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Il punto sul calcio in Qatar

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Pasquale Cortese

Il mese di febbraio si è aperto con la vittoria da parte della nazionale Qatariota della Coppa d’Asia, in una partita vinta con il risultato di 3 a 1 contro la nazionale Giapponese, data per favorita dai pronostici a inizio competizione. La rincorsa del Qatar all’affermazione calcistica parte da lontano: è infatti il frutto di un progetto che ha le sue radici nello scorso decennio, Football Dreams, nucleo di quella che è stata definita globalmente come la più grande accademia calcistica mondiale: la Aspire Academy. La nazionale del golfo è alla ricerca dell’affermazione internazionale attraverso la via sportiva, e intende farsi trovare pronta al mondiale di cui sarà padrone di casa nell’inverno del 2022. Ripercorriamo in questo articolo il percorso della nazionale qatariota durante la Coppa d’Asia e i progetti in atto del paese in ambito calcistico.

Il Qatar ha vinto la Coppa d’Asia 2019

La finale disputatasi la sera di venerdì primo Febbraio Zayed Sports City Stadium di Abu Dhabi, è terminata con la vittoria del Qatar contro il Giappone. La nazionale del golfo ha chiuso la competizione con un punteggio perfetto, a esclusione dell’unico gol subito proprio in finale ad opera di Minamino al sessantanovesimo minuto della partita. Con la coppa ormai in bacheca, il numero di gol segnati ammonta infatti a diciassette, circa metà a opera del capocannoniere della selezione e della competizione: Almoez Ali. Questo risultato corona un percorso che ha inizio il nove gennaio, quando il Qatar batte per 2-0 il Libano; seguono le vittorie nel girone con Corea del Nord e Arabia Saudita, poi con Iraq, Corea del Sud ed Emirati Arabi Uniti prima della finale.
Regista di questo trionfo non può non essere considerato Felix Sanchez Bas. Il tecnico spagnolo, prima tecnico delle giovanili del Barcelona, nel 2006 si trasferisce in Qatar dove si unisce alla Aspire Academy; seguendo negli anni le diverse selezioni giovanili qatariote, nel 2017 subentra all’uruguaiano Fossati: dietro il cambio di guida c’è la volontà da parte della federazione calcistica nazionale di puntare su un gruppo più autoctono, formato da giovani talenti, piuttosto che sulla composizione a maggioranza di giocatori naturalizzati, che fino a quel momento aveva caratterizzato la rosa; è in quest’ottica che conquistano il loro posto in rosa giocatori come il già citato Almoez Ali, oppure Akram Afif e Bassam Al Rawi.
Questi tre giocatori hanno una cosa in comune: sono tutti e tre diplomati alla succitata Aspire Academy; facciamo quindi un passo indietro per poter racchiudere il tutto nello stesso quadro: anche il fatto che Sanchez Bas provenga dalla scuola del Barcelona non è una coincidenza. Sorta da zero nel 2004 per poi partire dal 2007 con il progetto Football Dreams, la Aspire Academy nasce dall’incontro tra le risorse dell’ex emiro Hamad Al Thani e le conoscenze dell’ex presidente del Barcelona Sandro Rossel, mentre l’aspetto tecnico-organizzativo è stato affidato a Josep Colomer, l’ex scout del Barca al quale si deve la scoperta di un certo Leo Messi.

Football Dreams e l’Aspire Academy

Football Dreams ha l’intento di scoprire i migliori calciatori in circolazione tra i bambini di 16 Stati diversi. La prima fase consiste nell’osservazione di diverse partite da 25 minuti ognuna. Ogni anno vengono scartati circa mezzo milione di bambini in 22.000 partite diverse. Dal 2007, anno in cui è partito, a oggi, il progetto ha coinvolto oltre 3,5 milioni di ragazzi, a fronte della popolazione del Qatar che è la metà, giusto per quantificare. Finita la prima fase viene stilata una graduatoria in cui solo i primi cinquanta possono passare a quella successiva, e da qui il livello si alza: i selezionati sono invitati nella capitale dei rispettivi Paesi per sfidarsi tra di loro per 3-4 giorni. Dopodiché gli scout guidati da Colomer fanno un’ulteriore scrematura e selezionano i migliori tre. Ma non sono ancora arrivati al traguardo. I migliori tre di ogni Paese formano una squadra di 48 bambini che si allenerà per un mese a Dakar o a Doha, dove avverrà la selezione finale. Quest’ultima è costituita da 20 giocatori, di età compresa tra i 13 e i 15 anni, allenati e istruiti nelle strutture dell’Aspire Academy dove verranno trasformati in calciatori professionisti; di questo insieme di strutture fanno parte uno stadio da 50.000 posti e il centro sportivo indoor più grande del mondo, che è a sua volta costituito da una pista d’atletica, un campo da calcio e uno in parquet per la ginnastica, quattro piscine olimpioniche, innumerevoli palestre e campi da calcio all’aperto. Oltre a vitto, alloggio e istruzione, a ognuno dei venti ragazzi vincitori di Football Dreams viene offerto un piccolo stipendio, biglietti aerei gratuiti per fare visita a casa e 5.000 dollari l’anno per il mantenimento delle proprie famiglie.
Il progetto Football Dreams però non finisce qui, infatti i giocatori continuano a essere controllati dalla proprietà Aspire ancora per qualche anno.
Viene naturale pensare che questi giovani abbiano bisogno di un trampolino di lancio con il livello di calcio professionistico con cui si intende farli confrontare durante la carriera, e infatti la proprietà Qatariota nel 2012 acquisisce il KAS Eupen, una squadra povera di storia ma ricca di debiti, con una proposta di 4 milioni di euro, sufficienti a estinguere tutte le pendenze e a garantire una dignitosa buonuscita ai proprietari, assicurandosi una chiusura d’affare senza particolari intoppi. La scelta è caduta sul Belgio, paese UE piuttosto morbido in tema di cittadinanza, visto che per ottenerla basta risiedere per tre anni nel paese, col fine di avere inoltre, in quanto giocatori comunitari, molte più possibilità di trovare un ingaggio in un grande campionato europeo.

A fine 2022 il Qatar ospiterà una delle edizioni più discusse, se non la più discussa, dei mondiali di calcio. Così si chiuderà il cerchio che il Qatar ha avviato quindici anni fa per conquistarsi il suo posto al sole nel panorama calcistico mondiale, che fa a sua volta parte del progetto di acquisizione di soft power e di business esterni al petrolio da parte della piccola monarchia del Golfo. Il successo in Coppa d’Asia rappresenta la prima affermazione in questo percorso, e con ancora anni di preparazione davanti, solo il tempo ci dirà se il Qatar riuscirà ad affermarsi al punto da potersi meritare la partecipazione ai mondiali.

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Pasquale Cortese

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