Un capitano che va via dal Milan…
Sebbene il brasiliano avesse vestito i panni proprio di allenatore dei rivali cittadini, in questo momento Leonardo sembra aver riconquistato a pieno la fiducia e l’amore dei tifosi. Il nuovo direttore tecnico rossonero recentemente sta lavorando per migliorare una squadra che nella scorsa stagione non ha convinto. Un impegno che comincia principalmente col mercato in uscita, lavorando a una cessione importante di un giocatore altrettanto fondamentale quanto discusso, Leonardo Bonucci. L’attuale capitano della Nazionale infatti è stato centro di discussioni importanti nell’ultimo anno, sia legate alle sue prestazioni, sia ad alcuni comportamenti che l’hanno messo al centro delle critiche. Nonostante una cifra importante – circa quarantadue milioni di euro – spesi per portare Bonny a Milano, il trasferimento sembrava essere un vero e proprio affare: il profilo di un difensore centrale come l’ex-milanista lo rendeva unico nel suo genere. Caratteristiche legate alla creazione del gioco che avevano attirato anche Guardiola, disposto a fare di tutto per portare Leonardo Bonucci al Manchester City. Un giocatore di carattere, a cui subito è stata affidata la fascia di capitano che era di Montolivo, oltre alla numero 19 che aveva scelto il centrocampista Kessié. Un gesto che però non è stato visto di buon grado da parte dei tifosi, che non riconoscevano in Bonucci una figura adatta per un ruolo così importante all’intero del Milan. Se a questo si aggiunge una stagione non proprio fantastica si arriva a capire quanto la situazione in casa rossonera fosse completamente diversa da quello che ci si aspettava. Si partì con un «Quando pensi al Milan, vieni subito attratto dalla sua storia, da quella dei campioni che hanno vestito la sua maglia. Penso a Baresi, Costacurta, Maldini, Nesta, Tassotti» e un «loro sono nella leggenda, io arrivo oggi, per iniziare a scrivere una nuova pagina della storia rossonera e della mia carriera», arrivando a rendere esplicita la volontà di tornare alla Juventus.
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Da qui nasce il presupposto per una trattativa clamorosa. Con l’arrivo di Cristiano Ronaldo a Torino, la società di Agnelli deve trovare una nuova sistemazione per Gonzalo Higuain, giocatore peraltro richiesto dal Chelsea di Sarri. Allo stesso tempo, con un eventuale addio di Bonucci, il Milan avrebbe avuto bisogno di un altro difensore centrale per sostituire il capitano della Nazionale. Da qui si palesa l’interesse per Mattia Caldara, giovane bianconero che ha giocato a Bergamo per gran parte della sua carriera e che dalla stagione 2017 era di proprietà della Juventus. Solo recentemente il ragazzo aveva avuto modo di giocare con i bianconeri, durante la tourneé americana infatti Caldara veniva spesso utilizzato come compagno di difesa assieme a Chiellini e Barzagli. Questa trattativa è di importanza fondamentale per i colori rossoneri per due motivi. Il primo è indubbiamente l’attacco: il reparto offensivo della squadra di Gattuso – rivelazione Cutrone a parte – non ha saputo rispondere alle aspettative. André Silva, un oggetto misterioso, e Kalinic una vera e propria delusione. Higuain porta al Milan un bagaglio di esperienza notevole all’interno del nostro campionato: oltre al record di reti segnate in una singola stagione, El Pipita porta con sé quasi centocinquanta gol tra campionato e coppe, rendendolo uno dei giocatori più determinanti della Serie A. L’altro aspetto è sicuramente quello legato alla difesa: l’ingresso di Mattia Caldara nella rosa di Gattuso fa pensare a un grande investimento per il prossimo futuro: una eventuale coppia con Caldara e Romagnoli sarebbe invidiabile anche in ottica nazionale. A maggior ragione c’è rimpianto in casa Juve, da parte dei tifosi che non sono proprio entusiasti del ritorno di Bonucci. Un sentimento simile c’è anche da parte del neo-capitano bianconero Giorgio Chiellini che vedeva Caldara come un giocatore adatto proprio per la Vecchia Signora. Durante un’intervista a Sky Sport infatti parla di come avesse tutte le carte in regola per poter fare bene in bianconero: «È un giocatore che aveva tutto per far bene qua. Capisco che è entrato in una dinamica in cui era difficile rifiutare un trasferimento e la Juventus, a malincuore, lo ha dovuto cedere, perché era un ragazzo su cui puntavamo tutti. A me dispiace, perché meritava di stare qua. […] Spero di potergli dare qualcosa da avversario perché è un ragazzo che ha da dare tanto sotto il punto di vista umano, non soltanto calcistico».
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… e uno che al Milan ci torna
Tralasciando il calciomercato, è un altro annuncio quello che fa sognare i tifosi. Qualche giorno fa infatti è stato ufficializzato sul sito del Milan il ritorno di Paolo Maldini in società. Un vero e proprio pezzo di storia della squadra rossonera torna dunque a casa in veste di dirigente. In precedenza sia Barbara Berlusconi sia la presidenza cinese avevano tentato di riportare in società lo storico capitano del Milan, non riuscendo però a completare l’accordo. In questa sua “seconda vita” in rossonero, Maldini ricoprirà un ruolo di Direttore Strategico Sviluppo Area Sportiva: si occuperà sia dalla prima squadra che del settore giovanile, di integrare al meglio i giocatori e di di abituarli a gestire la pressione data dal vestire una maglia così importante. Oltre a ciò Maldini, che è stato scelto proprio da Leonardo affiancherà il brasiliano nelle decisioni più importanti legate al mercato della squadra, sia in entrata che in uscita. Si parla infatti di un “Milan di milanisti”, ovvero il voler scrivere una storia nuova partendo da un’idea che arriva dal passato. Una soluzione spesso viene valutata anche da altre società, che spesso si affidano ai propri ex-giocatori per dare un senso di appartenenza agli attuali calciatori della squadra. Un esempio può essere Francesco Totti, che appena appesi gli scarpini al chiodo affianca la dirigenza della squadra di Di Francesco, ma anche lo stesso Javier Zanetti e lo juventino Pavel Nedved, entrambi vice-presidenti delle squadre che hanno rappresentato nella loro lunga carriera. L’esempio più lampante è proprio quello della Furia Ceca, che assieme ad Andrea Agnelli rappresenta il modello della Juventus che dal 2012 detta legge in Italia. È un attimo immaginare come questo ritorno possa coincidere con la rinascita di questa squadra. Il suo addio al calcio giocato tra i fischi degli ultras sono ormai un lontano ricordo.