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Demopatia: un’app contro il “male della democrazia”

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Francesco Stati

Demopatia è un progetto di digital stotytelling voluto da Actionaid (una ONG attiva in oltre cinquanta Paesi che si occupa di sensibilizzazione democratica verso le popolazioni più povere del mondo) e realizzata dal fumettista Zerocalcare (al secolo Michele Rech), dall’autore Ivan Giordano e dal regista freelance Manolo Ruffichini. Il prodotto del loro lavoro è condensato in una app, che si può considerare a tutti gli effetti una “guida pratica alla democrazia”, scaricabile per Android e iOS a questo indirizzo. theWise Magazine, nella persona di Francesco Stati, ha avuto il piacere di essere presente alla conferenza stampa di presentazione del progetto, durante la quale sono state rivolte alcune domande ai tre autori dell’app e al Segretario Generale di Actionaid Italia, Marco De Ponte.

La conferenza, introdotta da una lettera della Senatrice a vita Liliana Segre sull’importanza dei valori di partecipazione democratica di cui è intrisa la nostra Costituzione, ha visto in apertura l’intervento di De Ponte, cui è stato chiesto un sunto del progetto:

Demopatia è un’opera collettiva in cui ognuno dei partecipanti si è espresso senza che gli venisse imposto alcun limite. Il titolo è stato scelto da loro liberamente: significa “sofferenza del demos”. È un tema che va affrontato con urgenza: va riconosciuto che in molti Paesi, fra cui il nostro, c’è un malcontento diffuso, i cittadini contano poco, sono accresciute inoltre le disuguaglianze di reddito e ricchezza. Ciò ha generato rabbia e rigetto della diversità e si è dato vita a una dinamica autoritaria (il contrario della democrazia, appunto). La democrazia non è solo il momento della decisione, ma anche contare quando queste vengono prese. La democrazia non è dunque solo “contarsi”, ma anche la sua qualità [ossia come il singolo individuo possa incidere nel processo di decision making oltre che alle urne, N.d.R.]. Speriamo che questo lavoro restituisca il giusto entusiasmo alla democrazia!

La moderatrice dell’evento, la giornalista Loredana Lipperini, ha poi rivolto alcune domande ai tre autori del progetto.


«Non è tempo che gli artisti stiano seduti», diceva Camus: cosa ti ha spinto a partecipare?

Zerocalcare: «Mi ha convinto il fatto che la proposta sia arrivata da persone di fiducia (Ivan e Manolo). Personalmente provo “disagio” nell’utilizzare il termine “democrazia”, perché è un calderone in cui spesso viene fatto rientrare un po’ di tutto, cose diversissime sia dal punto di vista delle esperienze sia dal punto di vista dei Paesi in cui la democrazia viene applicata: basti pensare a quanto differiscono le democrazie est europee da quella italiana o anche come venga concepita la democrazia da Trump. Io stesso ho difficoltà a capire cosa ci sia da proteggere, ma ho quattro valori cardine: uguaglianza, giustizia sociale, poter esprimere il dissenso e la partecipazione e autodeterminazione dei cittadini. L’attività di Actionaid mi è stata raccontata dal Direttore Generale ed è molto vicina alla mia proprio perché lavora per fornire alle comunità gli strumenti per autodeterminarsi. Molte cose riguardo Demopatia sono andate definendosi in itinere: dovevo fare un fumetto che facesse da spina dorsale a una app contenente al suo interno interventi autorevoli e accademici. Giovanni Pietrangeli, da consulente scientifico, mi ha aiutato molto, così come Ivan e Manolo. Appena ho scoperto i nomi di chi avrebbe approfondito i temi da me disegnati ne sono rimasto entusiasta perché, per ciò che concerne la mia esperienza, mi hanno sempre dato un punto di vista interessante e non scontato sul mondo che ci circonda». 

È un viaggio anche storico nella democrazia, giusto? Chi accompagna Zerocalcare nel suo viaggio?

Zerocalcare: «Il lavoro è stato totalmente collettivo, a dispetto di quanto si dice sulla carta stampata in questi giorni. Serviva una “cicerona” accanto al protagonista (mi confondo sempre quando parlo dei miei fumetti fra prima e terza persona!) e Arianna ci sembrava giusta perché è una persona specifica, realmente esistente, identificata da Manolo, che andava bene a tutti noi essendo stata soprattutto nella vita reale la nostra guida fra le macerie di Arquata del Tronto, ancora non ricostruita dopo il sisma del 2016. Alcune tappe del viaggio riguardano i luoghi del terremoto: la ricostruzione non è cominciata e le casette sono marce, piene di muffa, le persone che le abitavano sono dovute tornare negli alberghi sulla costa dove erano stati stipate nei giorni immediatamente successivi al tragico evento».

