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Back Home EP7, Didier Deschamps

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Arnaldo Figoni

Le puntate precedenti:

  1. Diego Costa
  2. Robin Van Persie
  3. Eusebio Di Francesco
  4. Emiliano Mondonico
  5. Julio Cesar, “l’acchiappasogni”
  6. Mario Götze

Ben ritrovati al consueto appuntamento mensile di Back Home, rubrica calcistica che ormai da sette episodi racconta un romanticismo contemporaneo legato al mondo del pallone. Come ampiamente ribadito anche negli episodi precedenti, il calciomercato regala parecchi spunti su cui poter raccontare delle storie sportive senza dover necessariamente cercarle nel libro dei ricordi. Lo faremo noi di theWise per voi, raccontando una storia particolare, quella di Didier Deschamps. Molti di voi lo ricorderanno per aver vestito principalmente la maglia della Juventus per diverse stagioni degli anni ’90, ma soprattutto perché ha portato la nazionale francese a vincere il suo secondo mondiale della storia. Grazie alla vittoria nella Coppa del Mondo, il tecnico dei Bleus entra a far parte di una categoria strettissima di allenatori che hanno vinto il trofeo più ambito di tutti sia da giocatore che da allenatore. I giocatori e in seguito allenatori a esserci riusciti sono solamente tre. Oltre a Deschamps, ricordiamo ovviamente l’attuale CT dei Galletti Mario Zagallo, campione del mondo col Brasile nelle annate 1958, 1962, 1970 – l’ultima come commissario tecnico –  e Franz Beckenbauer vincitore nel 1974 e nel 1990 alla guida della Mannschaft. Sebbene le vittorie nei mondiali siano state l’acuto più alto della carriera di Didier Deschamps, c’è una storia lunghissima che ci porterà in giro per il vecchio continente, in una sorta di grand tour tra Francia, Inghilterra, Italia e Spagna.

Didier Deschamps, sollevato in trionfo dai giocatori della nazionale francese dopo la vittoria della Coppa del Mondo 2018. Foto: Getty Images

L’inizio di carriera tra Nantes e Marsiglia

La storia di Didier Deschamps inizia a Bayonne, nella regione della Nuova Aquitania. Prima di diventare un giocatore di calcio, l’attuale allenatore della Francia campione del mondo muoveva i suoi primi passi giocando a rugby. Successivamente passerà dal pallone ovale a quello da calcio, andando nella trafila delle giovanili dell’Aviron Bayonnais. Non esordirà mai in prima squadra con la maglia celeste della squadra della sua città, ma lascerà comunque un segno importantissimo: lo stadio dell’Aviron Bayonnais infatti è intitolato proprio a Didier Deschamps, il giocatore più importante di sempre a essere passato da quelle parti. Che il giovane Didì – soprannome che si porta dai tempi dell’OM – fosse un giocatore interessante lo si era capito da subito: un centrocampista con un solo unico ruolo, recuperare più palloni possibile. Questa caratteristica fondamentale è stata il centro di tante vittorie in carriera da giocatore nelle varie esperienze in giro per l’Europa. Mentre era ancora un adolescente infatti arriverà al Nantes, che lo porterà a giocare nella Loira, trascorrendo il resto della trafila delle giovanili. Proprio a Nantes esordirà in prima squadra nel 1986 e ci resterà per tre stagioni. In questi tre anni passati nella Loira, sarà una pedina fondamentale e collezionerà più di cento presenza con la maglia dei Les Canaris. Attira quindi l’interesse del Marsiglia, squadra dove peraltro farà benissimo sia da calciatore che in veste di tecnico. Nella sua prima stagione in quel di Marsiglia, da giovane ventenne, vincerà il campionato di Francia sebbene trovando poco spazio rispetto ai suoi standard, collezionando circa venti presenze e un gol. Verrà ceduto in prestito al Bordeaux nell’annata successiva per poi tornare nuovamente all’OM e diventare un punto fisso della squadra. Col Marsiglia infatti vincerà i campionati del ’91 e del ’92 e soprattutto la prima Champions League della storia di una squadra francese nel 1993. La stagione 1993/94 sarà l’ultima stagione di Didier Deschamps in maglia Olympique Marseille, dato che in seguito all’Affaire VA-OM, ovvero un caso di illecito sportivo che coinvolse i campioni d’Europa in carica con la squadra del Valenciennes, la squadra venne retrocessa in seconda divisione, nonostante il secondo posto il classifica.

Didier Deschamps solleva la Coppa dei Campioni 1993, la prima di una squadra francese nella storia della competizione. Foto: AFP.

