Le puntate precedenti:
- Diego Costa
- Robin Van Persie
- Eusebio Di Francesco
- Emiliano Mondonico
- Julio Cesar, “l’acchiappasogni”
- Mario Götze
- Didier Deschamps
- Claudio Marchisio
- Kimi Raikkonen
- Thierry Henry
Ben ritrovati con un nuovo appuntamento di Back Home. Rubrica giunta al suo undicesimo episodio, nonché penultimo di questa serie di racconti romantici dei giorni nostri. Un percorso che ci ha portato in giro per il mondo, raccontando le vicende di grandi personaggi del calcio – e anche di un pilota! – che ritornano là dove tutto era iniziato molto tempo prima. Nella puntata precedente abbiamo raccontato di un Thierry Henry che si trova alle prese con una situazione molto complicata nel suo caro Monaco. L’episodio di oggi ha una sua particolarità in sé: parla di quello che potrebbe essere – molto certo, stando a quello che si dice sui giornali – un ritorno a casa clamoroso. Zlatan Ibrahimović infatti sta pensando tornare al Milan, squadra in cui disse di «aver ritrovato il sorriso». Una trattativa che fa sognare i tifosi rossoneri, dato che sia il giocatore che la dirigenza si cercano a vicenda pubblicamente. Ibra infatti, al di là di essersi trovato bene a Milano, ricorda con piacere i due anni passati in rossonero con Gattuso che allora non sedeva in panchina, ma stava a centrocampo. Una trattativa difficile ma che potrebbe ricevere il via libera dai LA Galaxy. La formula di trasferimento sarebbe quella del prestito, della durata di sei mesi per poi trattare nuovamente per un passaggio a titolo definitivo nel mese di luglio. Andremo quindi a ripercorrere la carriera entusiasmante di questo giocatore che anche a trentasette anni suonati sa dire la sua, ed ancora è capace di realizzare simili magie.
La storia di Zlatan Ibrahimović inizia a Malmo, Svezia. Classe ’81, è figlio di Sefik e Jurka, due immigrati rispettivamente bosniaco e croata che sono emigrati nel paese scandinavo. La comunità di immigrati dai paesi balcanici è foltissima, specialmente nel quartiere di Rosengard. La famiglia Ibrahimović abitava proprio lì, e da qui parte la storia calcistica di Zlatan. Dato il background multietnico del quartiere di Rosengard – in cui gli immigrati dell’ex-Jugoslavia vanno per la maggiore – esiste una squadra che rappresenta questa minoranza, il FBK Balkan. Proprio da quel club inizia il lungo viaggio di Zlatan Ibrahimović, dove spicca per avere un talento di gran lunga superiore a quello dei suoi coetanei. Attira infatti l’interesse del Malmo, che lo acquista a tredici anni per poi farlo esordire in prima squadra nel 1999, appena diciottenne. Già da allora era un giocatore che poteva essere devastante, una punta fisica e tecnica, capace di trovare dei colpi assurdi anche grazie alla sua conoscenza del tae-kwon-do, rendendolo molto elastico e reattivo, sebbene la sua imponenza fisica indicherebbe il contrario. Il primo grande salto nel calcio che conta arriva nel 2001, quando arriva la chiamata dell’Ajax. Con la maglia dei lancieri sarà infatti lanciato in una dimensione comunque più competitiva rispetto al campionato svedese, che comunque ha permesso al giocatore di crescere sempre di più. Durante il suo periodo in Olanda esordisce anche nelle coppe europee, ritagliandosi uno spazio anche in nazionale, per poi diventare il top scorer di sempre con la maglia della Svezia. E proprio con la maglia gialloblu della sua nazionale che diventa famoso agli occhi degli italiani: durante Svezia-Italia dell’Europeo 2004, il gol del pareggio è stato proprio il suo, con un colpo di tacco misto ad arti marziali che è diventato un marchio di fabbrica dello svedese.