Alcuni ragazzi del posto si costituirono in un collettivo chiamato Chiedi alla polvere, come uno dei più noti romanzi di John Fante. Hai avuto modo di parlarci: che cosa ne pensi?

Zerocalcare: «È stata un’esperienza intensa: quello che posso dire è che avevo visto già in passato la gestione del post-terremoto, per esempio all’Aquila, e devo dire che è organizzato tutto in modo molto autoritario e militare. Anche le decisioni sulle vite di chi abitava lì, il modo in cui vengono ricostruiti i luoghi, è l’apoteosi di quanto le cose cadano dall’alto sulle vite delle persone, senza che queste riescano a esprimere quantomeno un parere. Chiedi alla polvere, insieme ad Actionaidcerca di aggregare le persone che abitavano lì per chiedere loro come volevano ricostituire il luogo dove questo abitavano, capendo non soltanto la struttura fisica ma anche i desideri, l’idea di socialità, come ricostruire le piazze e cose di questo genere: per questo Arquata del Tronto è stata inserita nell’app».

Zerocalcare fra le macerie di Arquata del Tronto. Photo Credits: Antonio Lemma.

A questo punto viene proiettato un documento-film girato nello Zimbabwe dal regista Manolo Luppichini, in cui è presente anche Ivan Giordano. Il regista interviene per spiegare il perché questo Paese sia stato inserito nell’app Demopatia:

Luppichini: «Sono stato nello Zimbabwe durante le recenti elezioni, ed è stato interessante vedere le modalità con cui in questo Paese esercitassero la democrazia, come tanti diritti per noi scontati lì fossero considerati obiettivi inarrivabili dagli elettori. I risultati delle elezioni erano difficilmente verificabili e infatti si sospettano brogli: la popolazione è insorta e l’esercito ha sparato sulla folla. Oggi lo Zimbabwe protesta ancora a causa dell’economia in crisi (per motivi analoghi alla protesta dei Gilet Jaunes, inerenti i rincari sul carburante!) ma la rivolta è stata nuovamente sedata nel sangue. Si può dire che l’Africa sia decisamente una esperienza travolgente: anche la presenza della Cina è significativa, sta avvenendo da parte della RPC una colonizzazione economica fortissima che sta spostando gli equilibri centenari del continente e qualcuno degli abitanti è arrivato persino a rimpiangere il colonialismo britannico, visto quanto la Cina sfrutta abitanti e risorse naturali!»

È una sfida raccontare tutto questo in una app: come ci siete riusciti?

Giordano: «Essendo questo lavoro collettivo, come detto anche da Michele, ci siamo chiesti molte volte come raccontare tale complessità: per risolvere la questione abbiamo provato a metterci nei panni di chi si trova dentro questa questione [la crisi della democrazia, N.d.R.] e la approccia in modo scettico. Affrontare in modo multidisciplinare questo tema è stato particolarmente complesso: abbiamo cercato di mantenere lo spettatore libero di fruire di una narrazione leggera, senza appesantirlo, ma rispettando anche la possibilità da parte di questi di poter approfondire gli aspetti trattati anche in modo complesso e profondo grazie ai contributi degli esperti, presenti al termine di ogni fase narrativa. La doppia natura (leggera-approfondita) è funzionale per lo scopo e trasversale nei confronti di tutti i possibili utenti».

Una delle vignette di Zerocalcare inserite nell’app.

Cosa troviamo dentro Demopatia?

Luppichini: «Si trovano spunti e strumenti per porsi delle domande, non tanto delle risposte. Aiuta a mantenere la mente in esercizio».

Con chi dialoga il protagonista?

Zerocalcare: «Nel fumetto dialogo con persone che incontro nelle varie epoche storiche in cui si toccano i temi democratici. È stato un esercizio interessante nei confronti di tutte le disuguaglianze che abbiamo analizzato!» 

Tecnologicamente, come funziona?

Giordano: «Possono usufruirne utenti di tutte le età, l’obiettivo di base è stata renderla intuitiva: sono alternati capitoli narrativi e capitoli con fumetto aumentato (si animano muovendo il telefono) e fra questo capitoli si può approfondire con le interviste agli esperti che vi abbiamo incluso».

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