Piccole donne, l’attualità di un libro che compie 150 anni
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Maria Letizia Camparsi
6 anni ago
Sono passati 150 anni da quando Louisa May Alcott ha pubblicato Piccole donne, il libro con cui sono cresciute e crescono intere generazioni di ragazze.Ogni anno il romanzo si conferma un best seller nelle librerie e nel corso della storia ha ispirato diverse trasposizioni cinematografiche. Nel dicembre 2018 è arrivata in Italia la miniserie prodotta da BBC. Mentre nel 2019 vedrà la luce il film diretto da Greta Gerwig e interpretato, tra le altre, da Meryl Streep e Emma Watson. Ma perché un libro scritto tanto tempo fa attrae ancora in questo modo?
Il libro, la trama e i significati
Il classico firmato Alcott è stato pubblicato per la prima volta tra il 1868 e il 1869, diviso in due volumi per facilitarne la fruizione. È considerato tra le 100 opere fondamentali della cultura americana ed è stato tradotto in 50 lingue, e per la ricorrenza dei suoi 150 anni è stato anche creato un sito. Little Women or, Meg, Jo, Beth and Amyè un libro autobiografico eracconta come le continue sfide della vita abbiano fatto crescere le quattro sorelle March, fino a farle diventare donne. Ambientato in America ai tempi della guerra di secessione, Piccole donne accompagna le fanciulle dall’adolescenza fino al matrimonio della più grande, Meg. Mentre il secondo volume, Piccole donne crescono, arriva fino all’età adulta delle quattro.
Il racconto inizia con il “Viaggio del Pellegrino”, un gioco che sottintende l’impegno delle ragazze a intraprendere un percorso di miglioramento alla luce della morale religiosa. Una religione, quella della Alcott, che può però adattarsi perfettamente ad ogni sorta di credo. E lo dimostrano le lezioni di portata universale che le sorelle imparano a loro spese: il dono della condivisione, il pericolo della vanità e quello dell’eccessiva impulsività.
La scrittrice ha avuto anche il merito di creare un romanzo dal forte substrato femminista. Le protagoniste infatti, ognuna a suo modo, perseguono la propria realizzazione, chi scrivendo, chi suonando, dipingendo o aiutando l’economia familiare.
Jo, l’alter ego della scrittrice
La Alcott, impegnata nell’affermare i diritti delle donne e ferma abolizionista della schiavitù, scrisse molto, ma viene ricordata in particolare per Piccoledonne e per i libri che proseguono la saga (Piccole donne crescono, Piccoli uomini e Iragazzi di Jo). Nata in quella che oggi è diventata la città di Philadelphia, La scrittrice era figlia di un noto filosofo trascendentalista e di una madre suffragetta impegnata nel sociale. Come la protagonista del suo libro, Jo, comincia a scrivere per aiutare economicamente a casa. Il libro ricalca la realtà della sua famiglia, e lei, seconda di quattro figlie, inizia a pubblicare a pagamento brevi racconti su riviste e quotidiani. Viveva in un cottage, in cui ha scritto e ambientato le avventure delle sorelle March e che è diventato oggi un museo, il Louisa May Alcott’s Orchard House.
Ha modellato su se stessa l’alter ego Jo March, la giovane intraprendente e cocciuta. L’unica differenza è che la ragazza alla fine del secondo libro si sposa – anche se con uno straniero di 20 anni più grande di lei, un’assurdità per quei tempi. Mentre la scrittrice, morta a 55 anni il 6 marzo 1888, non lo fece mai (considerato un’assurdità anche questo). La piccola donna è un’archetipo femminista e anche l’attrice Maya Hawke, che l’ha interpretata nella serie targata BBC, ha raccontato quanto apprezzi lei e tutto il romanzo. «Piccole donne è il primo libro che ho letto – ha detto in un’intervista – e Jo è uno dei miei personaggi preferiti. Ai tempi dei telefonini questo romanzo non sarebbe mai esistito. Certe emozioni e certi sentimenti sono stati distrutti dal texting». Forse è per questo che si legge ancora il libro della Alcott.
