La partita di domenica tra Milan e Fiorentina è stata, con ogni probabilità, l’ultima in cui Gianluigi Donnarumma ha difeso la porta del club rossonero. Il giovane talento natio di Castellammare di Stabia pare decisamente in uscita da Milanello, dopo una stagione in cui il già incrinato rapporto con squadra, società e soprattutto con la curva sembra essersi deteriorato oltre il punto di non ritorno. Esordiente a sedici anni in serie A, e poco più di sei mesi dopo in maglia azzurra, Gigio sembrava destinato a diventare la nuova bandiera del Milan, nonché la pietra angolare del “nuovo corso” targato Fassone-Mirabelli. Tuttavia il piano è decisamente saltato e adesso non resta che capire cosa prospetti l’immediato futuro per il portiere della nazionale, con una certezza: le prossime due stagioni saranno importantissime, perché dovranno indirizzare la sua carriera sul giusto percorso.
Donnarumma è sicuramente un caso unico nella scena calcistica italiana ed europea. Si tratta dell’unico portiere under 20 con più di cento partite in massima serie, superando in questo dato anche mostri sacri come Iker Casillas e Gianluigi Buffon, anche loro esordienti ai massimi livelli da giovanissimi. Dotato di una grande fisicità, dall’alto dei suoi 196 cm per 92 kg, Donnarumma possiede anche un’agilità fuori dall’ordinario e una buona esplosività; nonostante uno stile poco ortodosso – specie rispetto alla tradizione italiana – non possono passare inosservati i suoi grandi riflessi e la sua abilità nell’uno contro uno. Con queste premesse, è facile comprendere perché questo ragazzo abbia un valore economico così alto, quantificabile intorno ai 70-80 milioni di euro: il talento è evidente, il margine di miglioramento è ancora molto ampio, e ha già una discreta esperienza di calcio giocato nelle gambe.
In un mercato dai valori inflazionati come quello attuale, un giocatore come Gigio è unico. Su questa unicità ha saputo ben capitalizzare il procuratore Mino Raiola, che questa professione l’ha praticamente inventata nei primi anni Ottanta, e dopo il dramma estivo della scorsa estate ha strappato per il suo assistito un contratto da 6 milioni all’anno: per intenderci, la stessa cifra che percepisce Douglas Costa. Il calcio sa essere molto ironico, perché proprio l’esterno brasiliano della Juventus ha segnato in finale di coppa Italia contro il Milan, complice un errore di Donnarumma che non è riuscito a bloccare il tiro dalla distanza.
Potremmo definirlo un esempio di come due giocatori possano percepire lo stesso stipendio, ma per ragioni diverse: Douglas Costa è già un top player in grado di avere un impatto devastante sulle partite, mentre Donnarumma ha il potenziale per diventarlo. Ma certamente non lo è ancora.
Il famigerato stipendio monstre è stato più volte chiamato in causa da critici e tifosi durante il corso della stagione, specie in occasione di altre “papere” di Donnarumma: molti si aspettavano un miglioramento del tasso tecnico che effettivamente non c’è stato. Ma basta questo a definire il portiere sopravvalutato? Se c’è un elemento tipico nella stragrande maggioranza dei portieri giovani, è l’accentuata tendenza a compiere errori vistosi. La concentrazione e la freddezza sono delle caratteristiche fondamentali in un bravo portiere, e generalmente si sviluppano con l’età e l’esperienza. Per questa ragione un portiere non ancora maturo è portato a sbagliare di più, e Gigio non fa eccezione a questa regola. Era possibile aspettarsi qualcosa di più da Donnarumma in questa stagione?
Sì. Dopotutto, fino all’anno scorso la sua crescita era stata piuttosto costante, con la prestazione in Supercoppa contro la Juve che sembrava lanciarlo verso il salto di qualità decisivo. Era probabile aspettarsi qualcosa di più? No.
