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UEFA Nations League: la Superlega delle Nazionali

Published by
Andrea Braschayko

Una nuova competizione

Lo scorso 20 settembre a Ginevra, senza dire (quasi) niente a nessuno, la UEFA ha deciso di rivoluzionare il vigente sistema per le squadre nazionali presentando ufficialmente la sua ultima trovata, la Nations League. Del nuovo torneo se ne parlava da un po’ tra i grandi media e i tifosi, anche se sottovoce, e con il Congresso svizzero si è passati all’ufficializzazione. Quello che già adesso è il terzo torneo per nazionali più prestigioso dopo Mondiali ed Europei (insieme alla Copa America) ha ricevuto dai burocrati del calcio europeo gli input essenziali per la sua esistenza, a poco meno di un anno dalla prima partita ufficiale.
La Nations League nasce inizialmente dall’esigenza di abolire le noiose amichevoli internazionali, insieme alle “spettacolari” Italia-Israele/Macedonia delle qualificazioni europee. In realtà sono molte le innovazioni e il potenziale mediatico che il torneo può apportare al calcio europeo, con buona pace di allenatori (in particolare Maurizio Sarri) e dirigenti dei club europei, già esasperati per i continui acciacchi e infortuni dei loro tesserati durante le pause per Nazionali.

Il regolamento

In vista del sorteggio del 24 gennaio a Losanna, le 54 federazioni europee saranno suddivise in quattro leghe (dalla Lega A alla Lega D) in base alla loro posizione nel Ranking UEFA per squadre nazionali. Ognuna di queste leghe sarà composta da ulteriori quattro gironi con tre o quattro squadre ciascuno. La vincente di ciascun girone verrà promossa di diritto alla Lega di livello più alto per l’edizione successiva della Nations League; sorte avversa, ovviamente, per l’ultima classificata di ciascun gruppo. Gli incontri della fase a gironi si disputeranno tra settembre e novembre 2018, mentre nel giugno 2019 si svolgerà la fase di play-off con partite di andata e ritorno per determinare la vincitrice di ciascuna lega (tenete a mente a questo particolare per le prossime righe).
La parte più interessante per i tifosi riguarda ovviamente la League A, quella con idealmente le dodici nazionali europee più forti del momento. Come per le altre leghe, è prevista nel 2019 la Final Four per determinare la vera vincitrice del torneo.
In sunto, lo schema di ogni lega è simile a una mini Champions League con partite di fase a gironi in autunno e fase di play-off a fine stagione. A questo si aggiunge un interessante sistema di promozioni e retrocessioni in stile campionato nazionale, molto stimolante soprattutto per le nazionali di fascia medio-bassa con ambizione di confrontarsi con i top team europei. Una sorta di Coppa Davis calcistica insomma.

Un torneo non fine a sé stesso

Ricordate quando poco fa avete letto che ogni lega avrà il suo vincitore? Probabilmente vi sarete chieste a chi possa interessare una finale Lettonia-Bielorussia di League D se non a qualche reduce sovietico.
Ebbene, alla UEFA hanno pensato proprio a tutto per dare un senso ulteriore alla Nations League. 4 delle 24 squadre che parteciperanno alla fase finale di Euro 2020 saranno determinate proprio dal nuovo torneo (le altre 20, ovviamente, con le classiche gare di qualificazione europee, il cui sorteggio è previsto a Dublino il 2 dicembre). Come se non mancasse, per favorire l’interesse delle nazionali di livello più basso, i quattro posti sono ripartiti in maniera eguale tra le quattro leghe; anche San Marino e Andorra, quindi, battendo le 15 avversarie della League D, potrebbero ambire a un posto per il forum calcistico europeo.

La composizione delle leghe

Una delle domande che probabilmente vi state facendo è in quale Lega si trovi la Nazionale italiana e quali siano le possibili avversarie.
Ebbene, guardando al Ranking UEFA, gli azzurri faranno parte della League A, insieme a Germania, Portogallo, Belgio, Spagna, Svizzera, Francia, Inghilterra, Polonia, Croazia, Islanda, Olanda.
La League B è composta da nazionali di medio-alto livello, tra le quali spiccano i nomi di Galles, Svezia, Turchia, Ucraina e Russia.

Anche nella League C il livello sembra non essere dei peggiori; Slovenia, Grecia, Romania e Serbia lotteranno sicuramente per la promozione alla Lega B. Vista la presenza di altre nazionali balcaniche (Bosnia, Bulgaria, Albania, Montenegro), è facile prevedere gare molto combattute, e non solo sul rettangolo verde.
Nell’ultima divisione la situazione è più cupa, “spiccano” però i nomi di Georgia, Bielorussia e Macedonia, tenendo conto del livello delle avversarie (tra cui San Marino, Gibilterra e Andorra).

Prospettive

Le note positive dell’introduzione della Nations League sono già molte. Niente più amichevoli (se non alla vigilia di Mondiali ed Europei), la possibilità per le squadre medio-piccole di cimentarsi con squadre dello stesso rango piuttosto che prendere batoste in giro per l’Europa, e per i team più meritevoli anche la possibilità di promozioni e qualificazioni agli Europei. Particolare non da poco, i club possono tirare un sospiro di sollievo: il calendario delle nazionali non subirà variazioni rispetto al passato, cioè la Nations League non toglierà spazio ai campionati.
Se la UEFA saprà suscitare interesse dei tifosi verso questa nuova competizione (come ha già cominciato a fare, centralizzando i diritti media) ci sarà da divertirsi, soprattutto per ciò che riguarda la divisione A.
Scelta perfetta anche per il periodo delle Final Four, che verrà disputata nel giugno degli anni dispari, cioè quelli senza Mondiali ed Europei in estate. Immaginate se quest’anno, dopo la finale di Champions tra Juventus e Real Madrid che ha segnato la fine del grande calcio per due mesi, avreste potuto gustarvi una Final Four tra Italia, Spagna, Germania e Francia. Questa è la Nations League. Prospettiva intrigante, vero?

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Andrea Braschayko

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