Quella di cui stiamo per parlare non è una semplice rivalità: è proprio uno dei termini per eccellenza che definisce la parola stessa. Una storia centenaria che porta due squadre con simili radici a un percorso diverso e contrastante lungo il corso degli anni. Boca Juniors – River Plate è infatti una delle rivalità più sentite in terra argentina ed El Superclásico fa sembrare le altre grandi rivalità del calcio mondiale quasi inferiori al cospetto della battaglia secolare tra le due squadre più blasonate di Buenos Aires. Come anticipato, questo ennesimo scontro tra Boca Juniors e River Plate è forse il più importante di tutti: in palio c’è la Copa Libertadores, e le due squadre si affrontano per la prima volta nella finale di questa competizione.
Sebbene le due anime del fútbol argentino siano così distanti, la loro storia parte da un punto comune. Entrambe le squadre nascono infatti nel quartiere de La Boca, famoso barrio della città autonoma di Buenos Aires. Quartiere che dava sulle sponde del fiume Riachuelo, affluente del più grande e conosciuto Rio de la Plata. C’è tanta storia legata al territorio, da parte di entrambe le squadre: per i biancorossi la storia volle che dei ragazzi nel 1901 si riunirono a giocare a calcio in zona portuale, là dove sbarcavano gli equipaggi inglesi. Pare che il nome derivi da delle casse con su scritto The River Plate, che diede l’idea a un gruppo di ragazzi di origini genovesi di fondare il Club Atlético River Plate, che diventerà la squadra con più campionati vinti in Argentina. Dall’altra parte, neanche troppo lontano, a quattro anni di distanza dalla fondazione del River, sempre un gruppo di ragazzi di origini genovesi fondarono il Club Atlético Boca Juniors – da qui deriva il soprannome xeneizes – nel 1905. Prima di adottare la classica maglia blu con striscia gialla al centro, il Boca vestiva bianconero, per poi passare al celeste e successivamente all’abbinamento di colori che conosciamo. La leggenda volle che i fondatori, in mancanza di ispirazione, promisero che avrebbero preso i colori del primo vessillo che avrebbero visto passare nel porto. Passò una nave battente bandiera svedese. Da quel momento il Boca trovò il gialloblù per non abbandonarlo mai. Si arriva dunque al calcio giocato, agli albori di questa avvincente rivalità. Il primissimo Superclásico risale al 1908, con vittoria del Boca per 2-1 su quelli che saranno i più grandi rivali di sempre, mentre la prima partita ufficiale tra le due squadre si disputerà cinque anni dopo, con la vittoria del River sempre per 2-1. Da lì in poi, la rivalità assumerà toni ben più aspri. Un episodio scatenante di quello che ha segnato la storia di questa sfida è una partita tra Boca e River del lontano 1928, quando gli xeneizes vinsero per 6-0, segnando la più grande sconfitta de La Banda nel Superclásico.
Una partita che finì malissimo per il River non solo per il risultato, ma perché fu costretta a rimanere in nove giocatori, chiedendo all’arbitro di chiudere la contesa anzitempo. Questo spiega anche l’importanza di come El Superclásico sia molto più importante di tutti gli altri derby tra le squadre metropolitane – per quanto riguarda Boca e River – di Buenos Aires. La rivalità è rimasta quasi sempre legata al merito sportivo, prima degli incidenti legati alla Puerta 12, quella che è considerata a tutti gli effetti la più grande tragedia del calcio argentino. Settantuno tifosi del Boca Juniors, di cui molti erano ragazzi di neanche vent’anni, morirono proprio durante una partita col River all’Estadio Monumental in circostanze non del tutto chiare ancora oggi. Non sarà purtroppo l’unica occasione violenta legata a questa rivalità, dato che spesso capita che i tifosi si scontrino per via della loro fede calcistica. Boca Juniors contro River Plate non è solo violenza, ovviamente: c’è tanta competitività, ma soprattutto del sano campanilismo. Un episodio particolare è stato un ricordo di un campionato argentino vinto dai Millonarios sul campo degli acerrimi rivali: una partita che passò alla storia come El partido de la pelota naranja. Quella partita vide il River vincere partita e campionato, festeggiando proprio sul campo de La Bombonera: la particolarità di questo match fu che venne giocato con un pallone arancione. A trent’anni di distanza, il River ha ricordato questa partita sfoggiando una maglia arancione con la classica banda ma di colore nero.
