Nel famoso romanzo di Daniel Defoe, Robinson Crusoe trascorre 28 anni su un’isola deserta, 25 dei quali in completa solitudine – fatto salvo la compagnia di qualche animale. Nell’ultima fase della sua avventura, il naufrago fa la conoscenza di un nativo, prigioniero di una tribù locale e destinato a essere mangiato da questi. Lo sconosciuto indigeno riesce a liberarsi e viene preso sotto l’ala protettiva del protagonista. In quella che è con ogni probabilità una grande apologia del colonialismo, Robinson Crusoe insegna al selvaggio la lingua inglese, lo converte alla religione cristiana e gli dà un nome, Venerdì. Il selvaggio diventa dunque il suo aiutante personale. Da qualche mese, anche Enrico Preziosi, presidente del Genoa, ha il suo Venerdì, che, in queste prime giornate di Serie A, sta aiutando il Grifone a suon di gol e assist, con una media gol al momento impressionante. Il suo nome è Krzystof Piątek (cognome che, come ormai si sa, in polacco significa proprio “venerdì”).
Krzystof Piątek, originario del piccolo paese di Niemcza, nasce a Dzierżoniów, un comune della Bassa Slesia, il 1° luglio del 1995. Proprio nella squadra della sua città natale muove i primi passi da giocatore, il Dziewiatka Dzierżoniów, dove gioca, nelle giovanili, fino al 2011, prima di passare all’altra squadra della città, il Lechia Dzierżoniów. Qui, nella stagione 2012/13 fa il suo debutto fra in prima squadra, scendendo in campo sei volte e partecipando così alla III liga, quarta divisione del campionato polacco. L’anno successivo compie il salto di categoria, passando al Zagłębie Lubin, dove, fra Ekstraklasa e I liga (rispettivamente la Serie A e B polacca) ha modo di condire 72 presenze con 15 reti. Nel 2016, l’allora ventunenne Krzystof passa al Cracovia, riuscendo a trovare più spazio, e migliora la propria media reti, segnando 32 gol in 63 presenze – di cui 20 solo nell’ultima stagione. Non è un giocatore che ruba particolarmente l’occhio, probabilmente ostaggio di un campionato (quello polacco) più noto per lo spettacolo, a volte violento, degli spalti, che per il gioco espresso sul rettangolo verde. Eppure, quella capacità e quella regolarità dimostrata sotto porta hanno attirato le attenzioni di qualcuno.
L’aneddoto che riguarda l’acquisto di Piątek sta già assumendo i contorni della leggenda. Stando ai racconti dei ben informati, tutto è nato durante una cena nella residenza estiva di Enrico Preziosi. Oltre a essere un profondo conoscitore di pallone, il presidente è anche un cuoco provetto e, nella sua casa di Ibiza, ha preparato ai suoi commensali il proprio piatto forte: l’astice alla catalana. A gustarsi la specialità di casa Preziosi, c’era Gabriele Giuffrida, agente di Piątek. Probabilmente per ringraziarlo per l’ottima cena, il procuratore ha deciso quindi di mostrare qualche video del suo assistito al padrone di casa che è rimasto colpito dalle qualità del ragazzo. Bisognava assolutamente battere la concorrenza: per la cifra di 4 milioni di euro, Krzystof Piątek lasciava il Cracovia, la squadra più antica di Polonia, diventando così un giocatore del Genoa, la più antica d’Italia.
La stragrande maggioranza dei malati di calciomercato, che, in estate, ha letto il suo nome su qualche trafiletto delle pagine dei giornali sportivi o su qualche link intravisto di sfuggita su internet, avrà sicuramente pensato che questo Krzystof Piątek sarebbe stato uno dei tanti giocatori semisconosciuti che, a ogni sessione di mercato, prendono la via di Genova, direzione Pegli. Disputano il loro anonimo campionato fatto di qualche apparizione, perlopiù da subentrati, fanno forse qualche bella giocata e poco altro. Insomma, non sarebbe stato il primo della gestione Preziosi e né sarebbe stato l’ultimo: volendo limitarci agli ultimi anni e al solo reparto offensivo, si possono citare Lucas Pratto (fenomeno in patria, meteora in Liguria), Linus Hallenius, Ricardo Centurión, il pur bravo Tim Matavž o Maxime Lestienne. Il polacco sembrava destinato a ripercorrere le orme di alcuni dei suoi colleghi, ma alla prima occasione ha voluto dimostrare di che pasta sono fatti i ragazzi di Niemcza.