Il femminismo delle Piccole Donne
Per apprezzare il femminismo dell’autrice, bisogna tenere conto di alcuni aspetti. I genitori di Louisa fornirono alle loro figlie un’educazione di livello, come agli uomini. Il padre se ne occupò personalmente, facendo loro conoscere alcuni suoi illustri amici. Oltre a Nathaniel Hawthorne, autore de La lettera scarlatta, la Alcott conobbe importanti esempi d’indipendenza femminile: la scrittrice e giornalista Margaret Fuller e la poetessa Julia Ward Howe, entrambe sensibili alla questione femminile e ai diritti delle donne. Altro esempio per lei fu sua madre Abigail, impegnata a sua volta nel movimento suffragista, come lo sarà lei.
La penna che ha creato Piccole donne non avrebbe mai scritto un romanzo contro i suoi stessi principi. Il suo scopo infatti era di insegnare alle sue lettrici, ma anche ai lettori, il coraggio di essere se stesse, pur essendo in un contesto socio-culturale agli albori del femminismo. E questa è la vera potenza del suo libro.
Le sorelle March maturano insieme ai loro sogni e alla fine, sebbene i loro desideri siano cambiati rispetto all’infanzia, tutte possono considerarsi realizzate. Jo, dopo aver scritto per anni, apre una scuola. Amy, che desidera gli agi di una vita benestante, li ottiene sposando il vicino di casa Laurie. Meg diventa madre e moglie, ma sceglie di esserlo in totale libertà. E il femminismo insegna a difendere la libertà, non l’oggetto della scelta di una donna.
Le trasposizioni cinematografiche e le serie TV
Le ultime attrici impegnate nel recitare come “piccole donne” sono Eliza Scanlen, Saoirse Ronan, Emma Watson e Florence Pugh. Rispettivamente Beth, Jo, Meg e Amy. Sono le protagoniste della nuova versione cinematografica diretta da Greta Gerwig, candidata all’Oscar per la miglior regia con Lady Bird. Il film uscirà a dicembre del 2019 e cerca di rappresentare fedelmente il mondo della Alcott, senza rimandi alla modernità per renderlo più appetibile. Nel ricco cast, oltre alle quattro ragazze, troviamo Laura Dern nel ruolo di mamma delle sorelle March, Meryl Streep in quello della zia e Timothée Chalamet nei panni di Theodore Laurie.
Una storia, quella delle Piccole Donne, trasposta in pellicola innumerevoli volte. Già all’epoca del cinema muto, nel 1918, venne girato un Little Women diretto da Harley Knoles con Conrad Nagel (Laurie) e Dorothy Bernard (Jo). Poi il famoso film del 1949 diretto da Mervyn LeRoy con Janeth Leigh nel ruolo di Meg ed Elizabeth Taylor in quello di Amy. Fino a quello del 1994, diretto dalla regista australiana Gillian Armstrong e con Winona Ryder nei panni di Jo e Christian Bale in quelli di Laurie. Ultima, la miniserie della BBC con Maya Hawke, figlia di Uma Thurman, e Angela Lansbury. Se la versione della Gerwig sarà all’altezza delle precedenti, invece, lo scopriremo presto.
Insomma, a giudicare dal successo editoriale e quello cinematografico, si può affermare che Piccole donne non abbia ancora stufato. Anzi, molte donne (e uomini) traggono ancora molti insegnamenti da quel libro e,alla fine della lettura, si sentono un po’ come se fossero cresciute anche loro, di pari passo con le protagoniste. Infine, chi può dire di non essersi identificato in una delle quattro ragazze e di aver vissuto le sue vicende come se fossero le proprie? Su internet molti blog hanno perfino inventato un test per scoprire chi saresti delle quattro.