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Bello ma non si applica: Monster Hunter: World

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Alan Pasquali

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Monster Hunter: World è sicuramente una delle uscite più attese del 2018. Persino dopo l’annuncio dell’arrivo ritardato su pc (allo scopo di dedicarsi in maniera più profonda a migliorare l’esperienza, a dire di Capcom), l’attesa non è riuscita a fermare l’entusiasmo dei giocatori non dotati di console, finalmente in grado di giocare a un titolo Monster Hunter in maniera completamente legale. Il 9 agosto 2018, circa sette mesi dopo l’uscita su console, quindi, si va a coronare il sogno di tutti coloro che hanno atteso speranzosi. Due giorni dopo però, incomincia l’incubo. Monster Hunter: World ha infatti un serio problema difficilmente risolvibile in un gioco la cui esperienza principale dovrebbe essere l’interazione con gli altri: il sistema cooperativo funziona a singhiozzo.

Monster Hunter: Mondo vuoto

Passati infatti un paio di giorni quasi perfetti se paragonati a molti altri, incominciano i problemi per Monster Hunter: World. O meglio, un solo problema: errore 50382-MW1. Questo piccolo codice alfanumerico significa per i giocatori di Monster Hunter ciò che l’errore 37 ha significato per settimane per i giocatori di Diablo 3: problemi di connessione. Problemi di connessione che sembrano essere completamente ignorati da Capcom e che vanno ad aggravare una situazione già non rosea. Il sistema di lobby è infatti incompleto, poco funzionale e decisamente inadatto ai numeri presenti su pc: parliamo infatti di soli sedici giocatori per sessione online, di cui solo i canonici quattro potranno partecipare a una singola missione. Per quanto inadeguato però, questo sistema potrebbe anche essere accettabile se il suo funzionamento non fosse completamente disabilitato da una delle decisioni più sciocche che si potesse decidere di intraprendere: mescolare ciò che potremmo definire come una campagna a giocatore singolo con il multigiocatore. Non solo infatti i giocatori sono costretti a superare parti di storia singolarmente, a cercare soluzioni alternative come farsi raggiungere a missione già iniziata, a dover rinunciare alle ricompense delle missioni a causa del superamento del timer dei dieci minuti, ma non ci si può nemmeno unire alle partite di coloro che sono esattamente sulla stesso identico punto di storia. La tanto vantata connettività di Monster Hunter: World quindi viene rovinata e si trasforma in un cumulo di frustrazioni incredibili in cui risulta quasi impossibile giocare con i propri amici. Qualora si dovesse riuscire, in un’incredibile serie di fortunate circostanze, a far partire una missione, ci si ritroverebbe quasi sempre disconnessi brutalmente a poco più di metà dello svolgimento. Doveroso sottolineare come questo possa essere negativo se si sta affrontando alcuni dei mostri più potenti del gioco, poiché la disconnessione è completa ed è impossibile riconnettersi durante la partita, di fatto costringendoci a terminarla da soli.

Una delle vecchie glorie di Monster Hunter, il flagello di tutti i cacciatori in tutto il suo splendore: il Rathalos.

L’unica pezza messa da Capcom in questa serie di problemi infatti, il “Flare SOS”, funziona solamente se si è già connessi all’interno di una sessione online, sessione da cui si viene disconnessi automaticamente al palesarsi dell’errore 50382-MW1. Non solo quindi perdiamo la possibilità di giocare in multigiocatore, ma fino a quattro persone sono costrette a terminare il contenuto giocando in solitaria senza avere la minima possibilità di riconnettersi o chiedere aiuto. Tutto questo può capitare in ogni singolo istante di gioco, trasformando una missione praticamente completa in un disastro annunciato e costringendo il giocatore a perdere quantità di tempo sempre maggiori. Continuando a parlare del Flare SOS, ovvero l’unico sistema di raggiungimento in missione funzionale, bisogna però sottolineare quanto poco sia affidabile. Ci troviamo infatti di fronte a una comunità di giocatori molto ben nutrita, ben oltre i duecentomila, ed è inaccettabile pensare che di queste duecentomila persone solo una decina alla volta utilizzino i Flare SOS. Alle volte può persino capitare di ritrovarsi a guardare una lista missioni completamente vuota e meravigliarsi su che cosa stiano facendo tutti questi fantomatici giocatori. Le cose non migliorano ovviamente dall’altro lato della barricata. Ci troviamo infatti a notare come utilizzare i Flare SOS durante la partita abbia sempre due risultati ben distinti: la totale assenza di giocatori interessati a completare la nostra stessa missione, oppure la corsa a entrare all’interno della nostra partita, che si riempirà completamente nel giro di pochi istanti. Questi due dettagli potrebbero far pensare a una divisione poco equa dei giocatori, interessati a completare solamente alcuni tipi di missione e completamente disinteressati invece allo svolgersi di compiti magari più semplici. Il sistema di Monster Hunter però non è così mal pensato e, considerando come anche le missioni meno complicate possano essere utili a ogni giocatore, la prima cosa che ci possa venire in mente sono i soliti problemi di connettività, piaga costante che ci accompagnerà in ogni istante di gioco. Qualora però ci si dovesse dimostrare adeguatamente coriacei e superare le circa trenta ore di tutorial… sì, avete capito bene, trenta ore di missioni tutorial. Da fare principalmente in solitaria.

Cosa fa più paura di un Tobi-Kadachi che vuole ucciderci? Doverlo affrontare da soli perché non abbiamo ancora visto la cutscene.

