Uno dei proverbi più conosciuti spiega che «il mondo è bello perché è vario». E come non essere d’accordo, dato che gli esseri umani hanno saputo creare passioni incredibili per quasi tutte le cose terrene, che siano state create dall’uomo o meno. Ad esempio, quante volte si approfitta di una bella giornata estiva per un barbecue all’aria aperta? Ebbene, c’è chi ne ha fatto addirittura un’arte: parliamo di Serena Simonetti, una ragazza friulana che si era avvicinata al mondo del barbecue per passione e che invece adesso si ritrova a gareggiare – insieme al suo team – con i migliori al mondo. Proprio per questo l’abbiamo intervistata al fine di comprendere meglio i meccanismi che hanno generato questo viaggio appassionante, che ha portato Serena e i suoi amici a guadagnarsi la partecipazione al più grande torneo di barbecue esistente.
Il barbecue come sport: intervista a Serena Simonetti
Iniziamo dalla genesi: di cosa si occupa il team BBQ FVGrillers e com’è nato questo progetto?
«Tutto è nato poco più di un anno e mezzo fa: io e Tomas, un altro componente del team, eravamo già appassionati di barbecue e incuriositi dall’aspetto competitivo, così abbiamo deciso di frequentare un corso per ottenere la certificazione a giudici KCBS (Kansas City Barbecue Society). Il corso si teneva in occasione del WEST bbq contest, che sta per Winter Extreme South Tirol, e già dal nome si può intuire il tipo di clima (-26° con vento). Ciò nonostante, pur essendo partiti sapendo a malapena l’uno il nome dell’altro, in quei tre giorni tra corso e campo gara abbiamo deciso che quello doveva essere il nostro mondo, e non come giudici, ma come team. Successivamente abbiamo incontrato Marco e Roberto, definendo la formazione attuale del team. Fino a qualche mese fa ci occupavamo esclusivamente di competizioni nel circuito KCBS, ora però ho aperto la mia azienda, e cooperando con il resto del team mi occupo anche di consulenze a ristoranti, organizzazione di eventi, corsi e gare. Stiamo anche organizzando il primo contest friulano del circuito KCBS per il maggio 2019, ma non posso ancora dire nulla!»
Quando ti sei avvicinata a questo mondo e, soprattutto, quando hai capito di volerne entrare a far parte seriamente?
«Mi sono avvicinata un po’ per caso durante una dimostrazione di barbecue, non avevo neanche voglia di andarci onestamente, temendo che fosse pura pubblicità. Ho sempre amato cucinare, l’aria aperta e le grigliate, e tutto mi aspettavo tranne che scoprire tutte quelle tecniche e sapori nuovi. Da quel “colpo di fulmine” ho cominciato a divorare tutte le informazioni che potevo reperire, passando anche ore su YouTube guardando tutorial (trovereste interessanti i miei suggerimenti, gente che affumica carne e black metal). Sempre per la mia formazione, devo tantissimo al team Bros Hog e al loro bootcamp, e a Marco Agostini dei Barktenders per i suoi utilissimi articoli. Per il resto, sono sempre stata una persona da “tutto o niente”: se qualcosa mi appassiona faccio di tutto per portare quella passione alla massima espressione possibile, e nel BBQ ho trovato la passione della mia vita».
Ti sei mai sentita, in qualche maniera, “fuori posto” a causa di questa tua passione?
«Fuori posto direi di no, trovare persone che invece rimangono perplesse davanti ad una persona che fa “gare di griglia”, sì».
Dacci qualche informazione in più sulla competizione alla quale parteciperai.
«Il Jack Daniel’s World Championship Invitational Barbecue è sicuramente la competizione bbq più famosa al mondo: sia per i team residenti negli Stati Uniti che per quelli europei, l’accesso è solo per invito. Però c’è anche l’elemento suspance: in alcune gare vengono attribuiti in base al merito dei “gettoni” di partecipazione, e con questi si può partecipare al draw, un’estrazione. Noi quest’anno abbiamo ottenuto due gettoni sui sette disponibili per la gara e credo che il momento in cui ho letto il nostro nome sia stato uno dei più scioccanti della mia vita: l’idea che un anno fa non avevamo ancora disputato la nostra prima gara e tra tre mesi rappresenteremo il nostro Stato mi lascia ancora basita. Per il resto sarà una gara KCBS “come le altre” (tra mille doverose virgolette): due giorni di gara con la presentazione in cieco delle categorie chicken, ribs, pork e brisket, più le categorie speciali sauce (ovviamente a base di Jack Daniel’s), home dish e dessert».
Se dovessi instradare qualcuno a questa tipologia di passione/competizione, che argomentazioni utilizzeresti per convincerlo?
«Al di là dell’aspetto gastronomico, che si parli di grigliare a casa o in gara, sappiamo tutti quanto del cibo cotto alla brace generi uno spirito di condivisione. Nelle gare tutto ciò è amplificato: la ricerca del dettaglio che ti porterà alla vittoria è a tratti maniacale ma alla fine, a prescindere dai risultati, è come un enorme ritrovo tra amici».
Credi che tutto questo, a livello personale, durerà a lungo? Saresti disposta a “trascinare” questa passione fino alla fine, anche ove fosse difficile portarla a termine?
«Assolutamente sì: in questo ambiente ho trovato la mia casa, i miei migliori amici e la persona che amo, ma a livello personale mi è anche costato molto: alcune persone della mia vita non hanno capito l’amore e la dedizione che questo ambiente richiede, finendo così per venirne escluse. Ma come per ogni passione che ti brucia dentro, ne vale sempre la pena».
Se volete supportare il FVGrillers team, qui trovate il loro evento di crowdfunding!