Dopo il valzer estivo del rinnovo, contingente a prestazioni deludenti durante l’Europeo under 21, il disastroso inizio della stagione del Milan, le crescenti critiche, la fredda indifferenza della curva, l’incertezza sul proprio futuro professionale e il sempre presente confronto con una leggenda come Buffon – anche in finale di Coppa Italia – sarebbe stato più logico aspettarsi che un ragazzo di diciannove anni patisse il peso delle circostanze, e che la sua crescita ne subisse. Gli errori che ha compiuto in questa stagione nascono da difetti “cronici” del giocatore: errate valutazioni riguardo al posizionamento, eccessiva ricerca della presa anziché del rinvio di pugno, posa a gambe larghe che diminuisce l’esplosività in certe situazioni. C’è ancora tantissimo tempo per correggere questi vizi, ma la frequenza con cui si ripropongono lascia presagire che difficilmente li epurerà mai in maniera completa. Nonostante tutto, Donnarumma ha comunque tenuto una media di rendimento non eccessivamente lontana quella della scorsa stagione. Ha mantenuto la porta inviolata per 12 partite, come lo scorso anno, pur realizzando solo due parate di media a partita a fronte delle 3,5 del 2016/2017, diminuendo di oltre un punto percentuale anche la ratio di parate per goal subito: va però considerato che la difesa del Milan è peggiorata in questa stagione, specie in fase di intercetto.
Le numerose critiche che hanno accompagnato Donnarumma in questa stagione sembrano più dovute a un avversione dovuta agli avvenimenti della scorsa estate – non hanno aiutato le controverse dichiarazioni di Raiola, accompagnate dall’ostinato silenzio del giocatore – che non alla qualità intrinseca del giocatore e delle sue prestazioni in campo: nonostante i difetti tecnici e una tenuta mentale ancora poco resiliente, risulta davvero difficile definire sopravvalutato il giocatore del Milan.
Predire la risposta corretta a questa domanda è un compito estremamente arduo. Di sicuro appare molto remota la possibilità che Donnarumma rimanga in maglia rossonera: la mancata qualificazione del club alla Champions League non solo allontana il giocatore in direzione di altri lidi, ma ha causato alla società un danno economico non indifferente che dovrà essere appianato tramite delle cessioni. Oltre a ciò, anche il rapporto difficile di Donnarumma con la tifoseria rende difficile una sua permanenza a Milanello.
La voce più insistente, fin dalla scorsa stagione, voleva il Paris Saint-Germain come la più papabile destinazione per il portiere rossonero: una squadra dalle grandi disponibilità economiche, che gioca la Champions League e che da tempo ha bisogno di un estremo difensore di qualità migliore per soddisfare le proprie ambizioni in campo europeo.
Tuttavia, secondo le recenti indiscrezioni i parisens preferirebbero il quarantenne Buffon, in uno sviluppo estremamente simbolico, al suo erede designato Donnarumma: pare sia pronto un biennale per l’ormai ex portiere della Juventus, ma non è escluso che, in caso fallisse questa trattativa, Gigio ritorni nel mirino. Resta da valutare se l’ambiente del PSG e la Ligue 1 siano la destinazione ottimale per un giocatore che ha bisogno di maturare e crescere tecnicamente: Verratti insegna.
La Juve sembra essersi fatta da parte per il momento, puntando sul veterano Sczesny per il prossimo futuro, e l’interessamento del Napoli potrebbe infrangersi sull’alta quotazione del giocatore. Le squadre al momento in pole position sono le stesse che si incontreranno a Kiev sabato, per la finale di Champions League: sia il Real Madrid di Zidane che il Liverpool di Klopp hanno le disponibilità economiche per pagare i 70 milioni chiesti dal Milan, probabilmente destinati ad abbassarsi. Ai Reds serve una stella nel ruolo di portiere, dal 2013 occupato dall’altalenante Mignolet e negli ultimi tempi da Loris Karius, mentre ai Blancos serve un giovane da affiancare a Keylor Navas, che potrebbe fare da guida e mentore a Donnarumma. L’unica certezza, al momento, è che il nome del giovane portiere azzurro sarà ancora volta quello più caldo nell’ormai imminente sessione estiva di calciomercato.
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