Ed è nell’estate 2004 che arriva il secondo grande salto di Ibrahimović: la Juventus lo acquista dall’Ajax per sedici milioni di euro. Questa è la prima grande tappa di Ibracadabra nel campionato italiano. Arriva nella Juve di Capello, quella dei due scudetti revocati, mettendosi al centro del progetto, arrivando anche a scavalcare Del Piero – cosa assolutamente impensabile al tempo – nelle gerarchie. Non lasciò però un ricordo indelebile, se non quello di essere accusato come traditore per essere passato all’Inter in seguito allo scandalo calciopoli. La tappa Inter è quella in cui coincide il vero boom di questo giocatore, che prima con Mancini e poi con Mourinho trova una continuità realizzativa che lo rende un giocatore quasi totale. Però la squadra nerazzurra, seppur fortissima in ambito nazionale, in Europa non riesce ad avere lo stesso appeal che ha in terra nostrana. Inoltre, la Champions League sarà una vera e propria ossessione per lo svedese, che è l’unico grande trofeo che non mai sollevato finora. L’estate del 2009 infatti vede Ibra partire in Catalogna per vestire il blaugrana, in uno scambio epocale, che ha visto lo svedese andare al Barcellona per quarantanove milioni più il cartellino di Samuel Eto’o. Vince il Mondiale per Club e Supercoppa Europea, ma il rapporto con Guardiola non è idilliaco. La stagione 2010 è quella in cui coincide il suo massimo picco nella Champions League, arrivando a un passo dalla finale, sconfitto solo da quella Inter che aveva lasciato neanche un anno prima.
Il suo tempo al Barcellona si conclude così, in appena una stagione. Ad agosto del 2010 infatti torna nuovamente a Milano, però con la maglia rossonera. Diventa un punto fondamentale della squadra di Allegri che vincerà quello che è – finora – l’ultimo scudetto vinto dal Milan. Sarà importantissimo anche nella stagione 2012, tenendo a galla i rossoneri fino alla fine con i suoi ventotto gol, in quello che è stato il primo di tanti anni della Juventus campione d’Italia. Questo periodo coincide con quello che è stato il momento migliore dal punto di vista realizzativo, tanto da attirare il Paris Saint Germain che spende venti milioni per prelevarlo. Una media gol che con la maglia dei parigini aumenta sempre di più, arrivando anche a segnare cinquanta gol tra campionati e coppe nella stagione 2016. Quello fu l’ultimo anno di Zlatan al Parco dei Principi, che stava diventando un vero e proprio affare a parametro zero. Ad approfittarne è il Manchester United, dove ha ritrovato José Mourinho, allenatore che lo ebbe in forza all’Inter molti anni prima. Sebbene l’annata finì benissimo per il giocatore con la vittoria in Europa League, Zlatan subisce un infortunio pesantissimo che per molti – contando i trentacinque anni del giocatore – potrebbe voler dire la parola fine. Nonostante ciò lo United permette al giocatore di effettuare il recupero per poi essere nuovamente reinserito in squadra. Si arriva dunque all’ultima tappa prima di quella che potrebbe essere il clamoroso ritorno a casa di Ibra, i Los Angeles Galaxy. Una stagione non proprio entusiasmante, ma risaltata a onor di cronaca per gol incredibili come quello messo a inizio articolo. Per far capire quanto Ibra sia un giocatore speciale, in quello che è il nuovissimo derby di Los Angeles segna una doppietta all’esordio, ribaltando la contesa a favore della sua squadra. I Galaxy infatti perdevano 3-2 prima dell’ingresso di Zlatan, per poi andare a vincere con una sua doppietta. Si presenta al suo pubblico con un gol da fuori area assolutamente impossibile, tirando da quasi quaranta metri, dopo essere entrato in campo da appena sei minuti.
Questo è stato uno dei tanti acuti di Ibrahimović in una stagione mediocre per la squadra californiana. I Galaxy infatti non sono riusciti a qualificarsi ai playoff della Western Conference per la fase finale del torneo MLS. Poi si arriva alla suggestione Milan, che potrebbe voler dire un ritorno a casa clamoroso conoscendo i “mal di pancia” del giocatore. Perciò rimane da chiedersi, Zlatan tornerà a casa?
«Se ci vivessi, credo che traslocherei»
– Clint Eastwood su Los Angeles