Come fermare il tempo è un romanzo di Matt Haig pubblicato nel 2018. Il libro ha per protagonista Tom Hazard, un uomo affetto da una sconosciuta disfunzione corporea, l’anageria, che lo porta a invecchiare lentissimamente e a vivere nell’arco dei secoli senza perire. Dopo secoli di solitudine e disperazione causati dalla morte della sua amata, Tom entra a far parte della Società degli Albatros, un’organizzazione segreta che protegge tutti gli essere umani affetti da anageria, anche a costo di sacrificare la vita altrui per nascondere l’esistenza dei cosiddetti alba, e che periodicamente dà ai suoi membri una nuova identità e un nuovo posto in cui andare a vivere. Nella Società degli Albatros vige una regola ferrea: mai innamorarsi, perché l’amore farebbe perdere la ragione a una persona destinata a vivere per secoli. Ma, si sa, le regole sono fatte per essere infrante: è proprio quello che accade a Tom quando incontra Camille, la professoressa di francese della scuola in cui lui, non a caso, è un insegnante di storia.
Tom Hazard è vecchio, anzi vecchissimo. A guardarlo gli si darebbero solo quarant’anni, ma in realtà ne ha quattrocento. È nato in Francia negli ultimi decenni del Cinquecento e, come un guardiano del tempo, ha attraversato le epoche fino ad arrivare ai giorni nostri. Il passaggio dal Medioevo all’età moderna, il colonialismo, la rivoluzione industriale, i ruggenti anni venti, le due guerre mondiali, la rivoluzione tecnologica, l’esplosione di Internet: le tappe dell’umanità sono innumerevoli ricordi che si affastellano nella mente di Tom, procurandogli un tremendo mal di testa che sparisce difficilmente. Tom ha vissuto troppo a lungo per non essersi innamorato: per un po’ di tempo il senso della sua vita è stato Rose, una giovane ragazza che vendeva la frutta in un mercato di Londra, a cui si è inizialmente legato per pagare un debito; era l’epoca di Shakespeare e Tom suonava nello stesso teatro in cui il celeberrimo drammaturgo si esibiva, in carne ed ossa, nella compagnia dei Lord Chamberlain’s Men. Prima di conoscere Rose, Tom ha dovuto affrontare la morte della madre, accusata di stregoneria e processata con ordalia per dimostrare che non aveva stregato suo figlio perché restasse giovane per sempre, sacrificando la vita di un altro uomo a tal scopo. Era l’epoca della caccia alla streghe, un’epoca che, a detta di Hendrich – il fondatore della Società degli Albatros – non è finita neanche ai giorni nostri, motivo per il quale gli alba hanno bisogno di essere protetti dal resto dell’umanità. Tom è entrato a far parte degli Albatros – nome che si ispira alla lunga vita di questi uccelli – qualche secolo dopo la morte di Rose, quando era depresso e allo sbando, anche per la scomparsa di sua figlia Marion che era probabilmente affetta dalla sua stessa disfunzione. Dentro alla società Tom gode di molte comodità: ogni otto anni gli viene data una nuova identità e un luogo diverso in cui cominciare una nuova vita, necessari affinché le altre persone non si accorgano che non invecchia. Ma la Società ha un doppio volto: se da un lato protegge e conforta, dall’altro chiede azioni efferate per proteggere se stessa da un fantomatico Istituto di Berlino che catturerebbe gli albatros per farne oggetto di studio. In più nella società c’è una regola imprescindibile: è vietato innamorarsi, perché l’amore mette in pericolo la società stessa. L’ultima identità scelta da Tom è quella di insegnante di storia in un liceo di Londra, dove incontra Camille, professoressa di francese, una donna gentile che ha la strana sensazione di averlo già visto da qualche parte. Tom non dovrebbe innamorarsi di Camille e prova in tutti i modi ad allontanarla, mentre Hendrich gli affida compiti sempre più ardui con la vaga promessa di ritrovare sua figlia Marion.
