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Avengers: Infinity War è un film davvero cattivo

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Claudio Agave

AVENGERS: INFINITY WAR – Da mesi era presentato come l’evento cinematografico dell’anno in fatto di supereroi, un film che avrebbe dovuto stracciare la concorrenza non solo delle pellicole facenti parte della stessa uscita, ma anche di altri progetti relativi a universi simili. E, difatti, Avengers: Infinity War non ha di certo deluso le aspettative, anzi. Il film – un vero e proprio importantissimo giro di boa per l’Universo Cinematografico Marvel – ha incredibilmente già superato il miliardo di incassi, diventando dunque uno dei film più visti di sempre. Un dato che fa impressione, soprattutto se il pensiero volge al fatto che stiamo parlando della prima parte del megafilm conclusivo sui Vendicatori. Una pellicola che – come tutte quelle di una certa rilevanza – è destinata a far discutere per lungo tempo. Anche se, per fortuna, in termini prevalentemente positivi.

Avengers: Infinity War, la recensione

Iniziamo col dire subito una cosa ovvia, ovvero che Avengers: Infinity War è un film veramente molto cattivo. Lo è perché gioca palesemente con i sentimenti dello spettatore, plagiandone le emozioni a causa degli eventi del film, soprattutto per quanto concerne il finale della pellicola (non vogliamo fare spoiler per i pochi che ancora non l’hanno visto ma è anche vero che, probabilmente, bisognerebbe vivere sperduti in qualche atollo oceanico per non aver ancora approcciato questo capitolo della storia). Ovviamente, il fatto che questo film sia sentimentalmente dannoso non implica che sia anche un brutto film, semmai il contrario. Dal punto di vista puramente emozionale, quindi quello riguardante l’affezione ai personaggi da parte del fan, sicuramente Avengers: Infinity War è il miglior film che la Marvel abbia realizzato fino ad ora. Anche sotto l’aspetto tecnico e registico il prodotto è ampiamente valido. Questo perché i fratelli Russo – che già avevano fatto capire di cosa fossero capaci con Captain America: The Winter Soldier prima e (seppur in tono minore) con Captain America: Civil War dopo – sono stati bravissimi nel costruire una storia scevra di alcuni cliché che tanto danno fastidio ai critici di queste pellicole, arrivando anche a proporre coraggiosamente un finale (che poi finale non è) assolutamente e volutamente anti-climatico, ma soprattutto decisamente lontano dal concetto di happy ending a cui i progetti supereroistici hanno sempre abituato lo spettatore medio, cinematografico o televisivo che sia. Specialmente nel tono Avengers: Infinity War differisce in maniera piuttosto netta rispetto a molti altri film targati Marvel, merito come detto sia dei registi – che hanno scelto un approccio decisamente maturo, nonostante la caratterizzazione parzialmente comedy di alcuni specifici personaggi – che della trama in sé. Perché finalmente nell’Universo Marvel (o comunque in questa parte di Fase) si è arrivati al boss finale, ovvero Thanos. Forse, per la prima volta in assoluto, la Marvel è riuscita a plasmare/trovare un villain iconico, carismatico, importante. Vanitoso e conscio della propria forza, idealista fino al midollo ma meno folle rispetto alla controparte cartacea, Thanos conserva in sé anche una parte fragile, che in alcune scene del film porta quasi a immedesimarsi con le sue convinzioni pur arrivando a ritenerle – a mente fredda – sbagliate se non grossolane ed eticamente scorrette. Ci si è spesso lamentati dei troppi cattivi “virtuali”, creati al computer e per questo decisamente poco umani. Thanos fa parziale eccezione anche grazie alle qualità attoriali di un Josh Brolin che sembra aver ceduto al fascino del cinecomic (lo vedremo anche come Cable in Deadpool 2) senza però per questo smarrire uno smalto prestazionale sempre di alto livello. In termini generali, la performance degli attori coinvolti è sicuramente di buona presenza, così come d’altronde erano altissime le aspettative nel vederli tutti insieme per la prima volta. Tutto il film riesce ad annoiare poco nonostante la lunghezza: sicuramente non siamo di fronte a un capolavoro, né per quanto riguarda il genere né in generale nella cinematografia, però Avengers: Infinity War si fa apprezzare sotto moltissimi punti di vista ed è un prodotto che contiene persino una notevole dose di violenza (non gratuita), altro punto che sorprende sempre ogni qualvolta si riesca a parlare in termini positivi di film targati Disney. L’unica lamentela davvero seria che può emergere per la pellicola riguarda l’eccessiva fretta con la quale le vicende vengono intrecciate: alcuni eventi vengono forzosamente affrettati, così come svariate interazioni, per ovvie esigenze di trama e per non creare un film inutilmente dilatato e prolisso. Non è di certo una piccolezza perché qualcosa poteva di certo essere gestita e spiegata meglio. Si dà però anche per scontato come il fan medio abbia già capito e compreso certi meccanismi nei film precedenti, di conseguenza la scelta sembra coerente per evitare potenziali ripetizioni e per non annoiare lo spettatore. Non è un caso, infatti, che il film si catapulti subito nella pura azione, dato che la sua missione è sempre quella di intrattenere senza troppi fronzoli. Inutile dire, dunque, che Avengers: Infinity War è promosso a pieni voti, poiché si tratta di una pellicola divertente, accattivante, commerciale (nel senso “positivo” dell’accezione) e capace anche di trovare qualche spunto davvero critico nei confronti della realtà moderna che, molto spesso, si dimostra ancora fin troppo cinica nel non accettare la diversità altrui. Resta un film cattivo, che ha fatto piangere qualcuno e che farà piangere tanti altri. D’altronde, però, la bellezza di un prodotto cinematografico sta proprio nella capacità di spingere oltre il limite ogni emozione umana. Ed è incredibile che, nella modernità, la Settima Arte si stia avvalendo anche di personaggi fumettosi, cattivoni in CGI e uomini dalle capacità straordinarie al fine di riuscirci.

Thanos è senz’altro il miglior villain mai plasmato finora dalla Marvel al cinema.

Cliffhanger wannabe

La strada adesso è spianata verso Avengers 4 (che non ha ancora un titolo ufficiale), in uscita a maggio 2019. Sarà il film che chiuderà – non sappiamo ancora in quale maniera – la Fase Tre dell’Universo Cinematografico Marvel e che aprirà inevitabilmente le porte a qualche recasting e allo sfruttamento potenziale di nuovi personaggi della famosa casa editrice statunitense, vista anche l’acquisizione di Fox da parte della Disney. Il futuro risulta ovviamente radioso per la Marvel al cinema, anche perché la Fase Quattro ha già praticamente due film in cantiere (Spiderman: Homecoming 2 e Guardiani della Galassia Vol. 3) a cui, ovviamente, se ne aggiungeranno altri. L’ambizione è quella di riuscire a superare proprio Avengers: Infinity War, nuova stella polare del cinema di genere. Impresa ardua quella di migliorare sé stessi ma, come spesso notato in questi anni e insegnato proprio dall’UCM, non impossibile da portare a termine.

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Claudio Agave

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