Il debutto con la maglia del Grifone è avvenuto l’11 agosto, in uno di quei turni preliminari della Coppa Italia che, solitamente, non riscuotono grande interesse. Ma quella partita contro il Lecce neopromosso in Serie B era destinata a entrare nella piccola grande storia di Krzystof Piątek. Il polacco ha messo a segno ben quattro reti nel giro di 37 minuti. Alla fine di ogni gol, si metteva in ginocchio e mostrava, per le prime quattro volte, la sua particolare esultanza al pubblico di Marassi: braccia incrociate al petto, mani a forma di pistola e – BANG! BANG! BANG! – mimato con la bocca. La ragione di questa coreografia è stata spiegata da lui stesso. A quanto pare, in polacco “bomber” significa qualcosa a metà fra “bombarolo” e “pistolero”. Una volta arrivato a Genova, i nuovi tifosi lo hanno chiamato con questo appellativo: Krzystof ha quindi ideato l’esultanza e, da quella sera di metà agosto, il pistolero non ha ancora smesso di sparare.
A vedere le statistiche, si rimane impressionati. In sette giornate di campionato, il numero 9 del Genoa ha messo a segno 9 reti, che diventano 13 se si considera il poker di Coppa Italia. L’exploit è degno dei più grandi attaccanti che abbiano mai calcato i campi della Serie A: prima di lui, solo Gabriel Omar Batistuta era stato in grado di fare tanto e proprio il Re Leone ex Fiorentina, Roma e Inter è, adesso, l’uomo da battere. Inoltre, Piątek ha iniziato a segnare anche con la maglia della sua Nazionale: nella sconfitta per 3-2 maturata in Nations League contro il Portogallo, il primo gol polacco è opera dell’attaccante genoano, alla prima marcatura con la maglia bianca della selezione della Polonia.
Nella primavera del 2010, un giovane attaccante polacco del Lech Pozńan, di nome Robert Lewandowski, fu vicinissimo al trasferimento al Genoa. Soggiornò a Genova per qualche giorno, assistette al Ferraris al derby contro la Sampdoria (1 a 0 per i blucerchiati, grazie al gol di Antonio Cassano), addirittura prese parte a qualche sessione di allenamento con i suoi probabili futuri compagni di squadra e fece le visite mediche. L’affare poi sfumò, poiché il prezzo del cartellino venne ritenuto troppo alto dal presidente Enrico Preziosi. Poche settimane dopo, Lewandowski avrebbe firmato per il Borussia Dortmund, per meno di 5 milioni di euro. Dalla Westfalia avrebbe poi conquistato l’Europa a suon di reti. Chissà se, quest’estate, alla dirigenza rossoblù è tornato in mente quell’episodio e se sapeva di aver messo le mani su uno dei potenziali eredi del centravanti del Bayern Monaco.
I fondi di investimento sono strumenti finanziari piuttosto variegati, i quali consentono di disporre di…
Avere a disposizione gli strumenti giusti per navigare la rete in sicurezza è certamente un…
L'iPhone 13 è uno degli smartphone più venduti ancora in questo momento, nonostante tutti gli…
Stiamo vivendo un'era di profondi cambiamenti, legati soprattutto al digitale e alle nuove tecnologie. Ogni…
Whatsapp, con questo metodo potrai trasformare i tuoi vocali in testo e leggerli, invece di…
TikTok ha deciso di introdurre un'importante novità ripresa da YouTube. Un cambio di rotta per…