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PES 2019, impressioni sparse sulla demo

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Claudio Agave

PES 2019 demo – Per gli appassionati di calcio videoludico, la lotta tra il brand di FIFA e quello di PES è ormai sempre più pressante, anche se negli ultimi anni innegabilmente il prodotto di EA ha ottenuto molte più vendite e pubblicità, grazie anche alla capacità di sapersi meglio reinventare in quella che adesso è già old-gen ma che anni fa era una nuova generazione di console. Con l’avvento di PS3 e Xbox 360, infatti, Konami ha palesemente perso terreno nello sviluppo, facendosi sorpassare dal principale competitor soprattutto per via di una maggior propensione all’arcade e di una personalizzazione delle modalità online a cui PES è arrivato con troppo ritardo. Negli ultimi anni – dopo un netto calo anche a livello di gameplay – Pro Evolution Soccer ha saputo però riprendersi, proponendosi come titolo valido per la new-gen e avvicinando (se non annullando) il gap con FIFA, che adesso si “riduce” prevalentemente alla maggior fanbase ottenuta da quest’ultimo nel corso degli anni, e al gusto personale di ogni videogiocatore. Qualche giorno fa Konami – che nelle ultime stagioni sta provando a vendere di più giocando sulla velocità di uscita (quest’anno si inizia il 30 agosto) – ha reso disponibile la demo di PES 2019. Una prova gratuita che presenta senz’altro qualche piccolo difetto ma anche molti pregi, di cui tenere assolutamente conto.

PES 2019, prime impressioni sulla demo del gioco Konami

Nella prova dimostrativa offerta da Konami, il videogiocatore ha la possibilità di cimentarsi con ben undici squadre tra club e Nazionali, tra cui spiccano Milan, Inter, Barcellona, Liverpool, Monaco, Schalke 04, Francia e Argentina. Al di là delle varie questioni che riguardano le licenze (di cui tratteremo in una recensione del gioco completo), molta importanza va data al gameplay di questo PES 2019, il quale – seppur in una “forma fisica” post E3 e quindi potenzialmente incompleta – sembra risultare davvero valido. Soprattutto al massimo livello possibile di gioco (ovvero il Superstar) la demo risulta molto complicata da affrontare, soprattutto per ciò che concerne i movimenti difensivi. Temporeggiare e scegliere perfettamente le tempistiche di intervento è fondamentale per non essere saltati o per non regalare pericolosi piazzati agli avversari. Ancora più difficile (ma per questo forse più stimolante) è la fase d’attacco: praticamente impossibile, in un gioco come PES che fa dell’aspetto simulativo il suo credo, pensare di prendere un giocatore e dribblare altri tre o quattro in scioltezza, per poi magari concludere verso la porta. Al tiro si arriva solo in maniera ragionata, offrendo una manovra che non per forza dev’essere veloce o spettacolare ma che senz’altro deve risultare improntata sulla pianificazione, anche in base a quelle che sono le possibilità tattiche offerte dall’impostazione delle formazioni. Le animazioni, anche se non rivoluzionate, sembrano aumentate e rese più efficaci da una maggiore reattività dei controlli. Interessante anche l’opzione – già vista l’anno scorso su FIFA 18 – delle sostituzioni veloci. Se possibile, però, PES la implementa anche meglio, rendendo sostituibili tutti i giocatori e non solo i tre selezionabili precedentemente. Due miglioramenti netti sembrano essere arrivati da arbitri e portieri: i primi paiono interpretare meglio le situazioni, fischiando in maniera più coerente e dispensando cartellini e falli in maniera corretta. I secondi sembrano molto più reattivi, soprattutto quando si tratta di stare tra i pali. Anche il compartimento tecnico sembra di alto livello: l’illuminazione è davvero realistica e sensazione, con giochi di luci che diventano dinamici durante l’incontro. La riproduzione degli stadi con licenza (come il Camp Nou) è riportata fedelmente nel videogioco, con la minima cura nel dettaglio anche per ciò che concerne l’esterno dell’impianto. La grafica dei giocatori, da sempre un punto di forza della saga, non perde di certo smalto in questa demo: tutti i giocatori più famosi (ma anche quelli meno noti) sono riprodotti in maniera quasi impeccabile. Nota positiva anche l’online: lag quasi del tutto assente, matchmaking assolutamente tranquillo e non lento, sicuramente un aspetto positivo pur trattandosi di una demo.

Donnarumma concentrato (e sudato) durante un match. Foto: PESTeam.it

Cosa non funziona

Ovviamente, non tutto nella demo di PES 2019 funziona perfettamente (anche se molto, ripetiamo, può dipendere prevalentemente da una questione di gusti personali). Tornando al gameplay, infatti, c’è da dire che al massimo livello ogni squadra affrontata si comporta forse in maniera troppo precisa e perfetta, con costruzione della manovra quasi impeccabile e passaggi solo raramente sbagliati. Si è intravista anche una tendenza alla ricerca del cross basso, che si giochi con un terminale offensivo più propenso al colpo di testa (come Icardi) o con un falso nueve che predilige il gioco tra i piedi. Da registrare anche qualche difficoltà per i portieri in fase di uscita, con gli estremi difensori troppo spesso battibili o comunque un po’ grezzi soprattutto nelle uscite basse (migliore invece il comportamento su quelle aeree). In generale, il gioco regala un po’ di frustrazione nelle due fasi e non sembra perfetto per un primo approccio esterno, ma più che altro per accogliere chi ha già avuto modo di toccare con mano i capitoli precedenti e, quindi, di conoscere precedentemente il prodotto Konami. Il ritmo di gioco sembra a tratti un po’ troppo lento ma questo fa parte indubbiamente della componente simulativa che da molti anni accompagna Pro Evolution Soccer. La questione binari sembra ormai quasi totalmente risolta, anche se a tratti – sopratutto nella rincorsa senza palla – si ha ancora l’impressione che i movimenti non siano totalmente liberi. Ci si aspetta ovviamente un potenziamento di tali aspetti, anche se il gioco – come già ribadito – sembra comunque esser stato presentato in una versione piuttosto gradevole seppur non definitiva. In termini generali, comunque, la demo di PES 2019 merita la sufficienza piena. Si tratta di un gioco in cui non ce la si può cavare con un cambio di gioco o con un tiro da fuori, bensì di un titolo in cui giocare a calcio è fondamentale nel senso letterale e videoludico del termine. La prova del nove arriverà inevitabilmente il 30 agosto ma per adesso PES 2019 ha sicuramente fatto colpo, nonostante si possa e si debba migliorare qualcosa in un arco di tempo che non dev’essere ristrettissimo, ma neanche troppo dilatato.

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Claudio Agave

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