Quindi, ricapitolando, abbiamo superato trenta ore di inutili e ripetitive missioni di storia-tutorial stereotipate in cui ci vengono spiegati i concetti base col contagocce, in cui ci viene ripetuto in ogni missione quali siano i tasti per muoverci ma non ci viene spiegata per esempio la differenza tra uccisione e cattura di un mostro. Siamo riusciti grazie all’influenza della nostra buona stella a trovare una sessione online funzionante e ci siamo uniti, cosa ci troviamo di fronte? La desolazione più completa. All’interno della nostra base non sarà infatti possibile interagire con nessun giocatore. Ci può vedere solamente in un punto ben preciso, che ovviamente nessuno frequenta a causa della poca praticità, e siamo quindi condannati a rimanere chiusi nella nostra solitudine anche all’interno di sessioni completamente occupate. Ignoriamo quindi questa opprimente sensazione giocare a un gioco a giocatore singolo glorificato, e apriamo la lista missioni. Non importa che cosa ci sia da uccidere, quale missione serva affrontare, a questo punto vorremmo solamente giocare e poterlo fare senza problemi. Abbiamo finalmente completato l’ordalia. Siamo finalmente degni, grazie al giudizio dei nostri onnipotenti padroni giapponesi, di goderci, per i circa quindici o venti minuti di tempo che ci metterà il solito ennesimo errore di connettività a palesarsi, Monster Hunter: World in tutta la sua gloria e splendore. E di gloria e splendore parliamo. Monster Hunter è infatti uno dei migliori ARPG della storia dei videogiochi e per quanto nel capitolo Monster Hunter: World sia decisamente semplificato per raggiungere il quanto più ampio pubblico possibile, parliamo pur sempre di uno dei titani. Il combattimento è infatti ineguagliabile, sia dal punto di vista attivo che dal punto di vista tattico. I mostri si adatteranno alle situazioni, interagiranno con i giocatori, le loro azioni, con l’ambiente ma soprattutto tra loro. Poco o nulla può infatti raggiungere l’apice donatoci dall’osservare due mostri che, trovatisi nella stessa identica area di gioco, combattano ferocemente per scacciare l’invasore dal proprio territorio. Queste piccole perle avranno inoltre svariati risvolti pratici molto utili al giocatore grazie anche alla nuova impronta scelta per Monster Hunter: World che si allontana leggermente dai capitoli precedenti in maniera inaspettata.

Zorah Magdaros sarà uno dei mostri traino della storia di Monster Hunter: World per parecchio tempo, e prevede ben due diverse missioni di storia.

Se infatti l’obbiettivo principale nei capitoli precedenti è riassumibile nella semplice parola uccidere, Monster Hunter: World amplia questo concetto e vi aggiunge la parola studia: saranno infatti disponibili tracce, oggetti da raccogliere e da osservare che aumenteranno le nostre conoscenze del mondo che ci circonda, tramutando tutto questo in praticissimi punti ricerca da sfruttare per le più svariate applicazioni. Ecco che quindi il leggero cambio di sfumatura va ad aggiungere ulteriore carne al fuoco per Monster Hunter e ci permette di passare ore non solo a brutalizzare poveri mostri gargantueschi, ma anche di passare il nostro tempo a osservarne abitudini e habitat. Attività assolutamente propedeutica alla caccia, poiché ci permette anche di dotarci dei consumabili necessari all’attività principale, grazie al sistema delle spedizioni. Spedizioni che ci permettono di esplorare le aree di Monster Hunter: World e che finalmente prevedono un collegamento completo e senza caricamenti, caratteristica tipica invece dei capitoli precedenti. Potremo quindi raccogliere decine e decine di tipi di piante, funghi e insetti per rimpinguare le nostre scorte e prepararci in maniera adeguata alle missioni specifiche, potendo in tutta libertà cacciare i mostri tipici della zona che stiamo esplorando quasi come se fossimo in missione. Bisogna tuttavia fare attenzione ai limiti di tempo, legati principalmente non alla missione ma al singolo mostro, che dopo un certo periodo abbandonerà l’area permanentemente. Non si può dire molto invece sulle scelte riguardanti armi e armature che, così come i mostri, non si sono ampliate in maniera esagerata e prevedono il ritorno di tantissime vecchie conoscenze. Particolare menzione in questo caso va per la new entry, insect glaive. Questa nuova arma ci permetterà infatti di incominciare delle spettacolari combo aeree e di infliggere status d’effetto sui mostri che attacchiamo grazie all’aiuto di un insettone gentilmente posato sul nostro braccio, che sarà nostro fedele alleato contro le mostruosità di Monster Hunter: World.

Il vecchio e il nuovo si incontrano e molto probabilmente combatteranno ferocemente per il territorio.

Re-Porting Monster Hunter

Monster Hunter: World avrebbe tutte le carte in regola per essere un perfetto membro di una lunga serie di capitoli di razza. Per quanto leggermente semplificato e con decisivi miglioramenti nella qualità di gioco, sarebbe anche un degno successore di questi ultimi. Purtroppo questa volta a trattenere verso il basso la qualità complessiva di questo videogioco non è la programmazione, la presenza di bug, un budget scarso o la semplice noncuranza, ma probabilmente l’incapacità di gestire un sistema di connessione decisamente inusuale per la storia di Monster Hunter. Sarebbe tuttavia il caso di affrontare questa nuova avventura e sfida in maniera seria e preparata, poiché persino il comunicato di Capcom riguardante l’interessamento ai problemi di connessione è in evidente ritardo rispetto alle tempistiche del problema stesso, di cui tutt’ora non si vede ancora un’eventuale risoluzione. Noi ci auguriamo assolutamente che gli sviluppatori si applichino ulteriormente e permettano anche ai giocatori su pc di potersi godere un videogioco che sicuramente può fregiarsi dell’aggettivo ‘bello’, ma che allo stato attuale vede più adatto ‘ingodibile’.

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