DEADPOOL 2 – Dopo il fenomenale successo del primo film di Deadpool, personaggio tra i più carismatici e nonsense di casa Marvel, tutti gli appassionati del Mercenario Chiacchierone attendevano con ansia il sequel cinematografico. Uscito da poche settimane, Deadpool 2 ha visto Ryan Reynolds riprendere il controllo della situazione sia on screen che dietro le quinte, seppur con qualche piccolo cambiamento rispetto alla prima produzione. Il risultato emerso da questa seconda avventura nelle sale è quello di un film assolutamente divertente, con un paio di battute geniali. Che, però, lascia anche l’amaro in bocca per via di alcune scelte di sceneggiatura e di un’esagerazione che porta solo un caos piuttosto evitabile in termini di trama e resa visiva. E il paragone con la prima pellicola, in questo caso, porta inevitabilmente a una bocciatura.
Parlavamo di piccoli cambiamenti nel progetto. Questo perché alla regia, al posto di Tim Miller – che avrebbe avuto problemi con Reynolds per quanto concerne la visione artistica del secondo film – è stato scelto David Leitch, ovvero, citando più o meno testualmente (chi ha visto il film capirà), «uno di quelli che hanno ucciso il cane di John Wick». L’obiettivo del secondo film sul personaggio era molto chiaro: fare meglio del suo predecessore, atteso per decenni e incredibilmente apprezzato anche a causa dell’immenso hype, senza però perdere di vista gli obiettivi fondamentali della missione: violenza, comicità più o meno scorretta, divertimento. Obiettivi portati tutti più o meno a termine ma forse con maggior potenza di quanta ce ne si potesse aspettare. La sensazione principale regalata da Deadpool 2 è quella di un film un po’ troppo caotico, ovviamente per scelta e non per casualità, che però non riesce a fare di questa “qualità” un’arma per il ritmo del film. In tal senso la costruzione dei personaggi la dice lunga su quella che anche Deadpool stesso definisce “una sceneggiatura un po’ deboluccia”. Il presunto villain Cable, interpretato dall’ormai onnipresente Josh Brolin, viene catapultato forse in maniera troppo decisa nella pellicola, perdendo immediatamente di senso e venendo presentato più che frettolosamente. Inevitabilmente, dunque, il personaggio diventa subito una macchietta e finisce per stonare parecchio con l’andamento del film (di questo parleremo a breve). Ryan Reynolds va assolutamente promosso, anche se forse risulta meno brillante rispetto al primo film. In egual maniera T.J. Miller, che però – va detto – si sta proponendo come una delle spalle comiche maggiormente riuscite degli ultimi anni in un film di supereroi. Riguardo il tono del film, l’errore principale è stato quello di cercare di imprimere una serietà forse non troppo richiesta per questo tipo di prodotto. La storia d’amore tra Deadpool e Vanessa, per esempio, risulta molto più “fastidiosa” e stereotipata rispetto a quanto visto precedentemente, così come anche il rapporto tra Wade Wilson e Russell Collins e la storia di Cable. Delle forzature che in certi punti provano a rendere il film un po’ più dark, dando però invece l’impressione di essere piuttosto fuori luogo. Le coreografie e le scena d’azione perdono qualcosina a causa dell’eccessivo spezzettamento in fase di montaggio, il quale forse toglie un po’ di adrenalina anche alle sequenze più belle da vedere. In generale, la sceneggiatura sembra essersi un po’ frenata per ciò che concerne il politically incorrect, preferendo puntare invece maggiormente sul citazionismo. E proprio dalle citazioni arrivano, probabilmente, le cose migliori di tutto il film: alcune delle battute più belle – anche abbastanza provocatorie – sono frutto di uno sguardo ad altri progetti, più o meno fallimentari, che hanno caratterizzato gli ultimi anni dei film di genere al cinema. Altra cosa assolutamente apprezzabile di Deadpool 2 sono i cameo: svariate le comparsate all’interno del film, che coinvolgono tutte grandi nomi e riescono a strappare una risata mista a un senso di sbigottimento e sorpresa (uno in particolare è davvero inatteso e, a quanto sembra, anche la maggior parte dei membri stessi del cast non ne erano a conoscenza). Queste ultime valutazioni, però, non riescono a elevare (almeno non ai nostri occhi) Deadpool 2 come degno sequel del primo. Il problema principale della pellicola resta forse quello di aver trovato nella sua costruzione un’ansia prestazionale che si è ritorta contro gli aspetti principali della storia, quasi come se fare meglio del primo film fosse un dovere nei confronti della produzione e degli spettatori. La saggezza popolare viene incontro alla valutazione perché, in questo caso come in altri, il troppo storpia: il secondo capitolo di Deapdool è più adrenalinico, più violento, ha più carne a cuocere ed è forse più cattivo ma, paradossalmente, in termini di resa concreta riesce ad essere meno impattante dell’esperimento precedente. A fronte di altre trovate geniali (la mini-storia di Peter e le scene dopo i titoli di coda meritano da sole la visione della pellicola) e di quelle citate prima, Deadpool 2 risulta quindi un bel film da guardare senza troppo impegno ma non adatto a essere un blockbuster coinvolgente o indimenticabile.
Il futuro di Deadpool, comunque, merita di non essere affatto a rischio: parliamo infatti di una macchina da soldi e di una saga che, in qualche maniera, ha trovato anche il coraggio di portare al cinema qualcosa di nuovo. Un terzo film di Deadpool sarebbe infatti già in programmazione, per bocca dello stesso Ryan Reynolds, il vero e proprio fautore di questo progetto che – a tutti gli effetti – è stato in grado di svoltargli e (forse salvargli) una carriera spesso composta da scelte non proprio impeccabili a livello commerciale. La curiosità più grande sarà quella della possibile maniera in cui il franchise potrà proseguire. Alcuni elementi del film potrebbero suggerire l’ipotesi più ovvia in fatto di diritti cinematografici ma è pur vero che con la nuova ripartizione delle grandi aziende in molti sperano – anche se per adesso non ci sono assolutamente evidenze in tal senso – di poter vedere Deadpool entrare a far parte dell’UCM. In ogni caso, il personaggio continuerà ad essere una miniera d’oro, sperando magari in un terzo capitolo che risulti davvero in grado di poter superare il primo, in tutti gli aspetti possibili.
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