Dall’altra parte invece i tifosi del Boca sono soliti a ricordare che i Millonarios sono stati retrocessi in B, ricordandolo più volte dal 2011 a oggi. Sfottò legati alla Serie B che sono stati preceduti da gesti più famosi come il gesto della gallinita di Carlos Tevez – che costò successivamente l’espulsione all’Apache – in occasione della semifinale di Copa Libertadores del 2004. Così come il bacio della maglia di Matias Almeyda sotto la doce occupata dai tifosi del Boca, in un Superclásico che complicò ulteriormente la classifica del River nell’anno in cui retrocesse. Da quel momento tante partite tra Xeneizes e Millonarios sono state tanto importanti quanto sentite: il River ha vendicato anni di sfottò legati alla retrocessione in B Nacional eliminando il Boca in occasione della semifinale di Copa Sudamericana e degli ottavi di Copa Libertadores, arrivando in entrambi i casi alla vittoria finale.
La partita della Libertadores 2015 tra Boca Juniors e River Plate merita una menzione a sé. È stato un match stranissimo che viene ricordato come uno degli incontri che ha fatto più scandalo nel calcio sudamericano. Dopo la partita d’andata vinta dal River per 1-0, il Boca aveva il compito arduo di rimontare e ribaltare la partita per proseguire il cammino nella competizione. Il primo tempo venne disputato regolarmente, ma mentre i giocatori rientravano in campo per disputare la ripresa, un tifoso di casa ha spruzzato dello spray urticante sui giocatori del River, impedendo loro di giocare. Partita chiaramente sospesa e vittoria del River per 3-0 a tavolino. Sarà questo l’ultimo grande incontro in ambito continentale tra queste due squadre fino a questa finale valevole per la Copa Libertadores 2018. Ancora più importante l’ultimo capitolo di questa storia, dato che a partire dal 2019 le finali delle competizioni CONMEBOL non saranno più giocate con il doppio confronto, ma saranno bensì in partita unica con stadio neutrale assegnato in precedenza. Infine si arriva a qualche giorno fa, dove si sono giocati i primi novanta minuti di questa sfida attesissima. La partita inizialmente doveva essere giocata di sabato ma è stata rinviata per maltempo, che aveva reso impraticabile il campo de La Bombonera. Si è giocato quindi il giorno dopo, in uno stadio gremito dai tifosi gialloblù. Uno scontro senza esclusione di colpi che ha portato il River ad agguantare un pareggio 2-2 con autogol su colpo di testa di un difensore avversario, quando la partita sembrava indirizzata verso una vittoria per i padroni di casa. Se questa edizione di Copa Libertadores ci ha insegnato qualcosa è che può succedere letteralmente di tutto: il River Plate nella semifinale di andata aveva quasi compromesso la qualificazione con il Gremio campione uscente, ribaltando il risultato nella partita di ritorno. Pertanto, la partita non è sicuramente finita. Se questo match è chiamato El Superclásico un motivo ci sarà, no? L’appuntamento è fissato per sabato 24 novembre, match che si giocherà alle 18 – fuso orario di Buenos Aires – e trasmesso in prima serata italiana alle 21 su DAZN. Il secondo episodio di questa sfida si disputerà quindi a parti invertite allo stadio Monumental. Entrambe le squadre condividono un sogno comune: poter sollevare quella coppa, segnando per sempre la storia nei confronti con i rivali di sempre.
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