L’arrivo alla Juventus, i successi in nazionale

Il centrocampista francese, a quel momento svincolato, venne quindi ingaggiato dalla Juventus e diventerà uno dei veri e propri giocatori imprescindibili nelle sue cinque stagioni in bianconero. Deschamps farà parte di quella squadra che vinse la Champions nel 1996 a Roma contro l’Ajax, oltre che a ritagliarsi un posto nel cuore dei tifosi. La sua duttilità e la disposizione al sacrificio rendono il numero 14 bianconero un giocatore importantissimo nelle gerarchie di Marcello Lippi. Sebbene il lavoro di Didier Deschamps passi spesso inosservato, è una presenza stabile in nazionale ed è un giocatore di assoluto carisma, tanto che a Francia ’98 sarà lui ad alzare la Coppa del Mondo al cielo di Parigi. Dopo la vittoria nel mondiale transalpino però, qualcosa si rompe. Il rapporto tra il capitano dei Bleus e Marcello Lippi va deteriorandosi sempre di più, portando all’inevitabile cessione a fine stagione 1999. Didì infatti andrà al Chelsea di Gianluca Vialli, ex-compagno di squadra proprio alla Juventus, dove però non farà benissimo. Sebbene la stagione in terra inglese non fosse andata benissimo, Deschamps porterà nuovamente la fascia di capitano della nazionale francese, sollevando il trofeo al cielo di Rotterdam nella finale vinta contro l’Italia di Dino Zoff. L’epilogo della sua carriera sportiva da calciatore si svolge in Spagna. Nella sua ultima stagione di calcio giocato Didì andrà al Valencia di Claudio Ranieri, dove però sarà quasi sempre indisponibile per via di numerosi infortuni: nonostante ciò farà parte della squadra che arrivò a giocare la finale di Champions League contro il Bayern Monaco a San Siro.

Laurent Blanc e Didier Deschamps festeggiano la prima storica Coppa del Mondo vinta nel torneo di Francia ’98. Foto: Getty Images.

Didier Deschamps, allenatore

Come tanti giocatori, appena finita l’attività agonistica Deschamps prende da subito la strada di allenatore di una prima squadra. Appena ritirato dal calcio giocato diventa coach del Monaco, dove rimarrà per quattro stagioni, ottenendo notevoli risultati, tra cui una storica finale di Champions League nella stagione 2003/04 giocata contro il Porto di José Mourinho. A fine stagione nel 2005 lascerà la panchina a favore di Francesco Guidolin, per poi prendersi un “anno sabbatico”. Dopo l’esperienza con i monegaschi, sarà il primo tecnico della Juventus post-Calciopoli. Ritorna a Torino nel peggior momento della storia bianconera. La società di Giovanni Cobolli Gigli era stata retrocessa in Serie B e penalizzata di ben trenta punti, e Deschamps aveva il compito più difficile di tutti, tornare al più presto in Serie A. Una sfida inizialmente quasi impossibile, facilitata anche dal sacrificio di diversi “big” rimasti in squadra come Pavel Nedved e David Trezeguet, oltre che al capitano Alessandro Del Piero. Successivamente la penalizzazione in campionato venne ridotta dai trenta punti iniziali, aprendo molte più speranze al pronto ritorno in Serie A da parte della Juventus. Deschamps riuscì a completare l’impresa, ma si dimise a poche giornate dalla fine del campionato per via di incomprensioni con Alessio Secco, direttore sportivo di allora. Fino al 2009, l’ex-allenatore juventino rimarrà fuori dai radar per poi tornare nuovamente a Marsiglia. Sulla panchina dell’OM riporterà la squadra a vincere nuovamente il campionato francese dopo l’ultima volta nel lontano 1992, quando Didì era ancora un giocatore. Non solo il titolo di Ligue 1, Deschamps portò a vincere per tre edizioni consecutive la Coupe de la Ligue, oltre a far andare l’OM fino ai quarti di finale della Champions League. In concomitanza con il termine della sua stagione al Marsiglia, si libera il ruolo più importante di tutte in terra transalpina: il posto da CT della nazionale francese, panchina che farà sua e che tuttora gli appartiene. Sarà lui infatti il tecnico che guiderà i Bleus nella rassegne mondiali di Brasile 2014 e Russia 2018, oltre all’Europeo del 2016 giocato in casa. Indubbiamente, la vittoria di del Luzhniki è il fiore all’occhiello di una carriera già di per sé fantastica. Deschamps porta nuovamente la Francia sul tetto del mondo, vent’anni dopo dalla finale del Saint Denis. Un allenatore capace di consacrare il talento di giocatori come Griezmann e Mbappé, ma allo stesso tempo criticato per non aver capitalizzato a dovere visto il grande potenziale di questa generazione di campioni francesi. Critiche a parte, vincere il mondiale da giocatore e successivamente da allenatore non è una cosa che accade tutti i giorni, ed effettivamente neanche ogni quattro anni. Chapeau.

Didier Deschamps e il suo staff posano con la Coppa del Mondo vinta nel torneo di Russia 2018. Foto: Getty.

“Bisogna ritornare sui passi già dati, per ripeterli, e per tracciarvi a fianco nuovi cammini. Bisogna ricominciare il viaggio. Sempre.” – José Saramago

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