Fino a qualche anno fa, quando si pensava a un Pizarro che avesse a che fare con il Perù, il pensiero correva a Francisco Pizarro, uno dei più noti conquistadores, che, nel XVI secolo, distrusse l’impero Inca e pose fine a una delle più antiche e importanti culture del continente sudamericano. Arrivato dall’Europa per inseguire sogni di gloria e scappare da un presente infelice, Francisco riuscì, con grande astuzia politica e un certo grado di ferocia, a conquistare un territorio immenso di cui divenne governatore, prima di morire ucciso da un’insurrezione popolare. A fare il percorso inverso ci ha pensato, secoli dopo, un giovane calciatore di belle speranze che, dalla provincia di Lima – città fondata dal conquistador europeo – è partito alla volta dell’Europa, per conquistare il Vecchio Mondo a suon di gol. Il suo nome è Claudio Pizarro.
Un Bombardero di nome Claudio Pizarro
Claudio Miguel Pizarro Bosio nasce il 3 ottobre del 1978 a Callao, la più grande città portuale del Perù, ma cresce a Santiago del Surco, cittadina appartenente al distretto di Lima. Nelle sue vene scorre un po’ di sangue italiano: alcuni fra i suoi bisnonni, sia da parte materna che paterna, sono italiani, di Brescia e di Frattaminore, provincia di Napoli. Per questo motivo, Pizarro possiede il passaporto italiano. Ma non è l’Italia la sua terra di conquista: la sua seconda casa è un po’ più a nord, in Germania. È qui che sono nati i suoi tre figli, Gianluca, Antonella e Claudio, avuti da Karla Salcedo, la sua compagna dai tempi della scuola. Ed è qui che Pizarro ha deciso di rompere tutti i record possibili, da quando, ventunenne, abbandonò il suo amato Perù per sbarcare sul continente europeo. Prima dell’Europa, tuttavia, le prime esperienze da professionista avvengono in casa: il debutto fra i grandi avviene nel 1996, nel Deportivo Pesquero, lasciato un anno dopo per approdare alla più prestigiosa Alianza Lima. Dopo tre stagioni complessive, 85 partite e 37 reti, arriva la chiamata della vita. La Germania è pronta ad attenderlo.
L’esperienza tedesca di Pizarro inizia nel 1999 e, con l’unica eccezione della stagione 2007/08 trascorsa con la maglia blue del Chelsea, dura ancora oggi e lo ha reso protagonista di un record molto particolare: il suo nome è entrato nell’elenco dei marcatori della Bundesliga per 19 anni solari consecutivi. L’avventura in Germania si sviluppa con la maglia di tre squadre: quella del Colonia, quella del Bayern Monaco (indossata in due momenti diversi della propria carriera) e, soprattutto, quella del Werder Brema, il club al quale è rimasto più legato, tanto da tornare sulle sponde del Mare del Nord per ben quattro volte. Brema, una città portuale, proprio come la sua Callao. Chissà se il suo amore per questa città tedesca derivi anche da questa coincidenza. Nei suoi quasi vent’anni di Bundesliga ha raccolto finora sei Meisterschalen, tutte con la maglia del Bayern, sei Coppe di Germania (cinque con la maglia dei bavaresi e una con la maglia del Werder), una Supercoppa di Germania, una Champions League, una Supercoppa Europea, una Coppa Intercontinentale e un Mondiale per Club, tutte con la maglia dei bavaresi.
Qualche numero: nei vari campionati disputati, Claudio Pizarro ha messo a segno 232 reti (dato in aggiornamento), di cui 194 in Bundesliga, che lo rendono lo straniero più prolifico di sempre e il quinto marcatore all time del campionato tedesco, a -17 da Manfred Bergsmüller. Gol che gli sono valsi il soprannome di Bombardero de las Andes. Anche in Nazionale ha fatto valere tutti i suoi 84 chili, distribuiti su un corpo di 186 centimetri. Con la blanquirroja ha messo a segno 20 reti in 85 presenze, molte delle quali da capitano. Con Paolo Guerrero, al centro di una querelle ai recenti Mondiali di Russia, è stato uno degli uomini simbolo della Nazionale del suo Paese. Non ha mai avuto l’occasione di difendere i colori del proprio paese in un Mondiale: troppo giovane per Francia ’98, troppo anziano per Russia 2018, ma ha potuto giocare da protagonista ben tre Copa America.
E proprio la sua esperienza in blanquirroja è stata oggetto di discussione in patria. Si sa, le selezioni nazionali sono sempre terreno fertile per polemiche e, se questo è vero ovunque, è ancora più vero in Sudamerica e il Perù non fa eccezione. La forte personalità di Pizarro lo rende una figura molto polarizzante, a casa sua: non ci sono via di mezzo, el Bombardero può essere solo amato od odiato. La sua possibile chiamata a disputare i Mondiali di Russia ha provocato un forte dibattito a Lima e dintorni, condotto da due fazioni parimenti agguerrite, a favore o contrarie alla sua convocazione. C’era chi gli riconosceva l’esperienza internazionale e riteneva che la Nazionale peruviana necessitasse della sua leadership; c’era chi, invece, lo riteneva troppo vecchio per il torneo, in netta fase calante e, soprattutto, gli rimproverava di non essere mai stato decisivo con la maglia biancorossa del Perù così come lo è stato con le maglie dei club in cui ha giocato. Hanno vinto i secondi. La Federazione del suo Paese ha in mente di organizzare un match d’addio per Claudio, ma lui non ci sta: vuole essere lui a decidere quando deve smettere. E non è ancora arrivato il momento.
Claudio Pizarro: un ultimo record
Domenica 4 novembre 2018 si è giocata l’undicesima giornata della Bundesliga. Il Werder Brema era sotto di 2 reti contro il Mainz: le reti di Mateta e Gbamin davano un sicuro margine di vantaggio ai concittadini di Gutenberg. Nel secondo tempo fa il suo ingresso Claudio Pizarro e, al 78’, assistito dal compagno Johannes Eggestein, ha segnato il gol che sanciva il 2-1 finale. Una rete inutile ai fini del risultato, ma che consolidava la sua posizione nella speciale classifica dei marcatori più anziani della storia del campionato tedesco, con i suoi 40 anni e 32 giorni. Davanti a lui c’è un’altra ex stella del Werder, il centrocampista ceco naturalizzato tedesco Miroslav Votava che ha concluso i suoi dodici anni da giocatore della squadra di Brema con una rete, segnata nella stagione 1996/97 a 40 anni e 121 giorni. Un altro record non è poi così lontano: sulle orme del suo quasi omonimo Francisco, Claudio è pronto a conquistare un altro storico obiettivo. Con il Werder nel cuore.