruppo e grande amico di Savio. Ha plasmato alcuni tra i più grandi pezzi della storia della musica italiana come Rose rosseTi amoGloriaMontagne verdiSi può dare di più e Bella stronza. Inoltre, ha persino firmato la colonna sonora del film di Gabriele Salvatores Mediterraneo, premio Oscar come Miglior Film Straniero nel 1990. Il quartetto “titolare” si chiude con Alfredo Cerruti, la voce narrante dei pezzi della band, conosciuto anche per la sua storia di tre anni con Mina e ultimo membro scomparso di recente.

Spesso altri artisti hanno collaborato con gli Squallor come membri occulti: basti citare Gianni Boncompagni e l’indimenticato Gigi Sabani, che nell’ultimo album pubblicato (Cambiamento del 1994) sostituì Totò Savio alla voce. Pur cantando spesso in dialetto napoletano, la collocazione regionale del gruppo era impossibile da concretizzare poiché ogni suo componente proveniva da posti differenti. Principalmente i testi degli Squallor prendevano spunto da episodi del quotidiano riletti ovviamente in chiave comica e sarcastica: palesemente antiBerlusconiani e opposti alla Chiesa, non hanno mai risparmiato nessuno con la loro musica politically uncorrect, riuscendo a far divertire con il loro nonsense migliaia di appassionati per più di un ventennio.

La prima parte di classifica

Per omaggiarli al meglio, si rende praticamente necessaria una Top 10 dei loro pezzi migliori, una selezione difficile da fare (perché i pezzi noti sono tantissimi) ma inevitabilmente spassosa ed esilarante. Al decimo posto di questa graduatoria ecco Il Circo Loffion: insieme a pezzi come Vacca e Arrapaho (che, ricordiamolo, risulta essere anche un demenziale film) fa parte del filone di “radiocronaca” tanto caro al gruppo, in cui Cerruti narra all’ascoltatore di un circo che a quanto sembra appare piuttosto disastrato. Pezzo senza molte pretese ma divertente, per aficionados.

Al nono posto La novia: al pari di Fragolone DJ, questo brano fa parte di un filone di satira religiosa molto pungente. Durante una confessione, un giovane si prende gioco di un prete quantomeno esaltato e singolare. In ottava posizione troviamo invece Dottor Palmito, un pezzo talmente surreale che risulta di difficile interpretazione.

In grandi linee, pare che un paziente con problemi di “misure” se ne lamenti col suo medico, che però manifesta la tendenza a distrarsi troppo spesso. Così come tantissime altre canzoni del gruppo, anche questa si basa prevalentemente su fattori nonsense. Settima piazza per Incubo, altro capolavoro piuttosto sottovalutato che si contraddistingue quantomeno per la confusione del suo testo e il quale racconta la storia di un uomo in preda a sogni tutt’altro che apprezzabili dopo un lauto (e indigesto) pasto.

Al sesto posto troviamo invece ‘O tiemp se ne va, nella quale un tale innamorato tenta in ogni modo di convincere la sua ragazza a copulare: i suoi metodi sembrano non funzionare e si rivelano incostanti, con grandi cadute di stile. Una serenata da dedicare alla propria ragazza (ma con ironia, se non volete che vi lasci).

La Top 5

Alla posizione numero cinque troviamo Torna Pierpaolo. Questa saga è tra le più famose e conosciute a livello musicale. Questo pestifero ragazzo che viaggia (in altri episodi-brani) da Dusseldorf ai Caraibi fino a giungere in Russia riesce sempre a creare problemi al suo Papi con la richiesta di quattrini o con ricatti a scopo economico, nonché con offese sempre nuove. Il povero genitore alla fine di ogni pezzo rischia ovviamente l’esaurimento nervoso.

La medaglia di legno invece se l’aggiudica A chi lo do stasera, cover-parodia di A chi la dò stasera di Nadia Cassini. Impossibile commentare questo brano, l’unica cosa che può servire è ascoltarlo. Al terzo posto una canzone che, gioco-forza, torna ciclicamente attuale: ConfucioSatira politica allo stato puro: un candidato interviene durante un comizio per procacciare qualche voto e viene offeso continuamente dagli elettori, per poi svelare le sue reali intenzioni. Regna, ovviamente, la confusione più totale. Brano di avanguardia pura.

Medaglia d’argento che invece si aggiudica Vafancul cu chi vuò tu, a dispetto del titolo una bellissima canzone d’amore nella quale un uomo, deluso dal sentimento, dedica le sue parole a una donna da lui ancora amata e desiderata. Probabilmente siamo di fronte a una delle più belle canzoni mai composte dagli Squallor. Al primo posto, però, c’è persino qualcosa di meglio, un vero e proprio inno generazionale come Cornutone. La canzone del deluso in amore per eccellenza, con un paio di strofe passate alla storia. Insieme a Chi cazz m’o fa fà e ‘O ricuttar nnammurat è il brano portabandiera dello sfigato cronico sentimentalmente parlando che, nonostante non abbia la minima fortuna dalla sua parte, riesce a riscattarsi e ad andare avanti. Non mentite, su: era meglio quando c’erano gli Squallor!

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