È stato certamente uno degli argomenti più cliccati e raccontati degli ultimi giorni. Son Heung-Min, attaccante esterno del Tottenham è considerato tra uno dei giocatori più forti del panorama mondiale ed è un vero e proprio leader della nazionale dei Taegeuk Jeonsa. Il numero 7 della squadra di Manuel Pochettino, con i suoi trenta gol all’attivo, è al momento il giocatore asiatico ad aver segnato più reti in Premier League: superati i record rispettivamente di Shinji Okazaki e Park Ji-Sung, distaccati a quattordici e diciannove reti. Nel mese di marzo però, il Sun parlò di una situazione che avrebbe potuto essere problematica sia per il Tottenham che per il giocatore Son Heung-Min: il nazionale sud-coreano avrebbe dovuto presentarsi in patria per rispondere al servizio militare entro l’8 luglio 2020. Considerati i tempi minimi che vengono richiesti dal sistema di leva nazionale in Corea del Sud, il giocatore del Tottenham sarebbe stato a rischio di vedersi privato di un lauto compenso londinese a una paga pressoché minima da arruolato nelle forze armate.
Uno scenario disastroso che avrebbe potuto significare una grossissima perdita per il calcio inglese oltre che del Tottenham, e un grosso stop nella carriera di Son Heung-Min. Tutto al condizionale, dato che nei giorni scorsi la Corea del Sud ha vinto i giochi asiatici, facendo valere al calciatore del Tottenham e ai suoi compagni di nazionale l’esenzione dal servizio militare per aver portato onore al proprio paese tramite con la maglia della Corea del Sud. Andremo quindi a raccontare un po’ le dinamiche che ci portano all’interno di una storia tanto bella quanto complicata, con accenni storici e anche extra-calcistici. Le tensioni tra Nord e Sud Corea non sono proprio una novità, anzi. Le due Coree vivono dal 1953 – data della fine della guerra omonima- con la paura che il proprio vicino di casa possa muovere un’offensiva oltre il confine tracciato sul trentottesimo parallelo. Sebbene ci siano state recenti distensioni in occasione dei giochi olimpici invernali a Pyeongchang, la situazione tra Nord e Sud Corea è lontana dall’essere risolta. La minaccia costante di una guerra contro la Corea del Nord porta il governo di Seoul a tenere il servizio militare obbligatorio, che vale per tutti i cittadini coreani di sesso maschile in età che va da i diciotto ai trentacinque anni, per un periodo minimo di servizio – a seconda del reparto in cui ci si arruola – tra i ventuno e i ventiquattro mesi. Una procedura che vale letteralmente per chiunque, pena la reclusione per la diserzione.
Discorso che ha riguardato anche Son Heung-Min, così come tanti altri sportivi coreani lungo il corso degli anni. Anche Park Ji-Sung, giocatore a cui Son ha levato il record di miglior realizzatore asiatico in Premier League, è stato esentato dal servizio militare in questo modo. Tutti i ventitré convocati nel mondiale casalingo del 2002, ricevettero la stessa ricompensa per aver portato la squadra di casa alla semifinale in quell’edizione della Coppa del Mondo. A sedici anni di distanza proprio il mondiale poteva essere un’opportunità per Son Heung-Min, o più semplicemente Sonny. La sfida che però aspettava la Corea del Sud in un girone con Germania, Messico e Svezia sembrava tutto fuorché facile: oltre alla difficile ipotesi di replicare i risultati del 2002, a Son Heung-Min e alla squadra dei Taegeuk veniva richiesto l’ottavo di finale come obiettivo minimo. Nemmeno la sorprendente vittoria contro la Germania campione del Mondo è valsa a Sonny il nullaosta per evitare il servizio militare. La reazione del giocatore del Tottenham nel dopo partita col Messico descrive a pieno la situazione, che sarebbe stato costretto prendere parte ai Giochi Asiatici per evitare la leva obbligatoria.
Un problema non da poco dato che il torneo, conclusosi nei primi giorni di settembre ha portato il giocatore a saltare numerosi impegni di Premier League perché convocato in nazionale come fuori quota. Sicuramente un impegno più “facile” per i sudcoreani, dato che la seconda opzione per evitare il servizio militare sarebbe stata la Coppa d’Asia, qualora fosse la nazionale di Son non fosse riuscita a conquistare la medaglia d’oro nei giochi asiatici. Un torneo sicuramente più complicato rispetto a una competizione stile olimpiadi: gli avversari dei Taegeuk partecipanti ai giochi asiatici comprendevano squadre non proprio irresistibili, mentre la Coppa d’Asia è un torneo storicamente ostico per la nazionale sudcoreana. Nell’albo della competizione infatti l’ultima vittoria della Corea del Sud in coppa d’Asia risale al lontano 1960, sebbene spesso riesca a raggiungere la finale come nell’ultima edizione giocata in Australia contro i padroni di casa. Perciò tanta competitività che avrebbe reso la vicenda di Son ancora più intricata, portando avanti uno scenario disastroso per la carriera e le aspirazioni del beniamino Spurs.
Son, you’re free to go
Senza contare la perdita economica che sarebbe stata una grande tegola per le casse della squadra londinese. Son Heung-Min al momento infatti è valutato circa cinquanta milioni – stando ai dati di transfermarkt – e la possibilità di perdere un giocatore così a zero sarebbe stato un problema non da poco. Fortunatamente per il giocatore e per il Tottenham la Corea del Sud è riuscita a trionfare nel torneo di calcio dei giochi asiatici, spinta dal suo giocatore più importante, proprio Son Heung-Min. Il numero sette del Tottenham si è caricato la squadra sulle sue spalle, portando avanti la sua nazionale in scontri complicati come contro l’Uzbekistan, sconfitto solo ai supplementari, ma soprattutto nella finale contro il Giappone. L’avversario di sempre come ultimo ostacolo per la libertà. Una partita serratissima che viene sbloccata solamente all’inizio dei tempi supplementari, su un’azione innescata proprio da Son Heung-Min che propizia il tiro potente del talentino del Verona Lee Seung-Woo. Pochi minuti dopo la Corea trova il raddoppio con un colpo di testa del 2-0 con Hwang Hee-Chan su calcio di punizione calciato dal capitano Son Heung-Min. Il Giappone tenterà di riaprire il match riportando la contesa sul 2-1, ma dopo un recupero di tre minuti è la Corea a festeggiare il trionfo. Il più scatenato di tutti nei festeggiamenti è proprio il capitano Son, che corre ed esulta abbracciando tutti i suoi compagni, consapevole che l’unico campo in cui correrà, d’ora in poi sarà solo quello da calcio.