Per il protagonista di Come fermare il tempo, il tempo è allo stesso tempo una benedizione e una maledizione: benedizione perché una vita lunga quattrocento anni ha permesso a Tom di viaggiare in lungo e in largo per il mondo, di conoscere i personaggi più importanti della storia e delle arti (il capitano Cook, William Shakespeare, Scott Fitzgerald) e di interiorizzare arti, mestieri e conoscenze. Ma il tempo lo ha anche maledetto: per tutta la sua vita Tom ha messo in pericolo le persone a lui care a causa della sua disfunzione, ha dovuto vederle morire e sopravvivere senza di loro per secoli, ha dovuto soffrire il tempo di una vita intera senza poter morire, ha dovuto nascondersi, rendersi anonimo e fuggire continuamente e ha vissuto così tanto che la vita gli sembra scontata, incapace ormai di sorprenderlo. L’esperienza di Tom Hazard insegna che sebbene l’immortalità sia il sogno eterno dell’umanità essa potrebbe anche risultare qualcosa di indesiderabile. Il protagonista del libro è un filo che attraversa diverse epoche che, seppur differenti in superficie, si assomigliano tutte nel profondo, perché la natura umana è immutabile. Fin dalla caccia alle streghe che ha condannato ferocemente la madre di Tom, questa natura è sospettosa, incline all’odio, pronta ad eliminare tutto ciò che esula dalla sua comprensione o accettazione, come, ad esempio, un uomo che vive quattrocento anni; è una natura che teme tutto ciò che non conosce. Se nel Medioevo o nella prima età moderna tutto ciò che era misterioso veniva tacciato di stregoneria, nell’età contemporanea esso potrebbe diventare oggetto di una grande attenzione pubblica o un fenomeno da studiare scientificamente fino all’accanimento; in entrambe le ipotesi la diversità sarebbe fonte di pericolo, ragion per cui nel libro è presente la Società degli Albatros.
Come fermare il tempo dà un’importante lezione di vita sullo scorrere del tempo: esso non può essere fermato materialmente, ma l’uomo può decidere di non farsi dominare dal suo avanzare e quindi, in un certo senso, annullarlo. È proprio la scelta che compie Tom alla fine del romanzo: egli sceglie di non nascondersi più, di non aver più paura della disfunzione e delle sue conseguenze, di non temere più il futuro che gli porterà via le persone che ama, di vivere a pieno e nel presente senza badare alla lunghissima vita che avrà ancora; e, così facendo, egli ferma il tempo sulla sua pelle. Il libro dipinge una splendida metafora della vita e invita a far proprio l’atteggiamento del protagonista: scegliendo di non pensare più al futuro e di rivelarsi all’altro come fa Tom Hazard, l’essere umano annullerebbe la paura della disgrazia, della morte e del rifiuto. L’arte di fermare il tempo è un’arte difficile da apprendere ed è consegnata al tempo stesso, che Tom attraversa nell’arco di tre secoli arrivando a nuove consapevolezze. La crescita di Tom Hazard passa per epoche, luoghi e incontri diversi, e per questo il romanzo è ricco di fatti storici – caccia alla streghe, ordalie medioevali, grande puzza di Londra, conquista del Nuovo Mondo – di personaggi storici, mostrati con un lato umano inedito che li rende più reali – Tom conosce un umile Scott Fitzgerald in un caffè francese durante gli anni venti, è salvato in una situazione pericolosa da un misconosciuto Shakespeare, di cui poi diventa amico e complice – e di citazioni letterarie, teatrali e filosofiche che egli sembra raccogliere durante il corso della storia. Alla fine del libro Tom Hazard è un grande conoscitore del mondo e della straordinaria natura umana, che è ancora in grado di sorprenderlo perché è capace di fermare il tempo. Lui, infatti, lo ha fermato.
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